Nessun articolo nel carrello

I

I "corridoi umanitari" compiono 7 anni: un bilancio

I “corridoi umanitari” – percorsi di accesso legali e sicuri per profughi – compiono 7 anni: un bilancio dell’iniziativa, nata nel 2015 dall’impegno delle Chiese cristiane e della società civile italiana come risposta concreta al traffico di esseri umani e ai drammatici naufragi nel Mediterraneo, è stato fatto dal Redattore Sociale in un’intervista di ieri di Eleonora Camilli (giornalista della testata esperta di migrazioni) a Daniela Pompei (responsabile della Comunità di Sant’Egidio per i servizi ai migranti).

A dare il via al primo progetto pilota di Sant’Egidio e Fcei (Federazione delle Chiese evangeliche in Italia) è stata la grande crisi siriana che ha provocato un’impennata di migrazioni forzate e, conseguentemente, di tragedie dei migranti. Sant’Egidio ha deciso allora di iniziare dai campi profughi in Libano, dove numerosi siriani trovavano un primo provvisorio riparo. «Nel campo di Tel Abbas abbiamo incontrato la Comunità Papa Giovanni XXIII che lì opera con alcuni volontari», racconta Daniela Pompei. «Il primo corridoio è partito da lì, da quel campo spontaneo e in cui le persone vivono da anni in condizioni terribili».

L’Italia può vantare il primato di essere stata apripista europea dei “corridoi umanitari”. Le istituzioni – in particolare i Ministeri degli Esteri e dell’Interno – hanno accettato la partnership e l’avvio del progetto, spiega Pompei, quando Sant’Egidio, Chiese evangeliche e Tavola Valdese hanno deciso di farsi carico totalmente dei viaggi, dell’accoglienza e dei percorsi personalizzati d’integrazione dei profughi. La firma del primo protocollo, per mille siriani, con l’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni è arrivata, dopo una lunga trattativa, il 14 dicembre 2015, precisamente 7 anni fa.

L’intervistata parla dei “corridoi umanitari” come di una risposta importante e necessaria, che ha portato in Italia fino a ora 5850 persone a rischio, ma comunque non sufficiente: i fenomeni migratori, vasti e complessi, richiedono «risposte complessive» a livello nazionale e comunitario, di cui non può farsi carico la sola società civile. Da soli, «non esauriscono il tema della risposta al flusso via mare», come invece invocano alcuni politici che in campagna elettorale hanno proposto i corridoi come alternativa ai salvataggi delle Ong in mare.

Leggi l'intervista su Redattore Sociale

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.