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Perché non una donna alla Segreteria per l’Economia? La protesta di “Voices of Faith”

Perché non una donna alla Segreteria per l’Economia? La protesta di “Voices of Faith”

Tratto da: Adista Notizie n° 41 del 30/11/2019

40036 CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. Il 14 novembre scorso papa Francesco ha nominato, come nuovo prefetto della Segreteria per l’Economia, il prete gesuita Juan Antonio Guerrero, destinato dunque a succedere al card. George Pell – che si trova in Australia per la sua condanna per abusi sessuali – a partire dal gennaio 2020 (v. qui). Dopo due anni di “vacanza”, dunque, è stato scelto un altro uomo alla testa di un dicastero di grande importanza per la riforma della Curia: una scelta che è stata fortemente attaccata, in un documento pubblicato sul proprio sito, dall’organismo cattolico Voices of Faith, impegnato per la giustizia di genere nella Chiesa (promotore, lo scorso ottobre, di un convegno in cui si chiedeva il voto per le donne al Sinodo, v. Adista Notizie n. 35/19; Adista Segni Nuovi n. 36/19; Adista Documenti n. 37/19). «La lunga attesa – si legge – aveva fatto sperare che, per individuare la persona più qualificata per questa prestigiosa posizione, venisse avviato un nuovo processo di trasparenza. Per le donne nella Chiesa, questo periodo ha dato un barlume di speranza sul fatto che papa Francesco stesse seriamente intraprendendo un processo che avrebbe visto una donna in un ruolo decisionale in virtù delle sue qualifiche, e nuove prospettive in un’epoca di abusi, corruzione, mancanza di trasparenza e credibilità zero. Ma anche perché questa Chiesa ha un disperato bisogno di un significativo segno di cambiamento».

Sulla lista dei candidati alla posizione di prefetto della Segreteria per l’Economia, osserva Voices of Faith, c’erano due donne, come ha ammesso lo stesso Francesco, il 16 novembre scorso, in un discorso ai partecipanti alla prima assemblea del dicastero per i laici, la famiglia e la vita, quando ha affermato che «Dobbiamo andare avanti sempre per inserire le donne nei posti di consiglio, di governo pure, senza paura», e che nella recente sostituzione della direzione del Dicastero economico «nella lista finale c'erano due donne; avrebbero potuto diventare capi di dicastero». La realtà, rileva Voices of Faith, è che è il papa stesso a scegliere i prefetti, senza procedure pubbliche o una selezione trasparente: «Tutto sembra segreto fino all’annuncio della nomina».

E d’altronde, continua l’organismo, «quando parliamo di ruoli decisionali parliamo delle due massime posizioni in un dicastero: prefetto e segretario. Solo in questi due ruoli vengono prese decisioni importanti, in accordo con il papa. E nella lunga storia del Vaticano e della sua struttura gerarchica, per queste due posizioni nessun papa ha mai scelto una donna».

Di qui l’indignazione: «Quanto dobbiamo aspettare per vedere la realtà dietro a queste vuote parole, vuote promesse? Sei anni fa la comunità globale ha salutato l’elezione di papa Francesco come una ventata di aria fresca in quella che è ancora una struttura arcaica e tossica, una speranza di portare una presenza inclusiva, progressista e dotata di senso della realtà nella Chiesa. Ma troppe promesse vane e una mancanza di azione fanno capire che Francesco non prende le donne sul serio». Un’altra occasione perduta: «Meritiamo di più che l’impegno puramente verbale che il papa e molti dei vertici professano nei nostri confronti. È troppo facile per questo pa- pa affermare che sostiene le donne in ruoli di leadership nella sua Curia, perché non appena ha l’opportunità di dimostrarlo, sceglie ancora un uomo, un collega gesuita. Dov’è la trasparenza? La credibilità? Dove sono i fatti che dimostrano che questo prete è più qualificato di qualsiasi altro candidato, comprese quelle due donne?».

Le donne oggi detengono solo il 3% dei ruoli di leadership in Vaticano: «Dobbiamo chiederci se questo sistema funziona davvero per tutti. Ha senso che in una Chiesa cattolica che conta più di 1 miliardo e 200 milioni di persone, tutte le decisioni siano prese da una minima porzione di uomini anziani? ». Di qui l’appello che l’organismo rivolge a papa Francesco: «In uno spirito di trasparenza e perché le donne abbiano di nuovo speranza, facci comprendere come hai preso la recente decisione di nominare il prefetto della Segreteria per l’Economia». Si chiede al papa «trasparenza sui meriti delle esperienze tra tutti i possibili candidati, e allora potremo credere che tu abbia fatto la scelta migliore. Non possiamo più continuare a credere che tu voglia davvero le donne al comando quando un’importante opportunità del genere di mostrarlo al mondo e alla Chiesa globale è stata persa».

Un pesce fuor d’acqua?

Effettivamente, la nomina di p. Guerrero non appare come la più prevedibile, non avendo al suo attivo enormi esperienze in campo economico e non essendo affatto un uomo di Curia. 60 anni, Consigliere Generale della Compagnia di Gesù, nonché Delegato del Padre Generale per le case e le opere interprovinciali romane, il nuovo prefetto della Segreteria per l’Economia è stato ovviamente scelto direttamente da papa Francesco. Prenderà servizio nel prossimo gennaio: per lui si è trattato di una nomina del tutto inaspettata. Originario di Mérida, in Spagna, è entrato nella Compagnia di Gesù all'età di 20 anni, studiando anche in Brasile, Francia e Stati Uniti. Laureato in Economia, Filosofia e Teologia, tra il 1994 e il 2003 ha insegnato Filosofia sociale e Politica presso la Pontificia Università Comillas; nominato maestro dei novizi in Spagna per 5 anni, nel 2008 è stato nominato Provinciale della Provincia di Castiglia in Spagna. Nel 2014 è stato destinato in Mozambico, dove ha operato come economo e coordinatore di progetti, guidando anche esercizi spirituali, insegnando filosofia e collaborando alla costruzione di una scuola che in seguito ha diretto. Nel 2017 è stato chiamato a Roma come Consigliere Generale e Delegato del Padre Generale per le opere e le case affidate dalla Santa Sede, a Roma, e in questa veste è Superiore Maggiore di 360 gesuiti, provenienti da 69 province di tutto il mondo. Ha lavorato anche nel progetto di integrazione delle tre Istituzioni accademiche a Roma (Gregoriana, Biblico e Orientale) affidate ai gesuiti dalla Santa Sede.

Il primo a essere sorpreso della nomina è stato proprio il diretto interessato: «Come gesuita è una gioia ricevere una missione direttamente dal papa. È un modo privilegiato per realizzare la mia vocazione», ha detto a Vatican News (14/11), ma l'incarico «non era in alcun modo nel mio campo di possibilità. È stato qualcosa di assolutamente inaspettato. All'inizio mi ha spaventato e sono rimasto parecchio stordito. Ma lo accolgo con umiltà, con fiducia nel Signore e nella squadra che sta già lavorando della Segreteria per l'Economia. Da parte mia, collaborerò al servizio di questa missione offrendo il meglio di me».

Quella di p. Guerrero – persona finora totalmente estranea alla Curia romana – appare una nomina lontana da logiche strettamente tecniche e dettata invece da considerazioni di ordine “politico”, che portano un altro gesuita in un dicastero romano. «Avrò bisogno di un po’ di tempo per adattarmi e imparare, per conoscere e familiarizzare con le persone, con le procedure, con le relazioni con altri Dicasteri, ecc. E lo farò con dedizione piena al compito che mi è stato affidato», ha detto, chiarendo che è sua intenzione «conoscere e iniziare a lavorare con l'équipe del Segreteria per l'Economia della Santa Sede, familiarizzare con i criteri stabiliti dal Consiglio per l'Economia e collaborare alla realizzazione dei desideri di Sua Santità per questo Dicastero. Spero di contribuire alla trasparenza economica della Santa Sede e di fare un uso efficiente dei beni e delle risorse che sono al servizio dell'importante missione evangelizzatrice della Chiesa». Il Padre Generale della Compagnia di Gesù, p. Arturo Sosa, ha accettato con disponibilità la nomina di Guerrero, chiedendo tuttavia al papa che non venisse associata all'episcopato, così da consentire al religioso di tornare, dopo aver finito il suo servizio, alla sua vita di gesuita. 

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