Nessun articolo nel carrello

ABUSI SESSUALI DEL CLERO E GRAVIDANZE: IL PRIMO STUDIO ACCADEMICO

ABUSI SESSUALI DEL CLERO E GRAVIDANZE: IL PRIMO STUDIO ACCADEMICO

Tratto da: Adista Documenti n° 00 del 26/02/2022

ROMA-ADISTA. Obbligate a nascondersi, ad abortire, spesso in condizioni disperate, o a partorire in contesti non sicuri, dopo gravidanze prive di qualsiasi assistenza medica, dando poi subito in adozione i neonati; condannate a non fare mai il nome del padre, a mentire a tutti, a subire la stigmatizzazione sociale, a portare interamente da sole, tra difficoltà indicibili, il peso di un abuso e di esperienze disumane, il cui responsabile resta sempre impunito, protetto, garantito dall’istituzione: sono le donne, spesso ragazzine adolescenti, vittime di abusi sessuali che sfociano in una gravidanza, perpetrati da preti cattolici. Nel quadro degli abusi clericali, forse il versante più oscuro di tutti, non ancora studiato ed esaminato. Ora, a metterlo sotto la lente d’ingrandimento, colmando questo vuoto di attenzione e analisi, è la teologa tedesca Doris Reisinger, del Dipartimento di Teologia cattolica della Goethe Universität di Francoforte, lei stessa vittima di abusi , in un articolo accademico “open access” (quindi aperto a tutti) pubblicato sulla rivista Religions (13, 198; appartenente alla piattaforma open access MDPI), frutto di due anni di ricerca e che aveva preannuciato la scorsa estate. La ricerca è partita dalla constatazione che in un numero significativo di casi, i preti abusatori causano gravidanze e obbligano le loro vittime a essere invisibili, a ricorrere all’aborto, o a partorire per poi far adottare il neonato o la neonata: è il fenomeno che la ricerca definisce come “abuso riproduttivo”. È evidente che molte delle vittime sono donne adulte, ma anche tra le minorenni che hanno vissuto l’abuso di preti pedofili una percentuale che varia dall’1 al 10% può essere stata vittima di abuso riproduttivo. Reisinger si basa su numerose fonti e su materiale d’archivio che riguarda decine di accuse di abuso riproduttivo nel contesto della Chiesa cattolica statunitense. Oltre a cercare di fare una stima della frequenza globale del fenomeno, essa distingue tre diversi tipi di abuso riproduttivo nonché un’analisi dell’interazione tra misoginia clericale e secolare, prima responsabile del silenziamento delle vittime, trattate come oggetti e stigmatizzate, e dell’impunità degli abusatori, sempre protetti dall’istituzione; aspetti che spiegano l’invisibilità del fenomeno, ancora più paradossale se si pensa all’importanza attribuita dal magistero ecclesiale alle tematiche bioetiche e alla morale sessuale. Proponiamo il testo integrale dell’articolo, rendendolo disponibile a tutti i lettori, - secondo lo spirito con cui è stato concepito e pubblicato -, in un numero speciale “extra” online, che potete scaricare dal sito, in una nostra traduzione dall’inglese. 

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.