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Gli attivisti anti-omofobia al card. Parolin: il papa si pronunci contro la criminalizzazione delle persone lgbt

Gli attivisti anti-omofobia al card. Parolin: il papa si pronunci contro la criminalizzazione delle persone lgbt

CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. All’incontro in Vaticano con il segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin – che il 5 aprile ha ricevuto un gruppo di circa cinquanta attivisti sudamericani impegnati nel contrasto all’omofobia (v. notizia precedente) – queste sono state le richieste avanzate a Parolin dall’Istituto Interamericano per i Diritti Umani, dall’Istituto Latinoamericano delle Nazioni Unite per la Prevenzione del Crimine e le Pene e dall’Associazione Internazionale delle Professioni Legali

«1. I risultati preliminari della nostra ricerca evidenziano la probabilità di serie violazioni delle leggi internazionali sui diritti umani e la mancata protezione dei diritti fondamentali delle minoranze vulnerabili in dieci giurisdizioni dei Caraibi.

2. Alla luce della gravità dei fatti esposti al Segretario di Stato, chiediamo umilmente al Vaticano di rilasciare una dichiarazione pubblica per chiarire la posizione ufficiale della Santa Sede, alla luce dei passi concreti di papa Francesco per risolvere la situazione del Belize e l’opinione dell’esperto indipendente di identità di genere ed orientamento sessuale designato dalle Nazioni Unite per questo incontro: “Sono convinto che un pronunciamento di Sua Santità sarebbe di fondamentale importanza per combattere la violenza e la discriminazione che colpiscono centinaia di milioni di persone ogni giorno”.

3. Chiediamo quindi umilmente alla Chiesa di dichiarare che:

La dignità umana implica il rispetto di ogni persona in quanto creata da Dio, per cui la criminalizzazione delle persone LGBT è oggi, proprio come nelle epoche più buie della storia dell’umanità, una manifestazione di odio irrazionale per ciò che è diverso dalla norma, e che per questo l’omofobia, è un sentimento di odio e rifiuto che la Chiesa condanna in ogni situazione.

4. Chiediamo anche che:

I. La Chiesa incoraggi la comunità internazionale a considerare un intollerabile affronto alla dignità umana la criminalizzazione dell’omosessualità e di ogni forma di atto intimo consensuale tra adulti, sessuale o meno;

II. La Chiesa inviti tutti i Paesi a impegnarsi nella promozione e nella protezione dei diritti umani per tutti, indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, introducendo misure legislative e amministrative che impediscano sanzioni penali, esecuzioni, arresti e detenzioni e ogni forma di discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere;

III. La Chiesa incoraggi tutti i cristiani e tutte le conferenze episcopali, nazionali e regionali, senza eccezioni, di lavorare per la legalizzazione dell’omosessualità e per l’abolizione di ogni forma di pena che colpisce gli atti sessuali intimi e consenzienti tra adulti, ovunque questi siano penalmente perseguiti, senza se e senza ma;

IV. La Chiesa inviti tutti i Paesi a dichiarare illegali le cosiddette terapie “riparative” o “di conversione” in quanto cure degradanti e crudeli, e a impedire ai professionisti della sanità di prendervi parte in qualsiasi modo».

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