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CACCIATE LA MADDALENA. L’INIZIATIVA ANTI PROSTITUTE DI UN PARROCO ROMANO

Tratto da: Adista Notizie n° 71 del 20/10/2007

34089. ROMA-ADISTA. È nata da un’idea di padre Gianfranco Palmisano, religioso cappuccino e parroco della chiesa di San Felice da Cantalice, nel popolare quartiere di Centocelle, periferia est di Roma, la mobilitazione antiprostituzione della comunità parrocchiale. L’iniziativa prevede una raccolta di firme sul sagrato della chiesa in calce ad una petizione che intende sollecitare il Comune e le forze dell’ordine ad allontanare le lucciole dal quartiere e da viale Palmiro Togliatti, dove l’attività è maggiormente concentrata e visibile. “La situazione nel quartiere è diventata insostenibile – ha spiegato a La Repubblica (9/10) padre Gianfranco – ad ogni ora del giorno e della notte le prostitute assediano non solo viale Palmiro Togliatti, ma anche via delle Acacie e via Casilina. I negozianti spesso sono costretti ad abbassare le serrande per non vedere scene volgari e al tramonto le prostitute attirano i clienti proprio sul piazzale della chiesa, allontanando i fedeli e quanti vorrebbero venire a pregare o a recitare il rosario”. Inoltre, scrivono i cittadini in una lettera che verrà allegata alla raccolta firme, “tutti i giorni siamo costretti ad assistere a spettacoli indecenti e atti osceni: sono state sorprese persone che consumavano all'aperto. Le prostitute invadono la carreggiata per adescare la propria clientela creando rallentamenti improvvisi e conseguente rischio di tamponamento”. L’esasperazione del quartiere è giunta ad un punto di non ritorno. “La popolazione di Centocelle – riporta il testo della petizione – che ha già dimostrato una grande capacità di accoglienza e integrazione con la numerosa popolazione musulmana della seconda moschea di Roma nonché una tolleranza nei confronti dei tanti nomadi presente nel quartiere, oggi è stanca e arrabbiata! Stavolta dobbiamo denunciare con forza questa situazione di illegalità diffusa che non siamo più disposti a tollerare per di più in un quartiere già così difficile!”. Il parroco di San Felice taglia corto sulle questioni di ordine morale e pastorale: “Non si tratta di dare accoglienza e sostegno alle ragazze – spiega ancora a La Repubblica – non è una questione di carità cristiana, ma di civiltà: bisogna riportare il decoro nella zona e l’unico modo per farlo è allontanare le prostitute”. “Non mi interessa dove andranno, l’importante è che se ne vadano dal quartiere. Ad aiutarle ci pensi Don Benzi: io qui non le voglio più vedere”. La battaglia di “civiltà” di padre Gianfranco cavalca il sentimento di disagio dei residenti. Il 6 e 7 ottobre, in due soli giorni, la petizione ha raccolto infatti più di mille firme, nonché il sostegno di molti esercizi commerciali della zona. I firmatari chiedono formalmente al sindaco Veltroni e al prefetto Mosca di “mantenere ed estendere la presenza della pattuglia antiprostituzione dei vigili urbani da poco attivata su viale P. Togliatti (tratto via delle Acacie e via Casilina) nelle ore serali per scoraggiare e contrastare il radicamento del racket della prostituzione a Centocelle”. Si chiede inoltre di “intervenire tramite le Forze di Polizia in modo deciso contrastando il reato della baby prostituzione tanto diffusa nelle nostre strade” e, infine, di “recuperare il Parco Madre Teresa di Calcutta tramite interventi di chiusura notturna e vigilanza per restituirlo ai bambini”. Se le richieste dei firmatari non verranno accolte dalle autorità, afferma risoluto padre Gianfranco, “la situazione potrebbe esplodere da un momento all’altro” e “le reazioni dei cittadini potrebbero degenerare”.Una posizione che non convince affatto Alessandro Gigante, tra i promotori di un’unità di strada che un’altra parrocchia romana, quella di S. Frumenzio (zona Nuovo Salario, a Roma Nord) ha istituito già a partire dal novembre 1996 e che opera nel quartiere per assistere e alleviare le dure condizioni di vita delle prostitute costrette alla vita di strada. Alessandro, tra l’altro, vive da alcuni anni proprio a Centocelle e insegna nel liceo scientifico del quartiere. Conosce perciò bene i problemi che affliggono la zona intorno alla Palmiro Togliatti. “Ma la soluzione del problema – dice ad Adista – non può certo essere quella di criminalizzare le prostitute o cacciarle dai marciapiedi. Chi si prostituisce in strada è quasi sempre vittima del racket. Se pensiamo che basti allontanare le lucciole dai nostri quartieri, oltre che comportarci ingiustamente facciamo anche una politica miope: le prostitute infatti, scacciate da un luogo, non hanno altra alternativa se non spostarsi su altri marciapiedi, perpetuando così la loro condizione di sofferenza e di schiavitù. La prima cosa da fare, quindi, è condannare apertamente il sistema criminale che sfrutta queste giovani donne e le costringe a prostituirsi. Per questo non posso assolutamente condividere l’iniziativa del parroco di S. Felice. I cristiani in particolare hanno infatti il dovere morale e civile di schierarsi dalla parte di chi soffre, condannando ogni forma di tratta o sfruttamento degli esseri umani. Altri atteggiamenti rischiano solamente di alimentare le paure e pregiudizi dei cittadini, anche loro vittime del degrado sociale creato dal racket”.

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