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Abusi di potere spirituale e colpevolizzazione delle vittime

SANTIAGO DEL CILE-ADISTA. Prosegue la pubblicazione, in traduzione italiana, di una serie di contributi e approfondimenti sulle cause sistemiche degli abusi nella Chiesa cattolica che Adista sta portando avanti, cercando e raccogliendo testi di natura accademica particolarmente significativi e illuminanti, segno di un significativo interesse del mondo scientifico per l’indagine sulle cause strutturali del problema. Dopo i saggi di Doris Reisinger sugli abusi riproduttivi , di Ute Leimgruber sugli abusi su persone adulte nella cura pastorale e di Ianire Angulo Ordorika sulle dinamiche abusive nelle istituzioni ecclesiali,  pubblichiamo ora un articolo del teologo cileno Samuel Fernández, docente presso presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Universidad Católica de Chile e membro del Centro de investigación del abuso y la adversidad temprana (Centro di investigazione su abuso e prime avversità, CUIDA) istituito  presso la Facoltà stessa. L’articolo, intitolato “Victims Are Not Guilty! Spiritual Abuse and Ecclesiastical Responsibility”, è stato pubblicato sulla rivista open access Religions (n. 13, 427) il 9 maggio scorso. Sotto la lente d’ingrandimento, il processo di colpevolizzazione delle vittime causato dalla loro definizione come persone “vulnerabili”, e la responsabilità istituzionale della Chiesa sotto questo aspetto. Si parte dalle le definizioni correnti di abuso spirituale affrontando poi diversi temi che ne derivano: la natura del potere spirituale e i suoi effetti, la questione della vulnerabilità, la dimensione istituzionale dell'abuso spirituale in ambito cattolico e il tema controverso dell'intenzionalità dell’abusatore. 

L’abuso spirituale, in effetti, in quanto abuso di potere che ha luogo in un contesto spirituale. si distingue da altri tipi di abuso ricorrenti nella società: il potere spirituale del predatore discende in primo luogo dall’istituzione che lo legittima e lo supporta, tanto da garantirgli l'autorità anche in assenza di particolari qualità carismatiche. In questo senso, l’abuso spirituale, sottolinea Fernández, è connotato da una dimensione ecclesiale ed ecclesiastica.

Fernández si sofferma anche sull’ambiguità e sull’ambivalenza del concetto di vulnerabilità, che può implicare la colpevolizzazione della vittima. Occorre distinugere, scrive, tra una vulnerabilità speciale (quella cui si riferisce papa Francesco  nel motu proprio Vos estis lux mundi:  quella di «Qualsiasi persona che si trovi in uno stato di infermità, di deficienza fisica o psichica, o di privazione della libertà personale che, di fatto, anche occasionalmente, ne limiti la capacità di intendere e di volere o comunque di resistere all'offesa»), e una radicale o generale che, lungi dall’essere una carenza, è un tratto comune a tutti gli esseri umani. A determinare l'abuso, dunque, non sono alcune caratteristiche delle persone che lo subiscono; questo errato principio favorisce la colpevolizzazione delle vittime e, peggio ancora, l'autocolpevolizzazione. 

Di seguito proponiamo, in una nostra traduzione dall’inglese, l’articolo di Samuel Fernández, in un numero speciale online, gratuito e accessibile a tutti. 

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