
11 agosto, Santa Chiara. Lubich? Origine del culto della fondatrice dei Focolari
«Il filosofo Michel Onfray nel suo “Trattato di ateologia” ci invita a riflettere: "I credenti inventano la loro creatura, poi gli tributano un culto: è il principio stesso dell'alienazione". Questa verità è per noi ancor più valida oggi, 11 agosto, festa di Santa Chiara. Sarebbe la ricorrenza di santa Chiara d’Assisi ma non sveliamo nessun segreto se affermiamo che nel mondo focolarino in realtà si è sempre festeggiata e si venera tutt’oggi Chiara Lubich».
Comincia così un lungo intervento sul culto di Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei Focolari, di Francesco Murru, della redazione de L'inciampo del carapace, gruppo di ex appartenenti al movimento che propone una narrazione alternativa a quella agiografica ufficiale. Il gruppo da tre anni cerca di portare alla luce quelli che per loro sono stati gli errori di Chiara Lubich e di chi l'ha mal consigliata, partendo dai vissuti personali, per arrivare a rileggere la storia del movimento dei focolari e dare una lettura critica ai fondamenti della sua proposta spirituale, con l'obiettivo che errori, esagerazioni, derive vengano riconosciute e ammesse dalla governance attuale del movimento dei Focolari.
In questa prospettiva l'articolo che segue è dedicato a «chi ha visto, ha capito, e ha taciuto o continua a farlo. Per chi ha lasciato che Chiara Lubich venisse trasformata in una madonna vivente. Per chi ha permesso che migliaia di persone vivessero nella dipendenza affettiva e spirituale, senza più potersi distinguere da lei, senza potersi liberare da una maternità che era diventata controllo, fusione, assimilazione». È tempo infatti, scrive Murru, «di uscire dalla culla e diventare adulti. È tempo di archiviare la favola della “madre santa”. Chiara Lubich era un essere umano e come tutti gli esseri umani, con i suoi tanti pregi ma anche difetti e probabilmente anche qualche fragilitá psichica; non deve essere idolatrata, ma accompagnata nella verità. Compito che sarebbe spettato in prima linea alla Chiesa Cattolica, che per convenienza ha chiuso tutti e due gli occhi», cadendo anch'essa in «un “incantesimo” in cui sono cascati un po’ tutti, nel ritenere Chiara indispensabile epifania vivente di Dio, “conditio sine qua non” senza la quale era impossibile vivere l’unità e sentire Dio nella propria anima».
La sfida dei focolarini, oggi, conclude Murru, è «quella di ricalibrare la loro devozione per non esserne schiacciati e avere ancora una possibilità concreta di contribuire in maniera proficua alla vita della Chiesa e della società. Ne saranno capaci?».
* Foto tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza
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