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Povertà emergenza cronicizzata? l'Alleanza Contro la Povertà lancia l'allarme

Povertà emergenza cronicizzata? l'Alleanza Contro la Povertà lancia l'allarme

Povertà assoluta «verso il record storico»: l’Alleanza Contro la Povertà in Italia – rete di 35 organizzazioni tra le quali Acli, Action Aid, Anci, Azione Cattolica, Cgil, Cisl, Uil, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Jesuit Social Network, Save the Children, Umanità Nuova-Movimento dei Focolari, Arci, Croce Rossa Italiana, Focsiv, Unitalsi e Comunità Giovanni XXIII – legge i dati Istat sul 2023 e lancia l’allarme, avvertendo che «non c’è più tempo da perdere!».

Si potrebbe valutare che gli aumenti della povertà assoluta in Italia siano lievi e di poco conto, definendo una situazione in qualche modo stabile: le famiglie in povertà assoluta, infatti, passano dall’8,3% all’8,5% mentre gli individui singoli che versano in uno stato di povertà assoluta passano dal 9,7% al 9,8% (attualmente dunque 5,7 milioni di persone). Eppure, afferma l’Alleanza, guardando ai trend storici e al duro colpo inferto da pandemia e inflazione, si tratta invece «di un’emergenza che sta diventando strutturale e cronica». Dal 2014 in poi la povertà assoluta è sempre aumentata, segnando una leggerissima flessione solo nel 2019, grazie al Reddito di Cittadinanza. «Nel 2023, con l’eliminazione del Reddito di cittadinanza, si registra un nuovo, seppur lieve, aumento», avverte ancora l’Alleanza: «Segno che le misure di contrasto alla povertà necessitano di una decisa inversione di rotta, che parta dal ripristino dell’universalismo selettivo come principio fondante del contrasto alla povertà». E dunque, le stime Istat relative al 2023 «evidenziano non una situazione “stabile”, ma piuttosto un’emergenza socio economica che si sta cronicizzando».

In particolare, prosegue l’Alleanza, preoccupano sono due i record negativi che preoccupano maggiormente: i minori in contesti di povertà e le famiglie monoreddito con lavoratori dipendenti poveri. «Segno – spiega – che neanche chi lavora può considerarsi al riparo dal rischio di povertà assoluta. Il cosiddetto “working poor” è un altro fenomeno dilagante e allarmante, su cui Alleanza contro la povertà da tempo richiama l’attenzione».

Preoccupa anche la condizione delle famiglie povere che pagano affitto e delle famiglie straniere, più fragili di fronte ai fenomeni di impoverimento. La povertà, aggiunge l’Alleanza, colpisce più duramente nel Mezzogiorno ma colpisce sempre più anche a Nord. l’allarme è dunque vasto e generalizzato. Per questo occorre non abbassare la guardia, soprattutto in un Paese che si è privato di uno strumento di contrasto alla povertà come il Reddito di Cittadinanza.

«Con una lettera inviata nelle scorse settimane alla ministra Calderone», ha informato Antonio Russo (portavoce dell’Alleanza) «abbiamo comunicato ufficialmente la nostra disponibilità a condividere le nostre analisi e le nostre proposte, contenute nel Position Paper che abbiamo presentato lo scorso settembre. Finora, non abbiamo ricevuto risposta. Sollecitiamo quindi il ministero a un confronto costruttivo, fiduciosi che la nostra richiesta sia accolta e ci si possa mettere subito al lavoro, in uno spirito di collaborazione, per migliorare le misure, fino a ripristinare quel principio dell’universalismo selettivo che – lo ribadiamo – deve essere alla base di ogni misura di contrasto alla povertà. L’obiettivo è chiaro e non rinviabile: rispondere al bisogno di sostegno che arriva da un numero crescente di famiglie».

Leggi la nota dell'Alleanza contro la Povertà in Italia

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