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Infine l'arcivescovo di Medellín obbedisce alla Corte costituzionale e pubblica un report sugli abusi su minori

Infine l'arcivescovo di Medellín obbedisce alla Corte costituzionale e pubblica un report sugli abusi su minori

L’arcivescovo di Medellín, mons. Ricardo Tobón, ha infine risposto alla richiesta del giornalista Juan Pablo Barrientos di rendere pubblici gli archivi relativi agli abusi sessuali su minori avvenuti nel suo territorio negli ultimi 30 anni. Una risposta parziale, in quanto l’arcidiocesi precisa di aver deciso di rispondere al primo blocco di tre domande che Barrientos aveva inizialmente posto nel febbraio 2021 sui casi di pedofilia commessi da sacerdoti negli ultimi 30 anni.

Tobón ha così ottemperato all’ingiunzione postagli il 2 giugno scorso dalla Corte costituzionale, cui Barrientos era ricorso denunciando che il silenzio mantenuto dalla diocesi violava il diritto all’informazione affermato dalla Carta fondamentale della Colombia. Il termine di consegna era il 19 agosto. Il 18, però, il vescovo informava: «Nel rispetto della legge e con la ferma decisione di collaborare per chiarire i fatti, il 12 agosto abbiamo chiesto alla Corte di chiarire alcuni punti della sua sentenza che abbiamo trovato confusi». In un video pubblicato sull'account Twitter dell'arcivescovato, mons. Tobón affermava che «una volta ricevuti questi dettagli, che riteniamo importanti, la nostra Arcidiocesi procederà a conformarsi alla sentenza in base ai criteri stabiliti dalla Corte Costituzionale».

Non è chiaro se la Corte abbia fornito le spiegazioni richieste, ma il 25 agosto la diocesi ha pubblicato una nota di 5 pagine in cui, «adempiendo alla sentenza della Corte costituzionale», precisa che sarebbero 25 i sacerdoti denunciati per reato di pedofilia fra il 1995 e il  2019 e trasmessi alla Procura; 11 le denunce canonicamente respinte; 23 quelle rinviate alla Congregazione per la Dottrina della Fede.

Dei 25 denunciati, 8 sono sospesi in via cautelare, 2 sono indagati, 2 hanno un «ministero limitato», 6 sono stati espulsi dalla Chiesa come pena massima dopo essere stati giudicati colpevoli e 6 sono attualmente attivi come parroci o vicari.

Lo scritto rivendica di aver agito con «trasparenza» e «impegno per la verità e che non c'è insabbiamento», sospetto ventilato da Barrientos a causa del lungo silenzio dell’arcidiocesi. Mons. Tobón ha anche reagito con veemenza alle accuse del giornalista. «Non posso tacere – ha dichiarato – di fronte a questa catena di attacchi ingiusti e inaccettabili. Invito l'opinione pubblica a non lasciarsi confondere da coloro che insistono nel mascherare una campagna maligna contro la Chiesa come un'indagine».

Barrientos, dopo il 19 agosto, aveva anche annunciato che avrebbe chiesto l’arresto immediato per il vescovo e il sequestro dell’archivio segreto per oltraggio alla Corte. Dopo la pubblicazione della nota della diocesi il giornalista si è astenuto da questo ulteriore passo.

*Veduta parziale della facciata della cattedrale di Medellín (Colombia). Foto tratta da it.wikipedia.org, immagine originale e licenza

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