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La Curia di Pistoia precisa e frena: don Biancalani non è più parroco di Santa Maria Maggiore ma può continuare a lavorare a Vicofaro e con i migranti

La Curia di Pistoia precisa e frena: don Biancalani non è più parroco di Santa Maria Maggiore ma può continuare a lavorare a Vicofaro e con i migranti

PISTOIA-ADISTA. È una precisazione che assomiglia a una frenata quella diffusa oggi dalla Diocesi di Pistoia, in merito alla rimozione di don Massimo Biancalani in qualità di parroco di Santa Maria Maggiore a Vicofaro, dove per quasi dieci anni sono stati accolti centinaia di migranti africani dal parroco e dai volontari (v. Adista Notizie nn. 30 e 41/17; 13, 16, 25, 30, 32 e 38/18; 6/19; 21, 39 e 42/20; 1, 3, 14, 31, 36/22; 6, 10, 24 e 27/25; Adista Documenti n. 22/19); Adista Segni Nuovi n. 41/24; 15, 27 e /25; Adista News del 29 luglio e dell'11 agosto 2025).

«Don Biancalani – si legge nella nota della Curia – non è stato rimosso dal suo servizio pastorale, continua il suo lavoro presso la parrocchia di Vicofaro mentre prosegue il ministero di parroco, unitamente all’accoglienza di diversi immigrati o rifugiati, nella parrocchia di san Niccolò in Ramini. La sola rappresentanza legale della parrocchia di Vicofaro, assunta dallo stesso vescovo Tardelli nel giugno scorso, è stata al momento affidata a un altro presbitero». Ovvero a mons. Patrizio Fabbri, vicario episcopale per il clero e parroco di San Biagio in Cascheri, nominato amministrazione parrocchiale di Santa Maria Maggiore con il decreto episcopale datato 5 agosto, quello in cui il vescovo Fausto Tardelli rimproverava a Biancalani la sua «attitudine disobbediente».

Quindi è vero che don Massimo non è stato rimosso dal suo servizio pastorale, anche perché per farlo ci vorrebbe un iter diverso, e soprattutto il vescovo dovrebbe trovare colpe che don Biancalani non ha, se non quella – ma alla luce del Vangelo non sembra una colpa – di aver preso sul serio l’invito di papa Francesco a fare della chiesa un «ospedale da campo». Ma è anche vero – e lo conferma la Curia – che non è più parroco di Santa Maria Maggiore, anche se può continuare a esercitare a Vicofaro il proprio ministero. Resta invece regolarmente parroco di San Niccolò in Ramini, dove prosegue l’attività di accoglienza dei migranti, sebbene con numeri decisamente inferiori a quelli di Vicofaro.

La frenata del vescovo riguarda però l’immediato futuro. Nella nota della Curia, infatti, non si fa alcun cenno alla nomina di Biancalani come direttore dell’ufficio missionario diocesano – messa nero su bianco in un altro decreto episcopale –, un incarico che sarebbe alternativo al servizio a Vicofaro. È possibile che il vescovo Tardelli, in seguito all’eco mediatica che ha assunto la notizia della destituzione di don Massimo da parroco e alle numerose attestazioni di solidarietà nei confronti di Biancalani, ci abbia ripensato. E sarebbe una buona notizia.

 

*Foto presa dal profilo Facebook di don Massimo Biancalani, immagine originale 

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