“Molto rumore per nulla”. La delusione dei preti sposati latinoamericani per il sinodo sulla sinodalità
ROMA-ADISTA. “Finita la festa, gabbato lo santo”. Un detto che s’attaglia al senso di delusione che provano i preti sposati latinoamericani rispetto ai lavori dell’ultima assemblea del Sinodo sulla sinodalità svoltasi tra il 2 e il 27 ottobre scorso: la festa è stata l‘ascolto dato loro, ma, finita la festa, nulla di esso è rimasto, e l’argomento, come “lo santo”, ora giace riposto sotto chiave nella teca. Scrive Sebastián Cozar Gavira, in qualità di presidente della Federazione Latinoamericana dei Preti Sposati: «Proviamo frustrazione per aver creduto alla posizione di ascolto e alla possibilità che la questione del celibato facoltativo potesse essere tenuta in conto per essere analizzata È duro ammettere che un'Assemblea che si definisce “in ascolto” non abbia voluto ascoltarci». In effetti i padri sinodali non hanno mai trattato la questione che pongono i sacerdoti che hanno lasciato il sacerdozio contraendo matrimonio: ovvero la proposta che il celibato ecclesiastico non sia obbligatorio, motivo per cui è immediatamente dimesso dallo stato clericale il sacerdote che si sposa, ma sia facoltativo.
Pubblichiamo di seguito il testo di Cozar Gavira, comparso su Religión Digital il 18 novembre scorso e poi riprodotto su molti siti di lingua spagnola.
“NON SIAMO STATI ASCOLTATI”
Federazione Latinoamericana dei Preti Sposati
Avendo letto le conclusioni del Sinodo della Sinodalità, noi membri della Federazione Latinoamericana dei Preti Sposati vogliamo esprimere il nostro parere con tutto il rispetto, ricordando quanto scritto al numero 3 del Documento: «Ci siamo messi in ascolto, attenti a cogliere nelle molteplici voci ciò che lo Spirito dice alle Chiese (Ap 2,7). Il cammino è iniziato con un'ampia consultazione del Popolo di Dio…”.
Innanzitutto esprimiamo le nostre congratulazioni per questo evento ecclesiale, che ci presenta temi molto interessanti che desideriamo siano vissuti e praticati per il bene dell'evangelizzazione, fondati su scritti teologici, biblici e dottrinali, che danno sostanza a quanto detto dal Concilio Vaticano II e da altri documenti ecclesiastici.
Ma ci pesa il fatto che, nonostante abbiamo parlato e sollevato le nostre inquietudini alla gerarchia in molti diversi modi, al CELAM, ad altri organi di informazione e a diverse altre istanze, tuttavia non siamo stati ascoltati, né abbiamo sentito riflettere e trattare al Sinodo la questione della possibilità che il celibato sia opzionale e non obbligatorio, aspettativa che consideriamo buona e salutare per la Chiesa e per l'evangelizzazione. Non abbiamo nemmeno sentito che questo tema possa essere discusso in seguito.
Clericalismo
Dato che i preti sposati siamo più di 100.000 e, come si può stimare, più del 90% del popolo cristiano accetta la nostra posizione, l'atteggiamento che percepiamo è negativamente significativo: riteniamo che si ripete una situazione frequente; forse anche peggio, poiché non è vissuto al passo con i tempi e le necessità, né secondo la disposizione all’ascolto espressa dallo stesso Sinodo. Si ha l'impressione che un certo clericalismo continui a imporsi in modo totale e distante dalla realtà.
A nostro avviso sono mancati l’audacia e il coraggio di superare una posizione di clericalismo ostinata e obsoleta. Esiste una contraddizione evidente tra il proposito di ascoltare e cercare soluzioni pratiche che rispondano ai bisogni reali dei tempi in cui viviamo, da un lato; e dall'altro, la realtà del non ascolto. Si ha l'impressione che si è ascoltato quello che si voleva ascoltare, e non quello che sollevano questioni conflittuali e difficili a causa del tanto tempo trascorso senza volerle affrontare, come nel nostro caso.
Tutto ciò ci ha portato a un’enorme delusione e a sentirci ignorati. È logico che proviamo frustrazione per aver creduto alla posizione di ascolto e alla possibilità che la questione del celibato facoltativo potesse essere tenuta in conto per essere analizzata. È duro ammettere che un'Assemblea che si definisce “in ascolto” non abbia voluto ascoltarci; e non tanto per nostro interesse, ma per interesse delle future generazioni sacerdotali, e per un futuro salutare per la nostra Chiesa.
Di fronte al Sinodo della sinodalità, che è stato definito il Sinodo dell’ascolto, concludo con un detto spagnolo: “Molto rumore e poche noci”. La Vergine Maria doni a tutti noi luci di speranza.
*Foto tratta da Pixabay
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