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46 sigle ambientaliste denunciano il ddl Caccia: specie animali, aree protette, boschi e colline sono a rischio

46 sigle ambientaliste denunciano il ddl Caccia: specie animali, aree protette, boschi e colline sono a rischio

«Il ddl sulla caccia è un gravissimo attacco alla natura, alla sicurezza delle persone e alla volontà della maggioranza degli italiani ma anche il segno dell'imbarazzo di governo dinanzi al testo improponibile di Lollobrigida. Chiediamo un incontro alle forze politiche di tutti gli schieramenti». L’iniziativa è di 46 sigle ambientaliste, animaliste, scientifiche e del comparto economico sostenibile, resa nota dal WWF con un comunicato del 21 giugno. Il disegno di legge era stato presentato il giorno prima al Senato dalla maggiorana di governo.

Il WWF ha elaborato anche un'analisi del ddl Caccia che elenca le “principali modifiche ed effetti del DDL di modifica della L. 157/92” 

Nel comunicato, che riporta in calce i nomi di tute le sigle, si motiva l’iniziativa con il seguente testo:

«Allungamento della stagione venatoria anche in piena migrazione, rilancio della cattura degli uccelli per richiamo vivo, caccia nelle aree demaniali, svilimento della scienza e dei pareri di Ispra, aumento del rischio per le persone e molto altro: il disegno di legge sulla caccia presentato ieri al Senato dai partiti di maggioranza è, al tempo stesso, una chiara sconfitta politica del Ministro Francesco Lollobrigida, che nei mesi scorsi aveva pubblicamente rivendicato la titolarità di queste misure, ma anche un brutale attacco alla natura, in violazione della direttiva Uccelli e della Costituzione italiana.

Questa retromarcia è la conferma di una strategia politica che cerca di nascondere la natura profondamente impopolare del provvedimento: si tratta infatti di un’azione grave nei contenuti, espressione di una visione superata, regressiva e minoritaria della natura e degli animali, concepita a uso e consumo esclusivo del mondo venatorio.

Le 46 sigle firmatarie di questo comunicato – rappresentative del mondo ambientalista, animalista, scientifico e del comparto economico sostenibile – avevano formalmente chiesto al Ministro un incontro per confrontarsi su queste tematiche ma non hanno mai ricevuto risposta. Di fronte alla critica fondata e documentata, il Ministro ha scelto di rifugiarsi in accuse infondate, rivelando una preoccupante mancanza di rispetto istituzionale e di volontà di confronto.

Il testo del DDL presentato in parlamento ricalca quasi integralmente la bozza ministeriale già resa pubblica dalle associazioni. Le modifiche apportate sono minime e del tutto insufficienti a mitigare la gravità del provvedimento. Un esempio emblematico è il caso della caccia in spiaggia: viene mantenuta la possibilità di cacciare nelle aree demaniali, escludendo esplicitamente solo il demanio marittimo. Questo significa che, senza la mobilitazione delle associazioni, si sarebbe arrivati persino a permettere i fucili in riva al mare.

Una prova evidente di cosa sia capace il mondo venatorio e della disponibilità della politica ad assecondare anche le richieste più estreme.

Il disegno di legge presentato ieri rappresenta un arretramento per tutti, perché:

-  impone una visione distorta della caccia, indicandola come strumento di tutela della biodiversità;

-  introduce una sanatoria per i trafficanti di uccelli usati come richiami vivi;

-  ribalta il principio di prevalenza della protezione della natura, come stabilito dalla Costituzione, dalla normativa europea e dalla giurisprudenza italiana;

-  trasforma le aree protette da valore da difendere a “problema” da contenere.

Questa impostazione tradisce anche i principi cardine della retorica politica della maggioranza: gli italiani non sono padroni a casa loro, perché non potranno più godere della natura in libertà e sicurezza. La loro campagna, le aree protette, i boschi e le colline rischiano di diventare terreni di caccia per chiunque, anche per gli stranieri, attratti da un’Italia trasformata in un luna park venatorio dove poter massacrare la fauna selvatica senza rischiare conseguenze.

Le 46 sigle chiedono formalmente di essere ascoltate da tutti i Gruppi parlamentari, e confidano nella sensibilità e nel senso di responsabilità anche delle forze politiche di maggioranza.

Questo disegno di legge non è solo grave ed inaccettabile nei contenuti, ma è anche incompatibile con la volontà della maggioranza degli italiani, che vogliono più tutela per l’ambiente, più sicurezza, a partire da chi può accedere alle loro proprietà, più benessere animale, più rispetto per i beni comuni.

Le sigle firmatarie: AFNI - ASSOCIAZIONE FOTOGRAFI NATURALISTI ITALIANI, ALI – Animal Law Italia ETS, Alleanza AntiSpecista Odv, Altura odv, Amici della Terra, Animal Aid Italia Odv, Animal Equality Italia, Animalisti Italiani, ASOIM – Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale OdV, Associazione ETICOSCIENZA APS, Attivisti Gruppo Randagio Odv, CIRF - Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale ETS, CISO – Centro Italiano Studi Ornitologici EARTH ODV, EBN, ENPA, Essere Animali ETS, Federazione Nazionale Pro Natura, FONDAZIONE AMBIENTALISTA MAREVIVO ETS, Fondazione Capellino, Fondazione Cave Canem, Gaia Animali & Ambiente OdV, Green Impact, Greenpeace, Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), Gruppo Insubrico di Ornitologia ODV, Humane World for Animals Europe, ISDE Associazione Medici per l'Ambiente, LAC, LAV, LEAL Lega Antivivisezionista, Legambiente, LEIDAA, LIMAV Italia OdV, Lipu, LNDC ANIMAL PROTECTION, MAN, OIPA ITALIA ODV, Rete dei Santuari di Animali Liberi, Rewilding Appennines, SALVIAMO L’ORSO OdV - Associazione per la Conservazione dell’Orso Bruno Marsicano, Società Ornitologica Italiana – S.O.I., Stazione Romana Osservazione e Protezione Uccelli, Verdi Ambiente e Società, Waldrappteam, WWF Italia

Roma, 21 giugno 2025»

*Immagine creata con IA

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