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«Non concepisco il mio ministero episcopale lontano dal popolo» Mons. Silvio Bàez rompe il silenzio

«Non concepisco il mio ministero episcopale lontano dal popolo» Mons. Silvio Bàez rompe il silenzio

Dopo un periodo di lungo silenzio, lontano dal suo Nicaragua, Mons. Silvio Bàez, vescovo ausiliare di Managua, rompe il silenzio rilasciando un’intervista alla rivista della Curia Generalizia Carmelitani Scalzi, Ordine al quale appartiene da quando Papa Francesco lo ha richiamato a Roma, circa tre mesi fa. Lo scorso 11 aprile, alla vigilia della sua partenza, aveva dichiarato: «Accetto questa decisione del Papa e la assumo con piena e amorevole obbedienza». Dopodichè, nonostante gli episodi di violenza nel suo Paese, il prelato era rimasto in disparte senza esporsi né commentare ma ora, tra le righe, si avverte un certo rammarico:

«Il Santo Padre mi ha solo chiesto di rimanere a Roma ancora per un certo periodo, senza darmi alcun incarico particolare. Come nicaraguense, ma soprattutto come pastore, ho sempre vissuto intensamente le pene, le lotte e le speranze della mia gente. Non concepisco il mio ministero episcopale lontano dalle persone», ha detto, precisando che se anche «in questo momento sono lontano dal Nicaragua, la mia gente è ancora presente nella mia mente, nel mio cuore e soprattutto nella mia preghiera».

Guardando al futuro, mons. Baez auspica per il Nicaragua ad «un necessario cambio di regime» ed «un profondo processo di ricostruzione della società in cui la Chiesa avrà una missione molto importante», prosegue. «Dovremo scendere a compromessi nella guarigione personale della popolazione e nella riconciliazione sociale in un paese politicamente polarizzato, armonizzando in modo evangelico la pace, la giustizia e il perdono. Illuminati dalla Dottrina sociale della Chiesa, dovremo aiutare a costruire una nuova società, in cui siano rispettati la dignità ei diritti di ogni persona, dove la pluralità ideologica non è necessariamente una causa di conflitto, nella quale possiamo rinunciare agli interessi individui per condividere i nostri beni e interessi in pace e giustizia e quindi raggiungere lo sviluppo sociale ed economico del paese».

 

*foto tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza

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