Brasile: a padre Lancelotti il vescovo di San Paolo impone il divieto di messe online e la rimozione dai social
A padre Júlio Lancellotti, parroco della chiesa di São Miguel Arcanjo (San Michele Arcangelo) nel quartiere della Mooca a San Paolo, Brasile, molto attivo con la Pastoral do Povo da Rua (Pastorale della Gente di Strada), dedito ai senzatetto e alle persone vulnerabili, il vescovo dom Odilo Scherer ha chiesto di astenersi dalle messe online e dai social. «Dom Odilo mi ha chiesto di prendermi una pausa. Pensa che sia una forma di dono e protezione», ha detto padre Júlio alla Folha de S. Paulo (16/12/25). Lancellotti lo aveva già comunicato ai fedeli nella messa di domenica 14, aggiungendo alla fine che «non gestirò nemmeno reti digitali, come Instagram, Facebook e altre. Inoltre, non avranno comunicazioni tramite reti digitali. Ma chiunque venga qui ci troverà, finché ci sarò io, preghiamo insieme». Secondo la Folha, padre Júlio potrebbe essere rimosso dalla parrocchia di São Miguel Arcanjo entro la fine dell'anno secondo informazioni che avrebbero iniziato a circolare nei gruppi WhatsApp. «Non è ancora successo», ha detto però il religioso alla giornalista.
Le messe venivano trasmesse in diretta su Rede TVT (TV dos Trabalhadores), gestita dai sindacati, sul portale Instituto Conhecimento Liberta (ICL) e su YouTube. Precisa Aci Digital (16/12) che «TVT si definisce come "un'emittente educativa concessa alla Fondazione Società Comunicazione, Cultura e Lavoro, un'entità culturale no-profit, mantenuta dal Sindacato ABC dei Lavoratori Metallurgici e dal Sindacato dei Dipendenti e Finanzieri Bancari di São Paulo, Osasco e Regione» e «ICL è una piattaforma per corsi online tenuti da professori come l'ex francescano Leonardo Boff e João Pedro Stédile, fondatore del Movimento dei Lavoratori Senza Terra (MST)».
Per conoscere i motivi di tale atto, l’agenzia Pública ha contattato l'arcidiocesi di San Paolo. Questa tramite un comunicato ha dichiarato che il divieto è stato emanato durante una conversazione tra «l'arcivescovo e il suo sacerdote e, pertanto, [le questioni] riguardano la sfera interna della Chiesa». L’ufficio stampa dell’arcidiocesi dal canto suo ha informato che le «indicazioni» di abbandonare i social media e di non trasmettere le sue messe online «erano per il bene del sacerdote» e si riferiscono solo a lui, gli altri parroci della capitale di San Paolo rimangono liberi di esprimersi sui social media. «Altre figure religiose con milioni di follower sulle piattaforme digitali – va avanti Púbica – continuano a farlo liberamente, anche rilasciando dichiarazioni politiche. Molti gestiscono anche siti web e pagano per la pubblicità di corsi e negozi online». Un esempio per tutti è frei Gilson da Silva Pupo Azevedo, che ha 8,65 milioni di iscritti su YouTube e 11,1 milioni di follower su Instagram. Gilson – che pubblica canzoni, clip di concerti, letture e riflessioni sulla Bibbia – però è parroco di Nossa Senhora do Carmo nella diocesi di Santo Amaro, San Paolo, guidata da un altro vescovo (dom José Negri). L’ agenzia informa che «frei Gilson è stato uno dei religiosi cattolici “caduti nelle reti” di Jair Bolsonaro, l‘ex presidente golpista, che a marzo di quest'anno l’ha persino difeso pubblicamente “come un fenomeno di preghiera, che raduna milioni di persone attraverso la parola del Creatore. Ecco perché è sempre più attaccato dalla sinistra”. La difesa è arrivata dopo le critiche ai discorsi del religioso in occasione della Giornata internazionale della donna, contro l'emancipazione femminile e a favore delle donne che si impegnano per aiutare gli uomini».
Cosa può essere successo per fare «dono» a di «protezione» padre Lancellotti? C’è un episodio che racconta Aci Digital: «A novembre, il deputato federale Junio Amaral (PL-MG) e sua moglie Marília Amaral hanno annunciato su Instagram di aver consegnato all'Ambasciata della Santa Sede, a Brasilia (DF), una petizione con mille firme che presentava denunce contro padre Júlio Lancellotti. La coppia afferma in un video pubblicato sui loro social network che il documento sarà inoltrato anche al Dicastero per la Vita Consacrata, in Vaticano, “alle autorità competenti, affinché possano indagare e dare una risposta al popolo su questi abusi che il sacerdote ha commesso frequentemente nel nostro paese”». «Non ci inchiniamo più – affermava Marília – a chi usa il proprio potere religioso per promuovere abusi, per promuovere la politica e, soprattutto, per indurre così tanti credenti all'errore».
In un altro video pubblicato in ottobre, Marília Amaral elencava «alcune denunce mosse contro padre Júlio Lancellotti – «tutti casi precedentemente riportati dalla stampa», sottolinea Aci Digital – «come il sincretismo religioso, le manifestazioni politiche alla Messa» e l'affermazione che «il cattolicesimo è stato inventato dopo Costantino». Le parole sotto accusa erano una semplice verità: «Ai tempi di Gesù c'erano i farisei, i saducei, gli erodiani. Gesù non apparteneva a nessuno di questi gruppi. E Gesù non era cattolico nemmeno, perché non aveva nemmeno una Chiesa cattolica ai tempi di Gesù. Il cattolicesimo è stato inventato dopo Costantino».
Il sacerdote ha poi pubblicato un video, informa ancora Aci Digital, chiedendo «perdono per dichiarazioni errate e errate», senza specificare il motivo della ritrattazione, ma riaffermando la sua «fede cattolica, apostolica, romana», la sua «obbedienza alla gerarchia cattolica» e «al vescovo». Farina del suo sacco?, viene da chiedersi. ACI Digital afferma che al’epoca «chiese all'arcidiocesi di San Paolo se il video di ritrattazione fosse stato pubblicato su richiesta del cardinale Odilo Scherer. In risposta, l'arcidiocesi ha dichiarato che il video era stato pubblicato dal sacerdote "su sua iniziativa personale”».
In difesa di Lancellotti, vittima dell’imposizione al silenzio e della rimozione dai social network si sono registrate le voci di vari politici di partiti di sinistra, soprattutto del PT, il partito dei lavoratori.
*Foto ritaglia di Samia Bomfim tratta da Flickr
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