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Giunta in Vaticano la denuncia della Guardia Civil contro i preti

Giunta in Vaticano la denuncia della Guardia Civil contro i preti "pro-eta"

Il nunzio in Spagna, Bernardito Auza, ha assicurato di aver fatto giungere a papa Francesco la lettera di denuncia, per «collusione» con l’Eta, avanzata dall’Asociación Pro Guradia Civil (Aprogc) contro preti baschi. La lettera è stata inviata il 15 dicembre per chiedergli di intervenire in merito a dichiarazioni rilasciate durante trasmissioni televisive sull’ex banda armata, come quella del parroco di Lemoa, in Vizcaya, Mikel Azpeitia. L’associazione della Guardia civile – due guardie civili furono fatte saltare in aria propsio e Lemoa – sostiene che questo sacerdote «ha giustificato la banda terroristica relativizzando i suoi attacchi» e ha chiesto al papa di dimostrare che è «inflessibile contro gli atteggiamenti inappropriati di membri della Chiesa».

Mikel Azpeitia – parroco nella cittadina di Lemoa (o Lemona), dove anni fa l’Eta ha fatto saltare in aria due gendarmi della Guardia Civil – era stato intervistato, fra altri, alla fine dello scorso ottobre in occasione dell’uscita a Valldolid del documentario “Sotto il silenzio” del regista Iñaki Arteta, il cui intento era stato di tastare il polso della situazione a due anni dallo scioglimento dell’Eta. «Sì, terrorismo, senza dubbio», aveva detto Azpeitia, «ma quando un popolo oppresso che altri vogliono sottomettere risponde con violenza, non so fino a che punto sia terrorismo. Questo è un guerra fra fazioni, tra una nazione e un’altra nazione (...) che esisteva e esiste». E ancora: «Era una risposta a quello che si stava soffrendo, la gente la condivideva; che si potesse uccidere una guardia civile… una cosa è dire che è stato male, un’altra è ammettere che non c’era altro modo di fare» (v. Adista Notizie, n. 42/20).

Il vescovo di Bilbao, mons. Mario Iceta (ora trasferito a Burgos), aveva immediatamente sospeso il prete dalla sua condizione di parroco (30 ottobre), motivando la sua decisione con il fatto che Azpeitia relativizza gli attentati dell’Eta, sempre condannati dalla Chiesa basca e definendo «inaccettabili» le parole del prete. Azpeitia aveva altrettanto immediatamente recapitato al vescovo una lettera in cui manifestava tutto il tuo «pentimento» per le frasi «infelici» che aveva pronunciato e chiedeva «sinceramente perdono alle vittime».

L'Aprogc, nella lettera al papa, non ha denunciato solo Azpeita, ma probabilmente anche quei preti che avevano espresso solidarietà al parroco punito.

Durante un incontro con il nunzio, avvenuto l’8 febbraio, l'Associazione delle guardie civili ha manifestato la propria gratitudine per la cordialità e la "vicinanza" dimostrata dal rappresentate papale, e per il particolare interesse verso le «preoccupazioni» della Guardia Civile. Il presidente dell'APROGC, Begoña Uña Cantalapiedra, si è anche rammaricato perché «all'interno della Chiesa si giustifica e si applaude a una banda di assassini»; non si capisce, ha aggiunto, come sia possibile che «quella parte del clero basco continui a umiliare le vittime, quando dovrebbero prevalere le consolazioni e gli incoraggiamenti necessari per superare questa triste tappa della nostra storia».

*Parata della Guardia Civil. Foto di Carronada, tratta da Galipedia.org, immagine originale e licenza

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