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Non fu mai riabilitato il fondatore di Schoenstatt. Una lettera dell'allora card. Ratzinger e altro ancora

Non fu mai riabilitato il fondatore di Schoenstatt. Una lettera dell'allora card. Ratzinger e altro ancora

Una chiara smentita ai religiosi di Schoenstatt, che sostengono che il loro fondatore e già religioso dei Pallottini, p. José Kentenich, per il quale è in corso dal 1975 una causa di beatificazione, fu riabilitato e per questo poté porre fine ai 14 anni di “esilio” dalla sua creatura. La condanna gli era stata comminata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (allora ancora sant’Uffizio) nel 1951 perché ritenuto colpevole di abusi di potere e, in qualche caso, sessuali sulle suore dello stesso movimento da lui creato (v. qui  e qui).

Secondo il movimento di Schoenstatt la pena gli fu condonata nel 1965 da Paolo VI. Ebbene, non è vero. «Il Sant’Uffizio – scrive Sandro Magister nel suo blog Settimo Cielo (3 agosto) – gli consentì soltanto di ritornare in Germania dall’esilio negli Stati Uniti, ma continuò a proibirgli di riprendere i contatti con il movimento di Schoenstatt e tanto meno di assumerne la direzione». Affermazione inoppugnabile, giacché il giornalista riproduce la lettera con la quale, in data 2 aprile 1982, il card. Joseph Ratzinger, allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, rispondendo ai dubbi dell’allora superiore generale dei Pallottini, p. Ludwig Münz, scrive che nulla era cambiato rispetto all’antica decisione assunta dal Sant’Uffizio.

Il testo di Ratzinger è messo a disposizione di Magister da Alexandra von Teuffenbach, la storica della Chiesa che lo scorso 2 luglio ha anticipato sul blog Settimo Cielo le sue ricerche negli archivi vaticani riguardo alla visita apostolica a carico di padre Kentenich ordinata nel 1951 dalla Santa Sede. La storica ora in una nuova lettera al giornalista aggiunge in calce lo scritto di Ratzinger del 1982.

Questa le lettera del cardinal prefetto:

«Rev.mo P. Generale,

dopo il nostro incontro personale del 26 marzo c.a., in cui abbiamo parlato del caso dell'ex Pallottino P. Kentenich, come anche della relazione di questo caso con il precedente S. Uffizio e con l'odierna Congregazione per la Dottrina della Fede, il nostro dicastero, in seguito alle nostre affermazioni nella lettera del 25-5-1981, vuole fissare in modo esplicito i seguenti punti per chiarire eventuali incertezze storiche:

1. La Congregazione non è dell’opinione che le contestazioni che il visitatore apostolico fece allora alla dottrina e all’attività del P. Kentenich, siano state uno spiacevole errore e si siano basate su informazioni errate.

2. Nella seduta del S. Uffizio del 29 ottobre 1965 non fu annullata nessuna delle precedenti decisioni del S. Uffizio che riguardavano la dottrina, l’attività e la persona del P. Kentenich; semplicemente non si insistette affinché P. Kentenich, essendo tornato a Roma dagli USA senza il permesso della Congregazione ma solo sulla base di un telegramma interpretato in modo erroneo, dovesse ritornarci.

3. La Congregazione diede il suo permesso quando la Congregazione dei religiosi dispensò il P. Kentenich dalle sue promesse fatte nella società dei Pallottini e gli diede il permesso di essere incardinato nella diocesi di Münster, ma a condizione che il P. Kentenich non entrasse nell’istituto secolare dei preti di Schönstatt e non assumesse la direzione dell’opera di Schönstatt.

Con questi chiarimenti, che volentieri mettiamo a disposizione, speriamo di servire il giudizio oggettivo della verità storica.

Con cordiali saluti rimango Suo in Cristo, Joseph card. Ratzinger».

 

Interviene il card. Errázuriz, religioso di Schoenstatt

Non meno interessante la “coda” che aggiunge alla notizia, lo stesso 3 agosto, l’agenzia di notizie cattoliche AciPrensa. «Il cardinale Francisco Javier Errázuriz, membro della famiglia Schoenstatt (dal 1998 al 2010 arcivescovo di Santiago, ndr) avrebbe chiesto all'allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Joseph Ratzinger, di rettificare la sua lettera in cui sottolineava che padre José Kentenich non era stato riabilitato dal Vaticano nel 1965». Così riassume l'agenzia le affermazioni del card. Errázuriz in un suo scritto diretto al movimento di cui fa parte e diffuso ad un mese dalle rivelazioni degli studi condotti dalla storica Alexandra von Teuffenbach. Il testo di Errázuriz è portato dai religiosi di Schoenstatt a dimostrazione che Ratzinger non era pienamente convinto di quanto affermava nella lettera del 1982.

«Nel testo che circola tra i membri di Schoenstatt – leggiamo su AciPrensa (che ha ottenuto il testo) – il cardinale Errázuriz afferma che quando era stata resa nota la lettera dell'autorità vaticana (1982, ndr), “sono andato a Roma per discutere della questione con il cardinale Ratzinger” e “gli ho detto che aveva fatto un grave danno a Schoenstatt con la lettera che aveva scritto al Superiore Generale dei Padri Palottini"».

«Il cardinale Errázuriz – seguita il resoconto di AciPrensa – dichiarò che il cardinale Ratzinger “era sorpreso e mi spiegò il motivo per cui aveva firmato quella lettera. Mi disse che il Generale dei Pallottini si era lamentato perché gli Schoenstatt affermavano che loro, i Pallottini, avrebbero trattato padre Kentenich durante i suoi anni a Milwaukee (Stati Uniti) e che questa voce aveva fatto diminuire le vocazioni presso i padri Pallottini. Il cardinale mi disse: sicuramente anche tu pensi che non sia così; ho annuito"».

«“Di questo e di altre cose il Padre Generale – è ancora Errázuriz che scrive – aveva parlato con la sezione della Congregazione Romana. Il cardinale Ratzinger mi disse che era disposto a scrivere una lettera su questo argomento, avrebbe chiesto alla sezione di presentargli il testo e lo avrebbe firmato". "Ho detto al cardinale che però la sua lettera non affronta questo problema. Rispose che non aveva con sé una copia della lettera, non conoscendo il motivo dell'incontro con me. E mi ha chiesto: ce l'hai? Potresti passarmelo?”»

Secondo il cardinale cileno – leggiamo ancora su AciPrensa – «quando il cardinale Ratzinger “l'ha letto, mi ha detto: non sembra molto chiara la mia intenzione. Dovrò modificarlo. Gli ho detto che non era solo una modifica. Si trattava di rettificarlo totalmente. Ha detto: lo farò dopo le vacanze. Ma non lo ha fatto, perché l'arcivescovo segretario della Congregazione glielo ha impedito, dicendogli che la Congregazione per la Dottrina della Fede non si è mai contraddetta”».

«"In quell'occasione – aggiunge ancora Errázuriz – mi dette da leggere una lettera del cardinale Alfredo Ottaviani, in cui egli si difendeva da un'accusa di incoerenza mossagli da uno degli ufficiali della Congregazione, in quanto aveva ora un giudizio positivo su P. Kentenich, dopo aver agito contro di lui. Il cardinale ha scritto: ‘errare humanum est, sed perseverare in errore diabolicum dicendum est’"».

Il cardinale Errázuriz termina il suo testo dicendo che «possono farlo conoscere nella comunità e in altri rami della famiglia».

*Foto tratta da kathpedia.com immagine originale e licenza

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