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Immigrati senza documenti. “Sanctuary Movement”: vera Resistenza

Immigrati senza documenti. “Sanctuary Movement”: vera Resistenza

Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 4 del 03/02/2018

Lo scorso maggio ho lanciato un Appello alle Chiese/ “Sanctuary Movement” che rimetto di nuovo in circolazione visto l’aggravarsi della situazione dei migranti nel nostro Paese. L’appello è un invito alle Chiese (cattolica, valdese, luterana, anglicana, evangelica) di iniziare, come negli Usa, ad offrire le nostre chiese come ‘santuario’ per asilo politico per coloro che sono destinati alla deportazione nei loro Paesi, non perché criminali, ma perché privi di documenti. Quell’appello non ha avuto alcun riscontro positivo da parte delle Chiese in Italia. Al contrario lo scorso anno il Sanctuary Movement negli Usa ha visto raddoppiare il numero di chiese che offrono rifugio e asilo politico per i migranti minacciati di deportazione. Non tutte le chiese offrono ospitalità a tali persone, ma tutte si impegnano a sostenere i minacciati di deportazione offrendo assistenza legale, ma soprattutto con l’impegno, da parte di pastori o preti, di accompagnare queste persone in tribunale o dalla polizia. Ma anche, quando necessario, con sit-in o pray-in davanti ai tribunali. Ci auguriamo che questo Movimento possa presto sbocciare anche nelle chiese in Italia, dove assistiamo sempre più a deportazioni di migranti per la sola ragione di essere senza documenti.

Infatti Bruxelles intende deportare un milione di migranti irregolari. Un’operazione, questa, quasi impossibile, oltre che costosa, ma che rivela quale politica la UE stia perseguendo. «È vero che siamo una civiltà che non fa figli - ha commentato qualche tempo fa papa Francesco - ma anche chiudiamo la porta ai migranti. Questo si chiama suicidio». E Bruxelles chiede ai 27 Stati membri di mettere mano alla propria legislazione per una politica più restrittiva nei confronti dei migranti. L’Italia ha prontamente risposto con il decreto Orlando-Minniti, il cosidetto Pacchetto Sicurezza. Il decreto, approvato dal Parlamento lo scorso 12 aprile con il ricatto della fiducia, stabilisce che il rifiuto di riconoscimento dello status di rifugiato da parte della Commissione territoriale non è “reclamabile” se non in Cassazione. Non c’è quindi per il rifugiato la possibilità di un appello in Corte. Respinta la domanda, al rifugiato non resta che andare in un Centro Permanente per il Rifugiato (CPR), per poi essere espulso nell’inferno da cui è fuggito.

E questo sta avvenendo non solo in Europa, ma anche negli Usa con Trump, che minaccia di espellere undici milioni di clandestini, in buona parte latinos. Infatti Trump, oltre al muro tra gli Usa e il Messico, che gli costerà un miliardo di dollari, ha iniziato ad espellere ogni settimana settecento clandestini. Per rispondere a questa tragedia, alcune Chiese hanno rilanciato il “Sanctuary Movement” (il movimento che offre asilo, rifugio, ‘santuario’ a chi è ricercato dalla polizia per essere espulso, perché clandestino). È un movimento che si rifà alla tradizione biblica (Num. 35,9-34), ripresa poi nel Medioevo, secondo cui chi riusciva a trovare rifugio in un luogo sacro o in una città asilo aveva il diritto ad essere protetto. Questo movimento ha avuto inizio negli Usa negli anni Ottanta, quando Reagan deportava i rifugiati nei loro Paesi  come il Salvador o il Nicaragua dove li aspettava la morte. Più di 500 chiese si erano costituite ‘santuari’ di asilo politico. Molti si sono salvati così. Ora, con Trump, oltre mille istituzioni (fra queste, anche città, università e contee) hanno iniziato a dare rifugio politico a chi rischia di essere espulso. I responsabili religiosi si rifiutano di aprire le chiese alla polizia, quando viene per arrestare i clandestini. «Le chiese devono aprire i loro battenti per accogliere coloro che Trump vuole deportare», afferma nella rivista ecumenica Sojourners B. Packnett. «Se Trump decidesse di deportare undici milioni di clandestini, dobbiamo chiedere una massiccia disobbedienza civile. La resistenza è un lavoro sacro. Ecco perché è il nostro lavoro».

Alle “città santuario” il 25 gennaio Trump ha deciso di tagliare i fondi federali. Ma ora è lo stesso Stato della California a dichiararsi “Stato-santuario”, attirandosi i fulmini di Trump. Questo movimento è uno straordinario stimolo per le sonnolente Chiese d’Europa. Data la gravità della situazione dei migranti in Europa, diventa pressante un appello anche alle Chiese in Italia perché lancino nel nostro Paese il movimento delle “chiese santuario”! È un atto di coraggio che la Chiesa cattolica in Italia deve fare: diocesi come parrocchie, comunità cristiane come conventi. È il coraggio della disobbedienza civile per la difesa della vita umana! E lo stesso coraggio lo devono avere le Chiese valdesi, luterane, battiste, metodiste, evangeliche presenti sul nostro territorio. Se le Chiese dessero l’esempio, anche città, comuni, municipalità e università potrebbero seguirne l’esempio.

«Sogno un’Europa in cui essere migrante non è un delitto», ha detto papa Francesco parlando alle massime autorità della UE. Questo è anche il nostro sogno e il nostro impegno.

* Alex Zanotelli è missionario comboniano a Napoli

* * Uno dei loghi del Sanctuary Movement, tratto dal sito Controlshiftlabs, immagine originale e licenza

 

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