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"Sinistre di tutt'Italia, unitevi!". Appello contro il neoliberismo

Appello all’UNITA’ rivolto ai responsabili delle diverse espressioni della SINISTRA (PD, Art. 1, Sinistra Italiana, Partito Comunista Italiano, Partito della Rifondazione Comunista, Possibile, Potere al popolo, Verdi, Italia dei Valori, Partito Socialista Italiano, Radicali, Più Europa, Democrazia e Autonomia)

Siamo persone di diverse regioni d’Italia, che si sono riconosciuti sempre nei valori della sinistra e che oggi, soprattutto dopo le elezioni europee, avvertono un grande disagio per la condizione in cui versa la sinistra italiana nelle sue molteplici composizioni. Il partito-madre, il PD, erede della tradizione culturale comunista e di quella della sinistra cristiana, vive una crisi d’identità sin dalla sua nascita. Forse, l’idea di unire le due culture che si rifacevano a principi di solidarietà, di uguaglianza, di  giustizia sociale e d’inclusione era giusta, ma doveva essere il frutto di una lunga elaborazione teorica e di una riflessione che avrebbe dovuto coinvolgere milioni di persone a livello territoriale, per approdare a un progetto di società adeguato alle profonde trasformazioni tecnologiche e sociali e, invece, si è tradotta in una sommatoria frettolosa delle rispettive dirigenze.

Il PD, progressivamente, anziché elaborare una visione prospettica e un programma di governo mirato a proteggere i diritti dei più deboli, ha scelto di aderire all’ideologia del pensiero unico del neoliberismo, sposando di fatto  il famoso acronimo thatcheriano  “TINA” (Ther Is No Alternative), non c’è alternativa alla dittatura del dio moloch dei mercati. E, invece, le alternative ci sono sempre se si ha chiaro da che parte stare. Il PD al governo e tutti i corifei dei media ripetevano, invece, la solita solfa che la coperta era corta, che i soldi non c’erano per la scuola, per la sanità, per i servizi sociali, per le case popolari, per il lavoro dei giovani ecc, ma poi in un giorno si trovavano diecine di miliardi per le banche. Proprio perché il governo di centro-sinistra ha abdicato ai suoi contenuti valoriali, ha abbandonato le periferie, non ha combattuto le disuguaglianze, ha deluso le aspettative delle classi subalterne, non ha avuto una politica per i giovani e per l’immigrazione, ha creato il terreno fertile per la nascita dei populismi di destra.

La nuova segreteria di Zingaretti non ha dato, finora,  segnali abbastanza chiari e forti di discontinuità rispetto a Renzi e, finché la sinistra non si riappropria, come in Spagna con Sanchez e in Portogallo con Santos da Costa, dei contenuti e dei valori per cui è nata, resterà irrilevante. Siamo preoccupati anche per quanto è avvenuto, in occasione delle elezioni europee, con il conglomerato di  sigle che si collocano alla sinistra del PD,  che rispondono a una logica lideristica e autodistruttiva, senza riuscire a costruire una piattaforma comune, almeno per raggiungere il quorum. La conseguenza è stata lo spreco di oltre due milioni di voti. Riteniamo che sia necessario e urgente, prima che sia troppo tardi, aprire una discussione a livello nazionale, attivando la partecipazione diffusa dei cittadini, delle associazioni e dei sindacati, attraverso migliaia di assemblee territoriali, dove si possano incontrare centinaia di migliaia di persone, guardarsi negli occhi e ascoltarsi reciprocamente, per arrivare a fare lo sforzo semplice di individuare contenuti concreti, che vadano in direzione dei bisogni dei più deboli.

Anche nel vecchio PCI c'erano posizioni diverse che andavano dalla destra di Amendola e di Napoletano alla sinistra di Ingrao, eppure coesistevano nello stesso partito e hanno contribuito a far fare tanti passi avanti al movimento operaio, come si chiamava allora. Si tratta di costruire una piattaforma concreta che combatta le disuguaglianze e che persegua un nuovo modello di sviluppo, che coniughi il soddisfacimento di diritti umani fondamentali (abitazione, lavoro, salute, scuola e ricerca, trasporti pubblici locali e infrastrutture) con la salvaguardia dell’ambiente, la giustizia sociale con l’ecologia, attraverso la redistribuzione del reddito e un insieme di misure, come l’attuazione dell’art. 53 della Costituzione sulla progressività delle imposte e l’eliminazione del tarlo dell’elusione e dell’evasione fiscale. In sostanza, una sinistra unitaria, non monolitica ma dialettica che si riappropri del nobile scopo di dare dignità a ogni persona, a partire dagli ultimi.

In questo processo un ruolo primario devono avere i giovani, che sono stati privati del lavoro, che Marx considerava, a buon diritto, la manifestazione personale di sé e su cui è fondata la nostra Costituzione.

Pensiamo che le nostre preoccupazioni e le nostre riflessioni siano condivise dalla maggior parte del popolo di sinistra e ci auguriamo che i destinatari di questo nostro appello, con responsabilità e consapevolezza della gravità della situazione che viviamo e della necessità di fermare le destre, le prendano in considerazione seriamente.

Le adesioni al presente documento potranno essere inviate al Prof. Piero Di Giorgi, mediante mail all’indirizzo  pierodigiorgi@gmail.com  indicando  nome, cognome e attività lavorativa. Le adesioni dovranno pervenire entro domenica 09/06/2019. Acquisite le adesioni si valuterà di svolgere una grande assemblea unitaria.  

Primi firmatari:

Piero Di Giorgi, docente univ. in pensione

Karim Hannachi, docente univ. Enna

Maria Immacolata Macioti, docente univ. Roma

Roberto Cavarra, docente univ. Roma

Mauro Armanino, missionario nel Sahel

Piera Rella, docente univ. Roma, La Sapienza

Antonino Contiliano, dirigente scolastico in pensione e poeta Marsala

Roberta Gancitano, studentessa univ. Mazara del Vallo

Gabriele Suriano, studente giurisprudenza, Univ. Palermo

Anna Maria Di Giorgi, insegnante in pensione

*Foto di Sinistra Ecoloiga e Libertà, tratta da Flickr, immagine originale e licenza

 

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