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La Comunità di Vita Cristiana Italiana sul disegno di legge contro misoginia e omotransfobia

La Comunità di Vita Cristiana Italiana sul disegno di legge contro misoginia e omotransfobia

Prosegue l’iter parlamentare del Disegno di Legge contro la misoginia e l’omotransfobia, che raccoglie ora in un testo unico i cinque DDL a firma Boldrini (PD), Zan (PD), Scalfarotto (IV), Perantoni (M5S) e Bartolozzi (FI). Le nuove norme modificheranno gli articoli 604 bis e ter del codice penale, includendo "il genere, l’orientamento sessuale e l’identità di genere" nella struttura dei reati fondati su motivi razziali e religiosi, intervenendo a tutela delle persone LGBT+ e punendo chi istiga a commettere, o commette, atti di discriminazione, violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere (art. 604 bis, lett. a) e b) c.p.). Resta opportunamente escluso il reato di propaganda a sfondo omotransfobico (non essendo stata modificata la prima parte della lettera a) dell’art. 604, bis del codice penale), senza limitare la libera manifestazione del pensiero, tutelata peraltro dall'art. 21 della nostra Costituzione.

Il mondo cattolico è chiamato a vigilare attentamente sugli sviluppi della discussione parlamentare di questo testo normativo, assumendo nel relativo dibattito nazionale una posizione che si collochi in sintonia con la missione della Chiesa nel mondo. La fedeltà alla Chiesa e al Vangelo, lungi dall’essere strumento di posizioni politiche, restano per ogni credente il fine e il criterio di giudizio fondamentale. Risuonano per questo chiare le parole dell'Enciclica Amoris Laetitia (n.250): “Nessuna persona dev’essere discriminata sulla base del proprio orientamento sessuale". E, in modo più forte e più inclusivo, le parole del Vangelo: “Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio.” (Mt 5, 21-22)

La CVX in Italia non può che far proprio questo atteggiamento di accoglienza per ogni condizione umana e sente forte l’appello del Vangelo a schierarsi aprioristicamente dalla parte delle vittime. Per questo, i luoghi della discriminazione e della violenza contro le donne e le persone LGBT+, periferie della vita sociale contemporanea, sono chiamati a divenire frontiera di missione.

Alla luce di quanto detto, e con riferimento alla mobilitazione nazionale “#restiamoliberi#” la CVX in Italia:

- non ravvisa, nel testo unico depositato alla Camera, nessun rischio effettivo per le libertà fondamentali di alcuno;

- invita a valorizzare la parte educativa e preventiva della proposta, anche in vista della sua successiva applicazione, e ad accrescere le iniziative di formazione all’accoglienza e al contrasto di qualsivoglia discriminazione e violenza, già promosse in questi anni da diverse comunità cattoliche;

- prende ancora una volta le distanze da qualsiasi strumentalizzazione politica del Vangelo;

- invita tutti a seguire con attenzione gli sviluppi del dibattito parlamentare, senza alimentare paure infondate, e a privilegiare la concreta rimozione degli ostacoli di ordine sociale che impediscono il pieno sviluppo di ogni persona umana, come vuole l’articolo 3 della nostra Costituzione.

 

Roma, 08 luglio 2020 

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