Perché è "illegittimo" il progetto sul ponte di Messina. La sentenza della Corte dei Conti
Giorni importanti per il Ponte sullo stretto di Messina: domani, sabato 28 novembre, un grande corteo No Ponte attraverserà le strade di Messina, dove oggi si sta svolgendo un convegno sull'insostenibilità dell'opera e sabato per il grande corteo No Ponte e ieri è stata reso noto il testo della sentenza della Corte dei Conti, emesso il 29 ottobre che negava il «visto di legittimità».
Fra altre, tre le violazioni «di prioritario rilievo» (citazione dalla sentenza) riscontrate dal Collegio Il Collegio dell’organo costituzionale di controllo della gestione delle finanze pubbliche e così descritte:
«Violazione della direttiva 92/43/CE del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, a causa della carenza di istruttoria e di motivazione della c.d. delibera IROPI;
Violazione dell’art. 72 della direttiva 2014/24/UE, in considerazione delle modificazioni sostanziali, oggettive e soggettive, intervenute nell’originario rapporto contrattuale;
Violazione degli artt. 43 e 37 del decreto-legge n. 201/2011, per la mancata acquisizione del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti in relazione al piano tariffario posto a fondamento del piano economico e finanziario».
Ovvero, per la prima valutazione: i «motivi imperativi di “rilevante interesse pubblico” non risultano validate da organi tecnici», motivi che hanno consentito di superare la valutazione negativa della Via-Vas (Valutazioni e Autorizzazioni Ambientali». Per la seconda valutazione: il costo previsto per la realizzazione dell’opera è triplicato rispetto al contratto iniziale, ma l’art. 72 della direttiva Appalti prescrive una nuova procedura concorrenziale, cioè una nuova gara d’appalto, quando il costo supera il 50% dell’aumento. Per la terza: il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess), ha approvato un Piano economico finanziario (Pef) che «esclude, espressamente, la necessità di acquisire il parere dell'Autorità di regolazione dei trasporti» sul sistema tariffario perché la Società Stretto di Messina «gestirà in regime di concessione ex lege tratti di rete classificati come strada extraurbana di categoria B». Un Piano non solido secondo la Corte, preparato in base a uno «studio redatto da una società privata» individuata dalla concessionaria.
«La procedura seguita ostinatamente dal Governo ha violato le normative in materia di tutela ambientale e di appalti, oltre ad altre normative», hanno dichiarato subito Bonelli di Avs e il WWF. «Spiace dover essere arrivati alla pronuncia della Corte per vedere affermato quello che era sotto gli occhi di tutti e che organi ministeriali importanti che hanno esaminato l'iter del progetto non hanno incredibilmente colto. Ora il Governo ha di che riflettere. Noi, insieme a tutto il movimento che si oppone al Ponte e che chiede di impiegare 13,5 miliardi di euro per opere pubbliche di cui Sicilia e Calabria hanno fortemente bisogno, ci ritroveremo domani a Messina per un convegno sull'insostenibilità dell'opera e sabato per il grande corteo No Ponte».
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!
