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Disarmo nucleare: a tre anni dall'entrata in vigore del TPNW l'Italia ancora non fa passi avanti

Disarmo nucleare: a tre anni dall'entrata in vigore del TPNW l'Italia ancora non fa passi avanti

Il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW, qui il testo integrale in una traduzione all’italiano) rappresenta il primo trattato internazionale legalmente vincolante che rende illegali le armi nucleari e ne vieta l’uso, lo sviluppo, la fabbricazione, l’acquisizione, il possesso, lo stoccaggio, il trasferimento e persino la minaccia d’uso. Adottato dalle Nazioni Unite il 7 luglio 2017 dopo una massiccia mobilitazione della società civile internazionale, il TPNW è entrato in vigore il 22 gennaio 2021, 90 giorni dopo la ratifica del 50.mo Stato.

Si è celebrato ieri, 22 gennaio, il terzo anniversario dell’entrato in vigore, in un contesto globale tuttaltro che rassicurante, caratterizzato una «guerra mondiale a pezzi», così profetizzata da papa Francesco, nella quale la prospettiva di uno scenario di guerra totale nucleare non sembra più così remota. Di fronte alla reale minaccia del ricorso alle armi nucleari e in occasioe di questo anniversario funestato di conflitti, Senzatomica e Rete Italiana Pace e Disarmo – che in Italia hanno avviato la campagna “Italia, ripensaci” per chiedere anche al nostro Paese di aderire al TPNW – rilanciano le 50 proposte per un percorso di disarmo nucleare concreto e globale proposte del “Piano di Azione” elaborato, nell’ambito del TPNW, nel corso della prima Conferenza degli Stati Parti del Trattato, che si è tenuta a Vienna nel giugno 2022.

Così spiega la Rete italiana Pace e Disarmo in una nota diramata in occasione del 3 anniversario dell’entrata in vigore del TPNW: «La “Dichiarazione di Vienna”, approvata per acclamazione e con pieno consenso, ha dimostrato che esiste una nuova alleanza globale che utilizza il quadro di riferimento del Trattato TPNW per ridurre i rischi di guerra nucleare, definendo passi concreti e collettivi per porre fine all’era delle armi nucleari. Insieme al “Piano d’azione” definito nella stessa sede costituisce un’azione concreta e mirata che coinvolge una comunità veramente globale di governi e società civile in percorsi di disarmo nucleare».

Ribadisce la Rete che, purtroppo, «l’Italia mantiene al momento una posizione di distanza dal Trattato, evidenziata dalla decisione di non partecipare né alla prima Conferenza del Trattato a Vienna nel 2022 (cui invece hanno preso parte alleati UE e NATO pur non ancora parte del TPNW) né alla seconda Conferenza di New York nel 2023. Un momento importante per il cammino verso il disarmo nucleare a cui invece non ha fatto mancare il proprio contributo la società civile italiana, che ha in particolare sottolineato la necessità che a questo percorso partecipino gli Stati NATO come l’Italia nel contesto di una Conferenza che ha visto gli Stati del TPNW condannare la cosiddetta “teoria della Deterrenza” come un problema di sicurezza significativo». L’auspicio, mai sopito, è che presto governo e Parlamento «decidano di compiere passi concreti verso la costruzione di un mondo libero da armi nucleari, dando degno seguito all’impegno sottoscritto con il Trattato di Non Proliferazione (NPT). Siamo convinti che sia necessario trasformare la logica della giustificazione delle armi nucleari alla radice e concepire una sicurezza basata sul rispetto della dignità della vita di tutti. Come sosteniamo da anni l’Italia potrebbe iniziare a coinvolgersi in questo percorso anche solo sostenendo programmi di assistenza e compensazione per le vittime di armi e test nucleari, e per l’ambiente in cui vivono».

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