CHE C’ENTRANO I DIRITTI DEI GAY COI DIRITTI UMANI? “AVVENIRE” POLEMIZZA CON IL PARLAMENTO EUROPEO
Tratto da: Adista Notizie n° 10 del 31/01/2009
34808. ROMA-ADISTA. Mera propaganda che poco ha a che fare con i diritti umani. È questo il giudizio che Avvenire riserva alla relazione presentata al Parlamento Europeo il 5 dicembre scorso dall’eurodeputato di Rifondazione Comunista Giusto Catania - a nome della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni di cui è vicepresidente - e approvata il 14 gennaio.
Le relazione - che ha ricevuto 401 voti favorevoli, 220 contrari e 67 astensioni - fa il punto sulla situazione dei diritti fondamentali nell’Unione Europea e tenta un bilancio degli ultimi 5 anni, a pochi mesi dalla scadenza del mandato (il 6 e 7 giugno infatti i cittadini europei sono chiamati al voto per il rinnovo del Parlamento). Il documento, di ampio respiro, richiama quindi gli Stati membri ad una serie di responsabilità - in particolare ad agire contro gli incitamenti razzisti e omofobici e le discriminazioni a danno di rom e coppie omosessuali, oltre che ad operare affinché siano eliminate le cause di squilibrio sociale tra donne e uomini - deplorando che i Paesi dell’Unione “continuino a sottrarsi a un controllo comunitario delle proprie politiche e pratiche in materia di diritti dell’uomo e cerchino di limitare la protezione di tali diritti ad un quadro puramente interno”.
Di tutt’altro avviso Davide Rondoni che, in un editoriale del quotidiano della Cei (15/1) dal titolo “L’Europa deve smetterla di comandare in campo etico”, condanna il documento in quanto, a suo avviso, mina “la credibilità dell’Assemblea di Strasburgo” legiferando su questioni “su cui gli Stati membri hanno il dovere e la libertà di farlo, sulla base delle decisioni maturate democraticamente al loro interno”.
La condanna di Rondoni investe anche i contenuti della relazione. Il documento, sostiene infatti l’editorialista, prende in considerazione una serie di problemi e ne esclude altri: “Sorprende ad esempio, l’assillante attenzione diffusa ai diritti delle coppie omosessuali e la fuggevolezza del riferimento al drammatico e ben più imponente fenomeno della tratta delle schiave del sesso che appesta l’Europa. Ma, appunto, - è la valutazione di Rondoni - è il rischio di documenti di indirizzo che esprimono posizioni ideologiche più che problemi reali”. “Mettere in un mucchio generico solo alcuni temi che interessano per motivi che con i ‘diritti umani’ c’entrano fino a un certo punto - continua l’editorialista di Avvenire -, è un’operazione non solo scorretta ma infine lesiva della nobiltà e della serietà del problema dei diritti”. Sollevato dal fatto che il documento - frutto di “un’alzata di voce e di mano organizzata da qualche lobby” - non abbia valore vincolante, Rondoni sottolinea comunque che “il gioco è pericoloso”: “Andando avanti di questo passo - conclude - per irresponsabilità o per incuria, l’Europarlamento si dimostra più luogo e strumento di propaganda che serio laboratorio per il futuro comune”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’inviato di Avvenire a Strasburgo, Franco Serra. “Il documento - si legge nell’articolo intitolato “I diritti umani per l’Europa? ‘Riconoscere le coppie gay’” - invita a rimuovere le discriminazioni contro i gay e le coppie omosessuali” e “lo fa in termini quantomeno discutibili, spesso offensivi verso valori non soltanto cristiani”. Serra non specifica quali siano questi valori ma è solerte nel definire ‘freddezza’ il netto dissenso espresso dal Vaticano nel dicembre scorso in merito alla proposta di depenalizzazione universale dell’omosessualità avanzata dalla Francia in sede Onu (v. Adista n. 88/08). (ingrid colanicchia)
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