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«Lavorare insieme per un'Europa libera». I vescovi europei a 30 anni dalla caduta del muro

«Lavorare insieme per un'Europa libera». I vescovi europei a 30 anni dalla caduta del muro

Dichiarazione dei Vescovi della Commissione degli Episcopati dell'Unione Europea (COMECE) n occasione del 30° anniversario della caduta del muro di Berlino

La caduta del muro di Berlino il 9 novembre 1989 è stato uno degli eventi più importanti della storia europea degli ultimi decenni. Fu un momento pieno di emozioni. Dopo essere stati separati da un muro di cemento per più di ventotto anni, gli abitanti di Berlino - parenti, amici e vicini di casa - che vivevano nella stessa città, poterono incontrarsi, festeggiare ed esprimere la loro gioia e le loro speranze. Da questo momento in poi il mondo è cambiato.

Il muro era il simbolo della divisione ideologica dell'Europa e del mondo intero. I cambiamenti avvenuti in Ungheria all'inizio del 1989, il crollo della cortina di ferro ad aprile, e le prime libere elezioni in Polonia a giugno, culminarono con la caduta del muro di Berlino, un evento che aprì la strada per riottenere la libertà, dopo più di 40 anni di regimi oppressivi nei Paesi dell'Europa centrale e orientale. Questi sforzi devono il loro successo all'impegno di un grande numero di europei, che avevano costantemente e pacificamente espresso il loro profondo desiderio di un cambiamento politico.

È vero che non tutte le aspettative suscitate dalla caduta del muro siano state soddisfatte. È inoltre innegabile che le ideologie, un tempo alla base della costruzione del muro, non sono del tutto scomparse in Europa e sono ancora oggi presenti, seppur in forme diverse. Riconosciamo, in quanto cristiani, che è Cristo «nostra pace, colui che ha fatto dei due popoli uno e ha demolito il muro di separazione» (Efesini 2 14). La caduta del muro di Berlino non è solo un evento del passato da celebrare, ma contiene anche una dimensione profetica. Ci ha insegnato che costruire muri tra i popoli non è mai la soluzione, ed è un appello a lavorare per un'Europa migliore e più integrata.

Dobbiamo ricordare l’importante ruolo svolto da San Giovanni Paolo II ed il suo incoraggiamento: «L'Europa ha bisogno di respirare con due polmoni!».

 Riconosciamo che il processo di guarigione e riconciliazione è delicato e difficile. Ancora oggi, per alcune delle vittime dei regimi oppressivi del passato, questo processo è tutt'altro che concluso; la loro determinazione, il loro impegno e la loro sofferenza sono stati decisivi per la libertà di cui l'Europa gode oggi. Vogliamo tuttavia rilanciare e promuovere proprio quei segni di speranza e quelle aspettative per un futuro migliore in Europa e per gli europei che hanno guidato quel momento storico del novembre 1989.

Per queste ragioni, in quanto cristiani e cittadini europei, invitiamo tutti gli europei a lavorare insieme per un'Europa libera e unita, tramite un rinnovato processo di dialogo che trascenda mentalità e culture, rispettando le nostre diverse esperienze storiche e condividendo le nostre speranze e aspettative per un futuro comune di pace. Per riuscirci, dobbiamo ricordare che una cultura dell'incontro presuppone una sincera capacità di ascoltare. Come cristiani siamo chiamati a predicare ed essere testimoni del Vangelo, coscienti che «solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo» (Gaudium et spes, 22). Invitiamo tutti a pregare Dio, il Signore della Storia, perché ci aiuti a dedicarci ad un'Europa guidata dallo Spirito Santo, che è l’origine e il fondamento della speranza, fonte e forza di un nuovo impegno per i valori su cui si fonda l'Europa: giustizia, libertà e pace.

Approvato da:

Jean-Claude Hollerich S.J., Cardinale Arcivescovo di Lussemburgo, Presidente

Mariano Crociata, Vescovo di Latina (Italia), Primo Vicepresidente

Franz-Josef Overbeck, Vescovo di Essen (Germania), Vicepresidente

Noël Treanor, Vescovo di Down & Connor (Irlanda), Vicepresidente

Jan Vokál, Vescovo di Hradec Králové (Repubblica ceca), Vicepresidente

Virgil Bercea, Vescovo di Oradea Mare (Romania)

Ferenc Cserháti, Vescovo ausiliare di Esztergom-Budapest (Ungheria)

Jorge Ferreira da Costa Ortiga, Arcivescovo di Braga (Portogallo)

Hugh Gilbert, Vescovo di Aberdeen (Scozia)

Adolfo González Montes, Vescovo di Almería (Spagna)

Joseph Galea-Curmi, Vescovo ausiliare di Malta

Jozef Hal'ko, Vescovo ausiliare di Bratislava (Slovacchia)

Antoine Hérouard, Vescovo ausiliare di Lille (Francia)

Theodorus C.M. Hoogenboom, Vescovo ausiliare di Utrecht (Paesi Bassi)

Nicholas Hudson, Vescovo ausiliare di Westminster (Inghilterra e Galles)

Vjekoslav Huzjak, Vescovo di Bjelovar-Križevci (Croazia)

Philippe Jourdan, Amministratore Apostolico dell'Estonia

Jean Kockerols, Vescovo ausiliare di Malines-Bruxelles (Belgio)

Czeslaw Kozon, Vescovo di Copenaghen (Scandinavia)

Manuel Nin i Güell O.S.S.B., Esarca Apostolico della Grecia

Rimantas Norvila, Vescovo di Vilkaviškis (Lituania)

Christo Proykov, Vescovo di San Giovanni XXIII di Sofia (Bulgaria)

Youssef Soueif, Arcivescovo maronita di Cipro

Zbignev Stankevics, Arcivescovo di Riga (Lettonia)

Janusz Bogus?aw Stepnowski, Vescovo di ?om?a (Polonia)

Franc Šustar, Vescovo ausiliare di Lubiana (Slovenia)

Ägidius J. Zsifkovics, Vescovo di Eisenstadt (Austria)

*I membri del Comitato Permanente della Comece, ritratti in Vaticano, 17/05/2018. Foto di Observercom1, tratta da Wikipedia, immagine originale e licenza

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