Nessun articolo nel carrello

A 30 anni dal genocidio ruandese, il mondo non ha ancora imparato la lezione

A 30 anni dal genocidio ruandese, il mondo non ha ancora imparato la lezione

Tra il 6 aprile e metà luglio 1994 il Ruanda è stato teatro di uno dei massacri più efferati della storia dell’umanità: in circa 100 giorni furono massacrati a colpi di machete circa 800mila persone, per lo più di etnia tutsi. Ricorre quest’anno il 30° anniversario del genocidio ruandese, in un contesto geopolitico segnato da guerre e da massacri di popolazioni civili tanto che, sottolinea il periodico comboniano Nigrizia nell’editoriale di aprile, «l’idea che lo sterminio di un’intera popolazione possa essere impiegato come una qualsiasi altra strategia di guerra non è uscita dall’orizzonte delle cose possibili. Anzi, è tornata a essere materia dell’attualità battente». Il mensile missionario sembra riferirsi alle oltre 30mila vittime civili palestinesi della rappresaglia militare israeliana sulla Striscia di Gaza, in seguito alla brutale aggressione di Hamas del 7 ottobre scorso.

Lo slogan “mai più!”, seguito ai fatti del 1994, sembra dunque rimasto «lettera morta. Nonostante il monito funga da aspirazione fondamentale della Convenzione per la prevenzione e la punizione del genocidio che le Nazioni Unite hanno adottato nel 1948, in un mondo ancora scosso dalla terrificante “soluzione finale” che i nazisti avevano scatenato contro i cittadini ebrei, rom e sinti dell’Europa. Sconvolto e quindi determinato a evitare che qualcosa del genere potesse ripetersi. Così non è stato».

Il termine stesso, “genocidio”, «definizione terribile» per indicare lo sterminio di un interno gruppo etnico o religioso, «doveva rimanere solo un monito ed è invece diventata una realtà con cui fare i conti con i nuovi strumenti di cui la comunità internazionale si era nel frattempo dotata». E, così, dopo il Ruanda, i Balcani con la strage di Srebrenica, e oggi la Striscia di Gaza: «Il Sudafrica ha denunciato il governo del premier Netanyahu per genocidio presso la Corte Internazionale di Giustizia dell’Onu con sede all’Aia. Il 26 gennaio, la Corte ha chiesto a Israele di fare tutto il possibile per “prevenire possibili atti genocidari”».

Avverte Nigrizia che occorre ancora del tempo per formulare il giudizio finale sull’eventuale genocidio condotto da Israele a Gaza. «Ma l’eliminazione dell’altro, simbolicamente, nasce ancora prima di quella che vediamo sui campi di battaglia». E, in tal senso, il mondo è attraversato dall’intento genocidario: «Lontano dagli occhi della comunità internazionale, non sappiamo neanche che contorni prendano le violenze terribili che si stanno verificando».

Questo succede per esempio in Sudan, «dove da un anno i due “padri-padroni” del paese, i generali al-Burhan e Hemeti, si contendono il potere a colpi di guerra civile. E a forza di omicidi di massa, come quelli che stanno avvenendo in Darfur, dove le popolazioni non arabe, soprattutto i masalit, denunciano, appunto, un genocidio».

Del Sudan però, ammonisce Nigrizia, non interessa a nessuno. «Non c’è tempo, non c’è attenzione a sufficienza per stare su più crisi in una volta. Nasce un sospetto: forse le potenzialità di un genocidio non vanno cercate tanto più in là della mente di chi crede davvero che vi siano esseri umani di serie A e di serie B. Consapevoli di questo, non torneremo più a chiederci, in futuro, perché una cosa tanto assurda e tanto violenta non è successa “mai più”».

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.