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Allarme Reddito di Cittadinanza: correggere ed estendere, non sopprimere

Allarme Reddito di Cittadinanza: correggere ed estendere, non sopprimere

L’ipotesi della soppressione del Reddito di Cittadinanza RdC) a partire dal 2024 preoccupa le associazioni che operano nei contesti di marginalità e che si battono per la dignità e i diritti dei più poveri e degli esclusi. È netta la posizione, tra queste, delle organizzazioni afferenti all’Alleanza contro la povertà in Italia, rete della società civile alla quale aderiscono, tra le altre, associazioni e organizzazioni come Acli, Action Aid, Anci, Azione Cattolica, Cgil, Cisl, Uil, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Jesuit Social Network, Save the Children, Umanità Nuova-Movimento dei Focolari, Arci, Croce Rossa Italiana, Focsiv, Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) e Comunità Papa Giovanni XXIII.

Un «errore», afferma l’Alleanza, annunciare la chiusura di una misura di contrasto alla povertà «senza delineare alcuna ipotesi di sostituzione», tra l’altro «in un periodo che si preannuncerebbe di recessione».

La rete invita il governo ad un incontro «per discutere proposte e correttivi» al RdC. Non è infatti la prima volta che le associazioni denunciano i “difetti” dell’attuale dispositivo di sostegno al reddito, soprattutto di fronte ad una platea di poveri che si allarga continuamente senza riuscire a beneficiarne. «Ampliamento della platea degli aventi diritto», «adeguamento degli importi in relazione all’aumento del costo della vita», «rafforzamento effettivo dei percorsi di politiche attive» per l’inserimento lavorativo: sono questi i tre assi portanti dell’intervento normativo richiesto dall’Alleanza.

«L’annunciato intervento su Reddito di Cittadinanza in legge di bilancio (per quanto non si disponga ancora di un testo da analizzare) appare colpire quelle famiglie in povertà in cui il componente abile al lavoro risulterebbe colpevolizzato rispetto al fatto di non riuscire ad essere occupato entro 8 mesi», denuncia la rete di associazioni. «La logica non può essere quella di tagliare uno strumento, ma di renderlo più efficiente ed efficace. Per questo al nuovo Governo ancora chiediamo un incontro per meglio definire un percorso che tenga conto delle necessità e le priorità da affrontare per dare risposta ai milioni di persone che vivono in condizioni di povertà. Attendiamo di essere convocati per effettuare proposte concrete e puntuali».

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