Abusi: per un fenomeno sistemico occorre una risposta sistematica
Come dico da anni, la Chiesa non è attrezzata, da un lato, per individuare i predatori e le predatrici paranoici che si infiltrano al suo interno e, dall’altro, per espellerli quando vengono scoperti. La risposta a un fenomeno sistemico deve essere una risposta sistematica.
La società francese ha istituito i RPS (rischi psico-sociali), insieme allo status di segnalatore di illeciti (whistleblower), per contrastare i pericoli che i predatori e le predatrici paranoici fanno correre alle imprese.
Per il momento, nella Chiesa si è impantanati in una comprensione esagerata della teologia del carattere sacramentale del sacramento dell’Ordine (almeno a Roma) e nell’applicazione di un diritto canonico che non è adatto a queste situazioni.
Di conseguenza, la Chiesa si ritrova sempre in difetto di fronte alla società quando uno dei suoi membri viene colto in flagrante in una doppia vita e nel compimento di atti criminali. Così facendo, dà l’impressione di proteggerli.
Auspico che papa Leone XIV sia, come il grande Benedetto XIV nel XVIII secolo, il legislatore capace di rispondere a queste situazioni drammatiche. Dovrà diventare automatico: quando si scoprirà un uomo o una donna paranoici che si sono infiltrati nella gerarchia, negli ordini e nei movimenti religiosi, l’allontanamento dovrà essere automatico.
Penso alla regola emanata da san Vincenzo Pallotti a metà del XIX secolo: non si accoglierà nella società nessuna persona animata da spirito di dominio.
*Immagine da Pixabay, immagine originale e licenza*
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