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Ex presidenti di Spagna e America Latina a Francesco: basta con il tuo silenzio sul Nicaragua

Ex presidenti di Spagna e America Latina a Francesco: basta con il tuo silenzio sul Nicaragua

Sono diventati virali gli appelli rivolti a papa Francesco (v. qui, qui e qui) perché prenda parola contro la “guerra” che il presidente nicaraguense Daniel Ortega sta portando alla Chiesa cattolica del suo Paese. È di ieri il comunicato in cui gli ex-presidenti* partecipanti all'Iniziativa Democratica della Spagna e delle Americhe (IDEA) manifestano la loro preoccupazione per la «persecuzione religiosa scatenata dalla dittatura».

Nella loro dichiarazione sul regime di Ortega e Rosario Murillo, moglie di Ortega e vicepresidente, gli ex capi di Stato e di governo denunciano l'attuale «aggravata persecuzione della libertà religiosa» dopo la recente «criminalizzazione dei leader politici e sociali» e la «riduzione radicale» di ogni libertà di espressione e premere. «Ora [il regime nicaraguense] avanza verso la persecuzione dei capi episcopali cattolici, sacerdoti e religiosi», anche con la loro espulsione dal territorio nazionale, come è il caso delle emblematiche Missionarie della Carità, ricorda IDEA.

A Francesco i firmatari chiedono una «posizione ferma» di fronte all'«incendio delle chiese e alla distruzione selvaggia delle immagini del culto cattolico» nel Centro Paese americano, crimini che «emulano le persecuzioni del nazismo e il rogo di libri nel 1933». Ortega, sottolinea IDEA, non vuole che «distruggere le radici culturali e spirituali del popolo nicaraguense per lasciargli l'anomia» affinché diventino «facili prede» attraverso la «distruzione della loro dignità e delle loro radici culturali», come rivelato dalla recente chiusura dell'Accademia delle lingue del Nicaragua (ANL).

* Óscar Arias, Laura Chinchilla, Luis Guillermo Solís e Miguel Ángel Rodríguez, dal Costa Rica; José Maria Aznar (Spagna); Vicente Fox, Rafael Ángel Calderón e Felipe Calderón (Messico); Mireya Moscoso e Nicolás Ardito Barletta (Panama); Carlos Mesa e Jorge "Tuto" Quiroga (Bolivia); Alfredo Cristiani, dal Salvador; Mauricio Macri, dall'Argentina; Sebastián Piñera e Eduardo Frei, dal Cile; Luis Alberto Lacalle, dall'Uruguay; Lucio Gutiérrez, Osvaldo Hurtado e Jamil Mahuad, dall'Ecuador; Iván Duque, Andrés Pastrana e Álvaro Uribe, dalla Colombia, e Juan Carlos Wasmosy e Federico Franco, dal Paraguay.

*Rosario Murillo e Daniel Ortega

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