
Chiesa e poligamia in Africa: una Commissione del SECAM guarda al prossimo Sinodo
La poligamia in Africa è particolarmente diffusa in alcune regioni del continente, tanto che alcuni Stati l’hanno persino legalizzata. In quanto pratica diffusa, interroga anche la dottrina e la pastorale cattolica, soprattutto in relazione al magistero sul matrimonio e sulla famiglia, e la Chiesa non può continuare a spingere la polvere sotto il tappeto, demonizzando la pratica, ma si vede costretta a interrogarsi e a promuovere percorsi di discernimento.
In linea con le indicazioni della prima sessione del Sinodo, il SECAM (Simposio delle Conferenze episcopali di Africa e Madagascar) ha dato il via ad una Commissione ad hoc, che si occuperà di “discernimento teologico e pastorale” in merito al nodo della poligamia nella Chiesa africana. La commissione concluderà i suoi lavori in occasione della plenaria del Secam di luglio, quando presenterà i risultati all’assemblea dei vescovi africani, prima di inoltrarli al Dicastero della Dottrina della Fede.
«La questione della poligamia è sempre stata una sfida per la Chiesa cattolica in Africa», spiega l’agenzia CISA il 30 aprile. «In Africa, la monogamia è la pratica comune del matrimonio, sebbene anche la poligamia sia ampiamente praticata da molte comunità e in alcuni paesi come il Kenya è legalizzata come forma di matrimonio. La Chiesa, tuttavia, ha sempre considerato la poligamia un reato malvagio e qualsiasi desiderio di esaminare la questione è stato visto come un'influenza del diavolo». Finora, spiega ancora, «la Chiesa considera la poligamia incompatibile con i valori cristiani e il Catechismo della Chiesa Cattolica definisce la poligamia contraria alla legge morale. Ci sono anche problemi riguardanti la teologia del matrimonio e della giustizia nella Chiesa e sfide pastorali che riguardano i sacerdoti quando si confrontano con la fede di alcuni fedeli che vivono in unioni poligame».
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