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L'Autonomia differenziata penalizza i cittadini vulnerabili. Le considerazioni della FISH

L'Autonomia differenziata penalizza i cittadini vulnerabili. Le considerazioni della FISH

Se le risorse per le politiche sociali sono territoriali, si penalizzano i territori più poveri e dunque i cittadini più vulnerabili. È questa la buia prospettiva in cui la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’handicap) legge il progetto di Autonomia differenziata approvato al Senato il 23 gennaio. Di segito il breve testo diffuso dalla FISH.

L’approvazione in Senato del disegno di legge sull’autonomia differenziata, incide anche sui livelli essenziali di prestazione (Lep). Le Regioni potranno trattenere il gettito fiscale legato alle erogazioni dei servizi per l’utilizzo di quelle risorse sul proprio territorio. Ciò, però, potrebbe portare ad un ulteriore squilibrio, con le Regioni più povere con minore capacità di spesa. E, tra queste, ci sono quelle del Mezzogiorno. I Lep devono essere garantiti, come dice la legge, in maniera omogenea in tutta Italia.

Il disegno di legge 615 prevede che le funzioni autonome agli enti regionali potranno essere attribuite dopo l’approvazione dei Lep. Questo ultimo passaggio è atteso dal 2017, ma sarà necessario amplificare il sistema e mettere al centro dei servizi la persona e le sue esigenze. Dall’istruzione al lavoro fino alla salute.

«L’assenza di risorse dello Stato, lasciando tutto alle risorse territoriali, non consentirà di garantire i servizi minimi, aumentando, di fatto, le disparità territoriali e tra i cittadini. Saranno i più vulnerabili, e tra loro le persone con disabilità, a pagare, ancora una volta, in termini di welfare e diritti. Come avevamo detto lo scorso anno sarebbe più giusto lavorare più che sull’autonomia differenziata, sull’autonomia solidale. In questo senso lo Stato dovrebbe sostenere le Regioni in maggiore difficoltà». A dirlo il presidente di FISH, Vincenzo Falabella.

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