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A giorni, l'approvazione definitiva della riforma della Corte dei Conti: Bonelli:

A giorni, l'approvazione definitiva della riforma della Corte dei Conti: Bonelli: "una vendetta per il Ponte"

Il prossimo 27 dicembre il Senato voterà in via definitiva il disegno di legge sulla riforma della Corte dei Conti – l’organo istituzionale preposto al controllo delle spese dello Stato – noto come il DDL Foti (AC 1621), già approvato alla Camera il  9 aprile 2025.

Oggi, la nota di Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, che ne rileva i punti salienti e le conseguenti criticità. Bonelli titola: “La vendetta della maggioranza sul Ponte, vogliono impunità e una giustizia al loro servizio”.

Nel testo si legge: «Questa riforma è una vendetta della maggioranza contro la Corte dei conti, colpevole di aver dichiarato illegittima la procedura sul Ponte sullo Stretto. Altro che semplificazione: il governo Meloni smantella il principale presidio di legalità dello Stato per garantirsi impunità. Con il silenzio-assenso dopo 30 giorni si introduce una legalità a tempo: se il controllo non arriva, tutto passa. Appalti e atti da almeno 100 miliardi di euro tra PNRR e fondi europei rischiano di sfuggire a ogni vero controllo. Non perché siano legittimi, ma perché scade il tempo. È una scure sui controlli pubblici.

La riforma indebolisce l’azione della magistratura contabile, concentra il potere in poche mani e rende più difficile accertare responsabilità. Con il tetto al risarcimento al 30% del danno, chi sbaglia o spreca denaro pubblico paga meno. È un incentivo all’illecito. Il messaggio del governo è chiaro: meno controlli, più impunità. Vogliono una giustizia al loro servizio, sotto controllo politico. È questo il senso della riforma ed è questo il senso del sì al referendum. Noi ci opporremo a questo attacco alla legalità e alla tutela dei soldi pubblici».

Il testo del DDL Foti è stato contestato dall’Associazione Magistrati della Corte dei Conti (AMCC) che l’11 settembre scorso ha emesso il seguente comunicato stampa:

«È in questi giorni all’esame del Senato (Commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia) il disegno di legge di riforma della Corte dei conti, già approvato alla Camera. L’Associazione dei magistrati della Corte dei conti, come più volte rappresentato, anche in sede di audizione presso le competenti Commissioni, esprime preoccupazione per le possibili conseguenze della riforma sull’efficacia delle funzioni, giurisdizionali e di controllo, della Magistratura contabile, in particolare, sull’effettività del regime di responsabilità dei funzionari pubblici che, con condotte gravemente negligenti, arrecano danni alle risorse pubbliche.

Tra i principali punti di criticità l’Associazione richiama, come già fatto in passato, la previsione di visti taciti e pareri impliciti con efficacia esonerante della responsabilità, anche in mancanza di un’effettiva attività di controllo o consultiva, e l’introduzione di stringenti limiti quantitativi al danno risarcibile (ridotto al 30 per cento del pregiudizio e, comunque, ad un ammontare non superiore a due annualità di stipendio o di indennità di servizio), con conseguente traslazione a carico della collettività della quota residua di perdita economica.

Su tutti questi aspetti l’Associazione ha formulato specifiche proposte di modifica, di carattere tecnico, auspicandone l’accoglimento nel corso dei lavori parlamentari; ciò con l’obiettivo di assicurare che il disegno di legge garantisca un adeguato livello di tutela delle risorse pubbliche e rimanga coerente con la natura delle funzioni attribuite alla Corte dei conti dagli articoli 100 e 103 della Costituzione».

L’Osservatorio CPI ((Conti Pubblici Italiani) dell’Università Cattolica ha pubblicato, il 7/2/2025, un’analisi della riforma con il titolo: “Il disegno di legge Foti: attacco alla Corte dei conti o misura di efficientamento?”. L’Osservatorio sottolinea opportunità e criticità del DDL. In apertura, riguardo alla necessità della riforma scrive:

«Il danno erariale è il danno patrimoniale causato da un funzionario pubblico alla Pubblica Amministrazione (PA). Il danno può essere arrecato con dolo (cioè volontariamente) o colpa grave (cioè per negligenza o imprudenza). Il funzionario può essere chiamato a rispondere dell’illecito sotto diversi profili, tra cui quello della responsabilità amministrativa, che riguarda specificamente il danno patrimoniale arrecato alla PA.

Il giudizio sulla responsabilità amministrativa spetta alla Corte dei conti. Tuttavia, negli anni è emersa la necessità, riconosciuta anche dalla Corte costituzionale (vedi sentenza 132/2024 al link), di riformare il sistema della responsabilità amministrativa per non ostacolare l’azione della PA. Un controllo eccessivo potrebbe infatti disincentivare il funzionario pubblico dal prendere decisioni utili per la comunità. È il fenomeno della cosiddetta “burocrazia difensiva”, cioè la tendenza a evitare di prendere decisioni per timore delle conseguenze legali. Anche se le accuse fossero infondate, rimarrebbe il rischio di vedere danneggiata la propria carriera. E in effetti il controllo ‘eccessivo’ sembra esistere: oltre il 60% dei processi per danno erariale si conclude con l’assoluzione per infondatezza delle accuse. L’erario, tra l’altro, recupererebbe solo il 10% di quanto la Corte ha condannato a pagare. È evidente che qualcosa non funziona».

*Foo ritagliata di Francesco Gasparetti tratta da Commons Wikimedia, immagine originale e licenza

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