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Medio Oriente:

Medio Oriente: "Città di Dio" rilancia la soluzione dei due Stati, e Gerusalemme città neutrale

“Città di Dio”, associazione con sede a Invorio (NO), che aderisce alla Rete dei Viandanti (info: 3338773018, associazionecittadidio@gmail.com, cittadidio.it) ha pubblicato sul suo sito, con data 5 novembre 2023, un editoriale dal titolo: “Due popoli, due Stati, Gerusalemme città neutrale”. La riflessione dell’associazione ecumenica di cultura religiosa – redatta a un mese circa dal brutale attentato condotto dal braccio armato di Hamas e, quindi, dall’inizio della ritorsione militare delle Forze armate israeliane sulla Striscia di Gaza – è stata ripresa e rilanciata oggi dal sito dei Viandanti.

In un momento di guerra e distruzione, l’associazione sottolinea ciò che storicamente unisce i tre monoteismi, e quindi le tre comunità di fede: «Dietro il popolo ebraico e il popolo palestinese si stagliano due grandi tradizioni religiose peraltro connesse tra loro: Abram è ritenuto anche dall'Islam padre della fede, primo e autentico hanif, profeta, primo credente in Allah, Iddio. Ebraismo e Cristianesimo sarebbero religioni del Libro rispetto alle quali l'ultima rivelazione di Muhammad – la religione dell'Islam – riporterebbe, a suo parere, il sentiero di Dio alla purità iniziale. Al di là della valutazione di questa storia, la lunga sequenza di antagonismi e lotte anche violente tra le tre religioni abramitiche non fanno onore alla loro comune radice né alla ricchezza spirituale che ciascuna, a suo modo, contiene».

E poi si arriva all’attualità, con «lo scontro di due identità ben diverse. Da un lato, Hamas, che è un gruppo islamista radicale, ispirato (e per questo sostenuto, nonostante sia sunnita) dall'Iran sciita, dal quale ha assunto il modello e gli scopi della Rivoluzione del 1979; tra le finalità dichiarate, come fu un tempo per l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP.) di Arafat, l'eliminazione dello Stato d'Israele». Con questi presupposti, ammette l’associazione nel suo testo, «al momento sarà difficile trattare», ma bisognerà attendere il tempo necessario affinché si compia dentro Hamas una riforma moderata, così come avvenne per l'OLP di Arafat. A maggior ragione, dunque, ribadisce “Città di Dio”, «riteniamo necessario distinguere Hamas dal popolo palestinese»: «Hamas non mostra di aver a cuore le sorti del popolo sacrificato, anzi, per le proprie finalità».

Dall'altro lato della barricata c’è lo Stato di Israele, «formalmente una democrazia sul modello occidentale». Israele, denuncia l’associazione, ha dovuto lottare per sopravvivere sin dalla sua nascita, ma ha anche violato sistematicamente le «leggi internazionali garanti dei diritti del popolo palestinese». «È certo che lo Stato di Israele negli ultimi decenni ha attivato una politica che ha messo in discussione la stessa possibilità di arrivare ad un accordo per la riformulazione territoriale di due popoli in due Stati» e, oggi, «la ritorsione per l'attacco ignobile del 7 ottobre, con la strage di civili provocata, è non solo fonte di imbarazzo politico, quanto di scandalo».

Nel suo documento, l’associazione condanna l’aggressione di Hamas e la ritorsione militare indiscriminata di Israele contro la popolazione civile di Gaza e condanna anche chi, «a vario titolo, giustifica l'una o l'altra violenza perpetrata»; dichiara «l'amore per i due popoli, ebraico e palestinese, le cui sorti sono figlie di una storia lunga e dolorosa»; garantisce «impegno, nel nostro piccolo spazio personale e di associazione, a favorire ogni occasione di conoscenza reciproca e di pacificazione»; lancia un appello ai leader politici a «promuovere risolutamente una via di pace che preveda il riconoscimento pieno di due popoli in due Stati liberi e capaci di autodeterminazione, la ripartizione dignitosa del territorio e delle risorse, in forza dei diritti dei rispettivi cittadini»;

in linea con la posizione di papa Francesco, chiede per Gerusalemme, «Città Santa delle tre religioni, uno statuto giuridico speciale che consenta il libero accesso a tutti fedeli».

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