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Il contributo dell'Italia alla guerra contro i Curdi

Il contributo dell'Italia alla guerra contro i Curdi

«Per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti». Proprio queste parole della “Canzone di maggio” di Fabrizio De Andrè potranno essere rivolte all’Italia e agli italiani per la guerra ai curdi che sta portando avanti la Turchia. Ci crediamo “assolti” perché l’Italia è nella Nato insieme alla Turchia ed è proprio perché legati da un “patto” (il Trattato del Nord-Atlantico) che siamo “coinvolti” – con rifornimento di armi, scambi logistici, di intelligence e quant’altro – in questa carneficina che mira all’annientamento del popolo curdo. E quanto lo siamo lo spiega con dovizia di documentazione Antonio Mazzeo in un articolo del 18 ottobre sul suo blog intitolato “Ministri, generali e ammiragli italiani alla corte del sultano Erdogan».

Qui di seguito solo l’incipit, che però "obbliga" a una lettura integrale. «Non sono solo gli elicotteri da guerra di Leonardo-Finmeccanica – scrive Mazzeo – e le batterie anti-missile SAMP-T dell’Esercito schierate ai confini con la Siria a documentare la solidità della partnership strategico-militare tra l’Italia e la Turchia. Nonostante la svolta reazionaria del regime dopo il controverso golpe del luglio 2016 e la crescente escalation militare contro i Kurdi in Turchia e Siria, il Ministero della difesa italiano ha intensificato con Ankara il numero delle esercitazioni aeree, terrestri e navali, le visite ufficiali di ministri, sottosegretari e alti comandanti delle forze armate, le attività di formazione di personale turco nelle accademie di guerra e nei reparti d’elite di mezza Italia e, finanche, la “vendita” delle unità navali dismesse.

Dal 17 al 28 giugno scorso, mentre gli strateghi di Erdogan si preparavano a pianificare la massiccia offensiva anti-kurda in Siria, presso la grande base aerea di Konya i reparti di volo degli Stati Uniti d’America, Giordania, Pakistan, Qatar, Turchia e Italia davano vita ad una grande esercitazione aerea, l’Anatolian Eagle 2019, “una delle più complesse  in ambito internazionale” e “un’opportunità importante per lo sviluppo ed il consolidamento di tattiche ed addestramento delle Forze Armate partecipanti, messe alla prova in diversi scenari operativi”, così come riportato dal Ministero della difesa italiano. Ad Anatolian Eagle hanno partecipato i cacciabombardieri AMX del 51° Stormo dell’Aeronautica militare di Istrana (Treviso), “a conferma – aggiunge la Difesa - che l’esercitazione rientra nell’ambito degli appuntamenti addestrativi di rilievo, quale occasione per migliorare l’integrazione tra il proprio personale, e gli  equipaggi di volo di diverse nazioni nella conduzione delle missioni aeree complesse che caratterizzano gli attuali scenari di intervento del potere aereo” (...)».

*Disegno di pubblico dominio, tratta da Wikipedia, immagine originale e licenza

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