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La Regione Piemonte ha detto no alle trivelle dell'Eni. La soddisfazione dell'episcopato

La Regione Piemonte ha detto no alle trivelle dell'Eni. La soddisfazione dell'episcopato

Tratto da: Adista Notizie n° 4 del 30/01/2016

38417 TORINO-ADISTA. La Commissione episcopale per la Pastorale Sociale e del Lavoro del Piemonte plaude alla Regione perché «ha espresso all'unanimità parere negativo nei confronti della richiesta di Eni di effettuare trivellazioni esplorative a Carpignano Sesia nell'ambito del progetto Carisio». «È motivo di soddisfazione», scrivono don Flavio Luciano e mons. Marco Arnolfo, rispettivamente responsabile regionale dell'Ufficio e incaricato per la Pastorale Sociale e del Lavoro dei vescovi piemontesi, «constatare che l'unanime volontà delle popolazioni, delle amministrazioni comunali e provinciali è stata positivamente tenuta in conto assieme con i pareri formulati dagli organi tecnici». «Spiace – aggiungono – che il parere regionale non sia il punto finale del procedimento, ma che la decisione definitiva spetti adesso al governo centrale». Ma non disperano di tirare dalla loro parte l'istanza governativa: «Ci conforta», scrivono, «la certezza che la nostra Giunta accompagnerà questo parere con azioni coordinate con le altre Regioni che stanno vivendo le nostre stesse problematiche», riferendosi qui alle dieci Regioni che hanno proposto – e ottenuto per un quesito su sei (v. notizia precedente) – il referendum abrogativo contro le perforazioni petrolifere in mare. Né la Commissione starà a guardare: «Si adopererà essa stessa – è la promessa – per continuare ad essere voce attenta e puntuale sulle problematiche ambientali e per coordinarsi con le altre Regioni al fine di far giungere le proprie motivazioni di rispetto per l'ambiente a livello nazionale».

È del 29 dicembre scorso la delibera regionale che dà parere negativo al progetto delle trivellazioni del Comune di Carpignano Sesia (fra Novara e Vercelli) presentato dall'Eni, intendendo, l'Ente, aprire un pozzo esplorativo alla ricerca di giacimenti di idrocarburi liquidi e gassosi nel sottosuolo. La commissione regionale che ha avuto mandato di esaminare il progetto aveva rilevato tutti i rischi ambientali collegati alle trivellazioni, per un ritorno economico non certo vantaggioso e per una fonte energetica ancora fossile, da accantonare piuttosto che da sfruttare. “No” dunque da parte della giunta Chiamparino «per le potenziali ricadute conseguenti alla realizzazione del progetto sull’assetto socio-economico di un territorio particolarmente vocato alle produzioni agroalimentari e vitivinicole di pregio ed in generale caratterizzato da naturalità del contesto ambientale, nonché, per la difficoltà di esprimere, sulla base degli elementi a disposizione, un compiuto parere in merito agli aspetti di salvaguardia e tutela del sistema delle risorse idriche, con particolare riferimento alla tutela della “Riserva integrativa e sostitutiva di emergenza” (R.i.s.e.) – Macro area profonda Mp1 “Pianura novarese-biellese-vercellese”». 

* Immagine di Mike Towber, tratta dal sito Flickr, licenza e immagine originale. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite

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