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Una proposta di Regolamento UE, appoggiata dall'Italia, minaccia 25 anni di

Una proposta di Regolamento UE, appoggiata dall'Italia, minaccia 25 anni di "OGM free"

Il movimento internazionale di contadini “La Via Campesina”, con il suo Coordinamento Europeo (ECVC) e l’Associazione Rurale Italiana, in una nota congiunta del 20 dicembre, puntano il dito contro il governo italiano, il quale in Europa ha appoggiato convintamente la «scellerata decisione» di deregolamentare i “nuovi OGM”.

La denuncia arriva all’indomani della riunione del Coreper (Comitato dei Rappresentanti Permanenti dei Paesi membri, organo preparatorio del Consiglio dell'UE), nel corso della quale gli Stati membri hanno approvato a maggioranza l'accordo provvisorio del Trilogo (che riunisce i rappresentanti di Commissione Europea, Parlamento Europeo e Consiglio Europeo) «sulla deregolamentazione degli OGM vegetali ottenuti con le nuove tecniche genomiche (OGM-NGT)». La differenza tra OGM e NGT – le Nuove Tecniche Genomiche, dette anche Tecniche di Evoluzione Assistita, che oggi sono comprese nelle regolamentazioni previste per gli Ogm e che la Commissione Europea intende deregolamentare in vista di un possibile sviluppo futuro – sta nel fatto che negli OGM si inserisce nel dna della pianta un gene proveniente da una specie diversa mentre nelle NGT si interviene solo sul dna della pianta stessa, o di specie affini che possono essere incrociate, attivando o disattivando geni già presenti per stimolare e replicare mutazioni che potrebbero darsi anche in natura, con tempi, modi e precisione però non certi.

Quando si è trattato di votare, spiegano le organizzazioni, «l’Italia si è schierata decisamente dalla parte dei favorevoli gettando al vento 25 anni della nostra agricoltura OGM Free e mettendo a serio rischio il comparto del biologico, la sovranità alimentare e il Made in Italy, solo pochi giorni dopo aver festeggiato il riconoscimento dell’UNESCO per la cucina tradizionale Italiana».

Nel mondo agricolo italiano è allarme: con il beneplacito dei nostri governanti, “sovranisti” a targhe alterne e solo quando non scomodano le lobby, «l’accordo calpesta le preoccupazioni espresse dalle industrie sementieri di dimensione più modeste in materia di brevetti, quelle dei contadini sulle sementi che metteranno nei campi, quelle delle produzioni prive di OGM (biologico, filiere di qualità, DOP, IGP, DOC e DOCG che valgono molte decine di miliardi di euro) e quelle dei consumatori ad essere informati sul contenuto del cibo che mettono in tavola».

Qual è dunque il tanto declamato “Made in Italy” in cui crede il nostro governo? Il problema è anche economico, perché questo accordo va a minare, secondo la nota, le esportazioni agroalimentari, che rappresentano il «vero punto di forza del nostro Paese» e che riceveranno uno stop dai mercati più rigorosi sugli OGM, «che hanno controlli molto più restrittivi e possono decidere di non importare i nostri prodotti nel sospetto della loro contaminazione da NGT, considerando che ci sono Paesi che trattano i prodotti NGT come OGM a tutti gli effetti».

«L'approvazione di questa proposta si basa su vuote promesse sulla presunta sostenibilità delle colture NGT, che non è supportata da alcuna prova scientifica né dalla loro disponibilità sul mercato», ha dichiarato Alessandra Turco (Comitato di Coordinamento ECVC). «L'unica motivazione alla base di questa proposta è quella di imporre il modello dei brevetti sulle sementi in Europa, costringendo gli agricoltori ad acquistare ogni anno OGM brevettati e consentendo la privatizzazione di tutte le sementi, comprese quelle tradizionali e contadine». La decisione degli ambasciatori del Coreper, invece di migliorare le precarie condizioni economiche dei contadini europei, «minaccerà gravemente i settori biologici e senza OGM, che sono ben consolidati in Europa».

La Nota accusa le istituzioni europee di fronteggiare la crisi del settore agricolo «con gli slogan o dando credito agli annunci miracolosi delle multinazionali delle sementi (al momento l’arrivo di un prodotto NGT sul mercato non è previsto di prima di 5-10 anni)». I problemi, conclude, «si risolvono ascoltando, interpretando e accogliendo le istanze di quelli che sulla terra ci lavorano e che tutti i giorni portano il cibo sulle nostre tavole». In chiusura, le organizzazioni contadine informano che la proposta in campo non è ancora un Regolamento approvato in via definitiva dal Parlamento europeo. E lancia un appello agli eurodeputati, italiani soprattutto, «a votare nell'interesse dei cittadini, degli agricoltori, delle piccole e medie imprese sementiere fondamentali per l’agricoltura italiana e degli operatori del settore biologico e senza OGM, e a respingere questo accordo dannoso salvaguardando così 25 anni di OGM free».

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