Il 2025 in Europa: da green a black in 8 mosse. Il bilancio del WWF
Di seguito il bilancio sconfortante del WWF per l'anno che si sta chiudendo, preceduto da questo sommarietto: «Dalla deforestazione al declassamento del lupo, il bilancio del WWF Italia sui passi indietro delle istituzioni europee nella tutela ambientale».
Il 2025 è stato l’anno della retromarcia dell’Unione europea sui temi ambientali e climatici. Le istituzioni europee, sotto la pressione degli Stati membri (a partire dal Governo Meloni), di grandi gruppi industriali e di ingerenze esterne all’Unione (a partire dall’amministrazione di Trump), stanno smantellando il Green Deal per inaugurare un Black and War Deal. Questo in nome di una "semplificazione" che in realtà nasconde una sistematica distruzione delle tutele dell’ambiente e della salute dei cittadini conquistate negli ultimi decenni. Gli investimenti si sono spostati sull’acquisto e sulla produzione di nuove armi e non sui reali bisogni degli europei.
Dagli animali alle foreste, passando per gli obiettivi climatici e l’agricoltura, il WWF Italia, nel suo bilancio di fine anno, denuncia le 8 orribili mosse con cui l’Europa rischia di cancellare leggi, regole e progetti che tutelano non solo l’ambiente, ma anche la salute umana e l’economia.
“Abbiamo passato il 2025 a cercare di contrastare singoli passi indietro nella legislazione europea, ma solo vedendoli tutti insieme ci si rende conto della trasformazione in atto-dichiara Alessandra Prampolini, direttrice generale del WWF Italia-. Il secondo mandato della Presidente von der Leyen si caratterizza per scelte che segnano un pericoloso allontanamento dai valori fondanti dell’Unione europea che hanno storicamente coniugato integrazione, diritti, qualità della vita e protezione della natura, e che oggi dovrebbero essere rafforzati, non indeboliti”.
1. RINVIO DEL REGOLAMENTO PER FERMARE LA DEFORESTAZIONE (EUDR)
L’EUDR è nato per garantire trasparenza, tracciabilità e responsabilità per le imprese così da impedire che prodotti legati alla distruzione delle foreste entrino nel mercato UE. Dopo un primo rinvio deciso a fine 2024, nell’ottobre 2025 la Commissione europea ha proposto nuove modifiche e un ulteriore slittamento a dicembre 2026, per micro e piccole imprese. Parlamento e Consiglio hanno poi di fatto affossato il regolamento, approvando nuovi rinvii per tutte le imprese escludendo categorie di prodotti e riducendo gli obblighi lungo le filiere. Ogni anno di ritardo comporta la perdita di circa 50 milioni di alberi e l’emissione di 16,8 milioni di tonnellate di gas serra. Nonostante le evidenze scientifiche, come l’Amazon Footprint Report 2025, sottolineino il peso dei consumi europei nella deforestazione globale, a partire dall’Amazzonia, l’UE non sembra preoccupata.
2. OMNIBUS AMBIENTE: A RISCHIO BIODIVERSITÀ, ACQUA PULITA, SALUTE PUBBLICA
Con l’Omnibus Ambiente di dicembre 2025, la Commissione europea mette in discussione pilastri fondamentali della protezione ambientale dell’UE. Intervenire sulle Direttive Habitat e Uccelli mette a rischio le norme che tutelano ecosistemi, specie e aree naturali da cui dipendono servizi essenziali come qualità dell’acqua e dell’aria, regolazione del clima e prevenzione del dissesto idrogeologico. Allo stesso tempo, la revisione al ribasso della Direttiva Quadro sulle Acque minaccia la protezione di fiumi e falde, compromettendo sicurezza idrica, salute pubblica e resilienza a siccità e alluvioni. Smantellare queste tutele significa esporre cittadini e territori a rischi ambientali e sanitari sempre maggiori.
3. DECLASSAMENTO NELLA PROTEZIONE DEL LUPO
La Commissione europea ha proposto a marzo, dopo il declassamento dello stato di protezione del lupo nella Convenzione di Berna, di adeguare anche la Direttiva Habitat. Nei mesi successivi Consiglio e Parlamento hanno sostenuto la revisione, accelerando l’iter legislativo che si è poi concluso a luglio. Ora gli Stati membri hanno tempo fino a inizio 2027 per decidere se recepire la modifica nelle rispettive legislazioni nazionali o mantenere il lupo rigorosamente protetto. Il declassamento va contro le evidenze scientifiche più recenti, che dimostrano come l’impatto del lupo sul settore zootecnico sia trascurabile e che gli abbattimenti non sono efficaci quanto le strategie di prevenzione per diminuire le predazioni sul bestiame. In Alto Adige, intanto, si è registrato il primo abbattimento legale di un lupo dopo oltre 50 anni.
Il WWF ha lanciato una petizione per fermare la caccia selvaggia e sono già state superate le 100mila firme: https://attivati.wwf.it/stop-caccia-selvaggia
4. POLITICA AGRICOLA COMUNE (PAC): ADDIO GREEN DEAL
Nel 2025 si è conclusa la controriforma della PAC 2023-2027, avviata dopo le proteste dei trattori nel 2024. Le associazioni agricole, con il sostegno della Commissione europea, hanno smantellato l’architettura verde: abolito l’obbligo di destinare il 4% dei seminativi alla natura, ridotta la tutela dei prati stabili anche all’interno dei siti Natura 2000, ridotti gli impegni ambientali per le aziende agricole certificate in biologico. A febbraio la Commissione ha presentato la Visione 2040 ignorando Farm to Fork e Biodiversità 2030, due strategie fondamentali per rendere l’agricoltura europea più sana e più sostenibile. A luglio la Commissione ha poi proposto una PAC 2028-2034 con la previsione di un taglio netto del 23% delle risorse e la creazione di un “Fondo Unico”, che metterà in competizione l’agricoltura con altri settori come l’industria, il commercio, il turismo, i servizi sociali, scatenando nuove proteste degli agricoltori a Bruxelles. Evidentemente non è sufficiente aver affossato le riforme verdi.
5. OBIETTIVI CLIMATICI DELUDENTI
Le politiche UE nel 2025 non sono all’altezza delle sfide climatiche. Il target -90% al 2040, indebolito da compensazioni, scende sotto l’85%. L’NDC (impegno climatico) europeo arriva in ritardo e con obiettivi insufficienti. Marcia indietro sul phase-out europeo del 2035 per la vendita dei motori endotermici, riducendo l'obiettivo di abbattimento delle emissioni di CO₂, per i carmaker, dal 100% al 90% entro il 2035 e aprendo alla follia del biometano per il settore auto e il trasporto su strada. La Commissione europea nel valutare i PNIEC non ha richiesto agli Stati Membri azioni di implementazione, né ha attivato procedure di infrazione su sollecitazione di numerosi ricorsi pervenuti dalle associazioni ambientaliste. Passo indietro anche sul sistema ETS2, rimandando l’entrata in vigore dal 2027 al 2028 e proponendo una revisione peggiorativa dell’Market Stability Reserve (MSR), che priva di efficacia sostanziale la misura, mettendo a rischio il raggiungimento degli obiettivi climatici.
Il WWF continua a chiedere di rafforzare strumenti vincolanti in linea con l’Accordo di Parigi, anche con la petizione: attivati.wwf.it/zero-scuse-sul-clima
6. CANCELLATO IL PROGRAMMA LIFE
Il nuovo bilancio UE rappresenta un duro colpo per clima e natura. La proposta della Commissione mantiene un obiettivo di spesa ambientale al 35%, ma senza criteri vincolanti né target settoriali chiari, rischiando di marginalizzare gli investimenti per la biodiversità e la protezione degli ecosistemi. La cancellazione del programma LIFE, l’unico strumento UE dedicato esclusivamente all’ambiente e all’azione climatica, è motivo di grave preoccupazione: senza un Programma LIFE autonomo, progetti per la natura e la biodiversità rischiano di perdere sostegno stabile e mirato, riducendo l’efficacia complessiva delle politiche europee per l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini.
7. VIA LIBERA SENZA LIMITI AI PESTICIDI
Dopo il ritiro del Regolamento SUR nel 2024 per la riduzione del 50% dei pesticidi entro il 2030, nel 2025 la Commissione europea ha proposto, con il pacchetto “Omnibus”, l’estensione illimitata delle autorizzazioni per l’immissione sul mercato di tutti i pesticidi, biocidi e additivi mangimistici, abolendo i limiti temporali (oggi la prima autorizzazione di un pesticida scade dopo 10 anni e il suo rinnovo, dopo un riesame, dopo altri 15). Anche i rinnovi diventeranno permanenti e in caso di divieto per rischi accertati i pesticidi resteranno in circolazione fino a tre anni con il pretesto dello smaltimento delle scorte. Una sostanziale liberalizzazione dell’uso dei pesticidi, che riduce drasticamente le tutele per ambiente e salute. Nel 2025, due sentenze della Corte di Giustizia europea hanno condannato le proroghe sul glifosato, mentre una nota rivista scientifica ha ritirato lo studio determinante per il suo rinnovo, a causa di accertati condizionamenti illeciti da parte delle industrie dell’agrochimica.
8. INDEBOLITE LE REGOLE SU TRASPARENZA E RESPONSABILITÀ DELLE IMPRESE
Sono state indebolite le regole pensate per rendere le imprese più trasparenti e responsabili. Queste norme avrebbero obbligato le aziende a dichiarare gli impatti delle proprie attività e a prevenire danni ambientali e violazioni dei diritti umani lungo l’intera filiera produttiva, come inquinamento, uso non sostenibile delle risorse, condizioni di lavoro pericolose o sfruttamento. Le modifiche approvate riducono drasticamente il numero di imprese obbligate a rispettare le regole, limitano le informazioni che le aziende devono rendere pubbliche e indeboliscono gli obblighi di prevenire e correggere danni ambientali e violazioni dei diritti umani.
L’azione della società civile
A settembre è arrivata una forte risposta civile: quasi 200.000 cittadini europei hanno chiesto alla Commissione di non indebolire le leggi che proteggono la natura, l’acqua e la salute delle persone con la campagna #HandsOffNature. Una mobilitazione ampia e trasversale, promossa dal WWF e da numerose organizzazioni, che dimostra come i cittadini non considerino le tutele ambientali un ostacolo, ma una garanzia essenziale per il loro benessere e per il futuro dell’Europa. Questa voce non può essere ignorata: l’Unione europea deve tornare a difendere i beni comuni, far applicare le leggi esistenti e rafforzare la protezione della natura.
Roma, 23 dicembre 2025
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