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Armi nucleari? “Una follia contro l’umanità”. Tonio Dell’Olio su “Vita Pastorale”

Armi nucleari? “Una follia contro l’umanità”. Tonio Dell’Olio su “Vita Pastorale”

Nella Pacem in terris del 1963, papa Giovanni XXIII definiva il ricorso e la minaccia delle armi di distruzione di massa, atomiche in particolari, «alienum est a ratione». Don Tonino Bello – ricorda Tonio Dell’Olio (presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi) in un articolo su Vita Pastorale di novembre – traduceva quell’espressione con «è roba da manicomio». A 60 anni da quella «Magna Charta della visione cristiana della pace» numerose nazioni hanno preso consapevolezza della follia nucleare, ma tra queste mancano proprio le potenze nucleari e i Paesi di queste alleati, come l’Italia, «che possiede armi nucleari statunitensi nei siti di Ghedi (Brescia) e Aviano (Pordenone)». L’autore ricostruisce quindi il percorso, nato in seno alla società civile riunita intorno alla Campagna ICAN (Nobel per la Pace 2017), che ha portato all’adozione del Trattato di proibizione delle armi nucleari Tpnw, firmato da 86 Stati, ratificato da 66 e in vigore al 22 gennaio 2021 (90 giorni dopo la 50.ma firma). Alla Conferenza degli Stati parte del Trattato, ospitata a Vienna a giugno scorso, l’Italia non ha partecipato nemmeno come osservatore, al pari di altri Stati che comunque detengono ordigni nucleari.

La dichiarazione finale della Conferenza sottolinea che «le catastrofiche conseguenze umanitarie delle armi nucleari non possono essere affrontate adeguatamente, trascendono i confini nazionali, pongono gravi implicazioni per la sopravvivenza e il benessere umano e sono incompatibili con il rispetto del diritto alla vita. Esse infliggono distruzione, morte e sfollamento, nonché profondi danni a lungo termine all’ambiente, allo sviluppo socioeconomico e sostenibile, all’economia globale, alla sicurezza alimentare e alla salute delle generazioni attuali e future, anche per quanto riguarda l’impatto sproporzionato che hanno su donne e ragazze».

Anche papa Francesco ha “aderito” alla Conferenza, ricorda Tonio Dell’Olio, inviando un messaggio ai partecipanti nel quale afferma che «un mondo libero dalle armi nucleari è sia necessario sia possibile». Per il papa, gli ordigni nucleari rappresentano solo un’illusione di sicurezza, fondata sulla deterrenza, e anzi «rappresentano un “moltiplicatore di rischio”» e pertanto «l’uso di armi nucleari, come pure il loro mero possesso, è immorale». Il papa ha scritto anche che la corsa al nucleare «conduce inevitabilmente a rapporti avvelenati tra popoli». Tanto che, si legge nell’articolo, intorno al Tpnw «è nata una lobby internazionale, autorevole e diffusa, che vuol costruire la pace partendo dall’eliminazione della minaccia più grave e decisiva».

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