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I teologi tedeschi di Ratisbona sul responsum: “il Magistero deve fornire migliori argomentazioni”

I teologi tedeschi di Ratisbona sul responsum: “il Magistero deve fornire migliori argomentazioni”

Sul portale cattolico tedesco Kirche und leben è apparso, il 29 marzo scorso, l’articolo che riferisce del rifiuto che i teologi di Ratisbona oppongono al Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede contro la benedizione delle coppie gay. La traduzione dell’articolo – il cui titolo originale è “Regensburger Theologen zu Segnung: Lehramt muss besser argumentieren" – ad opera di Antonio De Caro è stata pubblicata su Progetto Gionata, portale su fede e omosessualità, il 6 aprile.

 

Dopo il no del Vaticano alla benedizione delle coppie dello stesso sesso, ha preso la parola la Facoltà di Teologia Cattolica dell’Università di Ratisbona. In un comunicato, i nove professori chiedono al Magistero della Chiesa «argomenti teologici migliori di quelli usati finora». Ed elencano le domande e le sfide su cui vorrebbero delle risposte.

La teologia – essi affermano – non ha solo il compito di onorare le posizioni del Magistero, ma anche il dovere di metterle in discussione criticamente. Allo stesso tempo, è lecito aspettarsi che il Magistero «ascolti e dialoghi”» con domande pressanti delle Chiese locali. Se si prendono decisioni per porre fine a discussioni che non sono nemmeno riconosciute nella loro urgenza e complessità, ciò può solo portare a frustrazione e amarezza. «Questo è esattamente ciò che stiamo vivendo ora».

A quali domande è necessario rispondere

Anche alla Facoltà di Regensburg ci sono posizioni diverse sulle questioni centrali della riforma della Chiesa, afferma la dichiarazione. Tuttavia, è stato deciso di confrontarsi insieme e in modo consapevole con l’opinione pubblica. Perché nell’acceso dibattito sulla lettera più recente della Congregazione per la Dottrina della Fede, si sono concentrate molte questioni teologiche – represse per lungo tempo – sull’autorità, sull’insegnamento e sulla pratica della Chiesa. Inoltre, c’è un’urgenza pastorale.

Bisogna quindi rispondere a questa domanda: come può la Chiesa presentare i valori cristiani o l’importanza del matrimonio e della famiglia senza svalutare altri progetti di vita o discriminare le persone. Dove la Scrittura, la Tradizione e il sensus fidei ne offrono l’opportunità, si pone anche la necessità di comprendere la sessualità in tutta la sua ampiezza, «senza restringerla alla dimensione della trasmissione della vita, per quanto importante questa possa essere».

Inoltre va discusso se anche orientamenti sessuali diversi da quelli eterosessuali abbiano un posto nella creazione di Dio sin dall’inizio, o se vadano problematicamente interpretati come “disordinati” come risultato del peccato originale.

È necessaria la disponibilità ad impegnarsi in un dialogo costruttivo

La questione – affermano i teologi – riguarda anche il modo in cui la Chiesa intende i suoi sacramenti e sacramentali. «I sacramentali devono essere principalmente interpretati come imitazioni dei sacramenti, o non rendono visibile anch’essi, a modo loro, la Grazia di Dio in forza dell’intercessione della Chiesa?».

Come docenti, i firmatari si sono sentiti obbligati alla loro Chiesa, scrivono. Ma questo include anche la disponibilità a lavorare alla chiarificazione teologica di queste questioni e «a partecipare al necessario dialogo aperto e costruttivo nella Chiesa».

*Foto tratta da Pikist, immagine originale e licenza

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