Associazioni No-Ponte e partiti diffidano il sindaco di Messina quale responsabile di eventuali danni alla comunità e al territorio
Nuova iniziativa contro la costruzione del ponte sullo Stretto di Messina: il comitato Noponte Capo Peloro con Avs (Alleanza Verdi Sinistra), Cgil, Pd e M5S hanno annunciato il 16 agosto che promuovono una diffida al sindaco, Federico Basile, «ritenendolo eventualmente responsabile dei danni che la comunità e il territorio, persone e cose, dovessero subire a causa dell’apertura dei cantieri del ponte. La diffida verrà inviata al sindaco e per conoscenza al presidente della Regione siciliana e alla prefetta Di Stani dopo la raccolta firme che viene lanciata a partire da oggi e per un mese» (per il momento sarà possibile firmare solo presso “Casa Cariddi”, ex poste Torrefaro, in attesa d’individuare altri luoghi in città»).
«Sono stati presentati esposti e ricorsi – scrivono associazioni e partiti promotori –. Sono state evidenziate da istituzioni e associazioni la mancanza di alternative esaminate e violazione della normativa Ue, denunciando bypass procedurali e chiedendo un parere formale della Commissione europea. Le osservazioni, prescrizioni e condizioni avanzate nel procedimento rendono evidente la inadeguatezza progettuale e i potenziali impatti negativi su salute e ambiente. Ed è necessario il parere della Commissione europea, essendo il progetto in contrasto con la Direttiva Habitat (92/43/CEE) e la Direttiva Uccelli (2009/147/CE)».
Di seguito, il testo integrale della diffida, come riportata da tempostretto.it, inviata al Sindaco del Comune di Messina e al prefetto e, per conoscenza, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e ai Ministeri dell’Ambiente, della Cultura, della Salute, dell’Economia, delle Infrastrutture, nonché al Presidente della Regione Siciliana, alla Stretto di Messina S.p.A. e al consorzio Eurolink. In oggetto: “Collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria – Approvazione progetto definitivo CIPESS del 6 agosto 2025 – Diffida e richiesta di risarcimento danni”.
«I sottoscritti, componenti del Comitato No Ponte Capo Peloro e a titolo personale, in riferimento a quanto in oggetto, espongono quanto segue.
Premesso che
• tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, con atti aventi forza di legge-provvedimento, sono stati riesumati atti e contratti decaduti ed estinti dal 2012, relativi al progetto del ponte sullo Stretto, già allora ritenuto gravemente carente e irrealizzabile;
• il 29 gennaio 2024 è stato approvato il parere del Comitato tecnico-scientifico sul progetto definitivo aggiornato, con 68 raccomandazioni;
• il 15 febbraio 2024 il CDA della Stretto di Messina S.p.A., recependo tale parere, ha approvato la Relazione del Progettista di aggiornamento al Progetto Definitivo 2011 e la documentazione necessaria al riavvio dell’opera;
• il 26 febbraio 2024 la società ha presentato al Ministero dell’Ambiente e al Ministero della Cultura l’istanza per l’avvio e aggiornamento di quattro procedure integrate (Valutazione di Incidenza, VIA, verifica Piano terre e rocce da scavo, aggiornamento ottemperanze);
• il 12 aprile 2024 associazioni ambientaliste hanno depositato oltre 500 pagine di osservazioni, segnalando gravi carenze informative;
• il 15 aprile 2024 la Commissione Tecnica VIA ha richiesto 239 integrazioni;
• il 12 settembre 2024 la società ha depositato le integrazioni, sulle quali sono state prodotte ulteriori 600 pagine di osservazioni da associazioni, enti e soggetti privati;
• il 19 novembre 2024 è stato pubblicato il parere di compatibilità ambientale n. 19/2024, con 62 condizioni ambientali, rimandando ad una fase successiva la valutazione sull’ottemperanza delle prescrizioni già dichiarate non rispettate dal parere VIA n. 1185/2013, e con parere negativo sulla VINCA;
• davanti al T.A.R. Lazio pendono ricorsi contro il parere n. 19/2024, promossi da associazioni ambientaliste e dai Comuni di Villa San Giovanni e Reggio Calabria;
• il 9 aprile 2025, il Consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto “report IROPI” — acronimo inglese per Imperative Reasons of Overriding Public Interest (Motivi Imperativi di Rilevante Interesse Pubblico) ovvero una dichiarazione essenziale ai sensi dell’art. 6, comma 4, della Direttiva europea Habitat (92/43/CEE), che permette di aggirare la valutazione di incidenza ambientale negativa, ritenendo il progetto del ponte sullo stretto indispensabile per motivi di salute pubblica e sicurezza, anche sotto il profilo militare;
• anche avvero il superiore provvedimento, le amministrazioni locali di Villa S. Giovanni e Reggio Calabria, nonché alcune associazioni ambientaliste, hanno presentato ricorso al TAR del Lazio, per eccesso di potere, mancanza di alternative esaminate e violazione della normativa UE, denunciando bypass procedurali e chiedendo un parere formale della Commissione Europea;
• sono stati depositati esposti alle Procure di Roma, Reggio Calabria e Messina per evidenziare presunte illegittimità dell’iter procedurale seguito;
• uffici comunali, della città metropolitana e regionali hanno rilevato in conferenza di servizi gravissime criticità progettuali e rischi per la salute, l’ambiente, la biodiversità e per i diritti fondamentali dei cittadini, tutelati dagli artt. 2, 3, 9 e 32 della Costituzione;
• la Città Metropolitana di Messina – VI Direzione-Ambiente, quale ente gestore della Riserva “Laguna di Capo Peloro”, ha espresso parere negativo, evidenziando i rischi derivanti in particolare dal viadotto Pantano;
• la costruzione del tunnel ferroviario di collegamento al ponte espone numerosi edifici del centro abitato di Messina a rischi di subsidenza, come ammesso dagli stessi progettisti;
• con Delibera CIPESS del 6 agosto 2025 è stato approvato il progetto definitivo del “Collegamento viario e ferroviario fra la Sicilia ed il continente”.
Considerato che
• le osservazioni, prescrizioni e condizioni avanzate nel procedimento rendono evidente la inadeguatezza progettuale e i potenziali impatti negativi su salute e ambiente;
• non è stato attivato il dibattito pubblico, previsto dal Codice dei contratti pubblici (d.lgs. 50/2016 e d.lgs. 36/2023) come obbligatorio per le grandi opere infrastrutturali;
• è necessario il parere della Commissione europea, essendo il progetto in contrasto con la Direttiva Habitat (92/43/CEE) e la Direttiva Uccelli (2009/147/CE).
Tutto quanto sopra premesso e considerato, i sottoscritti
INVITANO
il Sindaco di Messina, anche nella qualità di Sindaco Metropolitano, ad assumere ogni utile iniziativa, anche giudiziaria e in via cautelare, per contestare l’illegittimità degli atti del procedimento, comprese le leggi-provvedimento, relativo alla realizzazione del collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria per contrasto con la Costituzione e con le norme europee, nonché per denunciare le gravi carenze progettuali che minacciano la salute dei cittadini, il paesaggio, il territorio e l’ambiente.
Si chiede altresì il coordinamento con i Sindaci di Villa San Giovanni e Reggio Calabria.
DIFFIDANO
il Sindaco di Messina, anche nella qualità di Sindaco Metropolitano, quale primo responsabile per la tutela della salute pubblica in città, e i destinatari in copia, dall’adottare qualsiasi ulteriore atto volto alla realizzazione del suddetto progetto, riservandosi di agire per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali (inclusi biologici e morali).
Si comunica che, in caso di mancato accoglimento, i firmatari si riservano di adire ogni sede, anche giudiziaria, per la tutela dei propri diritti e interessi».
*Foto ritagliata di Effems tratta da Commons Wikimdia, immagine originale e licenza
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