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Recovery PlanET: un percorso di transizione verso la società della cura “whatever it takes”

Recovery PlanET: un percorso di transizione verso la società della cura “whatever it takes”

Tratto da: Adista Documenti n° 11 del 20/03/2021

DOC-3118. ROMA-ADISTA. Governo dei migliori, quello di Draghi? È bastata la lista dei ministri e quella di viceministri e sottosegretari a distruggere qualsiasi illusione, perlomeno in chi qualche speranza l'aveva nutrita. Ad affrontare la drammatica crisi climatica e ambientale e l'altrettanto tragica disuguaglianza sociale sarà una compagine in cui c'è chi auspica le ruspe nei confronti dei migranti (la sottosegretaria leghista alla Difesa Stefania Pucciarelli), chi scambia topolino con Dante (il sottosegretario leghista all’Istruzione Rossano Sasso), chi non legge un libro da tre anni e pensa che l'Emilia Romagna confini con il Trentino (la sottosegretaria leghista alla Cultura Lucia Borgonzoni), chi si è prodigato per salvare Berlusconi dai guai con la "nipote di Mubarak" (il sottosegretario Francesco Paolo Sisto alla Giustizia), tra molti altri casi umani ugualmente sconsolanti, da Mariastella Gelmini a Renato Brunetta fino ai renziani che, a detta loro, per far prevalere le idee avevano rinunciato alle poltrone (Bonetti ministra, Bellanova viceministra, Scalfarotto sottosegretario). Mentre, come evidenzia Marco Bersani di Attac Italia (il manifesto, 27/2), «la nomina a consigliere economico di Francesco Giavazzi è il definitivo suggello della direzione che si intende intraprendere: stabilizzare oggi il capitalismo con una stagione di spesa – digital e green – per ripristinare domani la gabbia del debito e le politiche di austerità». Né la squadra di governo scelta da Draghi, come nota Friday for future, può ispirare fiducia in relazione al nuovo e tanto atteso Ministero per la Transizione Ecologica, «a partire dal ministro Cingolani, il cui passato non lascia intuire particolare esperienza in campo ecologico, né una particolare simpatia per le rinnovabili, semmai più per il gas fossile». Come per nulla rassicurante appare la nomina di Giorgetti, le cui «posizioni rasentano il negazionismo», allo Sviluppo Economico, un ministero, cioè, in cui vengono prese decisioni di grande impatto sul clima. «Nel 2021 – scrivono a Draghi i giovani di Friday for Future – l’Italia è chiamata a fare la Storia: per la prima volta saremo ospiti del G20, e co-ospiti della COP 26, forse la conferenza per il clima più osservata di sempre, dopo che nel 2019 milioni e milioni di persone sono scese in piazza a chiedere azioni e giustizia climatica. A maggior ragione in questo contesto, la sua prima responsabilità sarà far sì che il clima e l’ambiente innervino ogni aspetto dei fondi Next Generation EU. Sappiamo infatti che una profonda riconversione ecologica è la migliore strategia anche per creare nuovi posti di lavoro e costruire una società più resiliente, l’unica possibile se vogliamo affrontare l’emergenza climatica». E concludono: «Lo scorso agosto, lei ha detto che “privare i giovani del futuro è la più grande forma di disuguaglianza”. Il suo governo agirà per non privarci del nostro futuro, e garantire giustizia climatica, per non far pagare queste crisi ai più fragili e a chi ha meno responsabilità? Non c’è più tempo per “fare il possibile”. Va fatto il necessario. “Whatever it takes”, a qualunque costo». Quanto quella del Next Generation EU sia un'occasione unica lo spiega, peraltro, in maniera lucida e chiara, Elvio Fassone, ex magistrato della Corte di Cassazione, presidente della Corte di Assise e per due mandati senatore del Pd, il quale, nell'articolo che ci ha inviato, raccomanda fortemente agli Stati beneficiari di essere consapevoli dell'unicità storica di tale opportunità.

Ma in che modo vada colta questa occasione lo ha magistralmente indicato il percorso noto come "La società della cura", nato durante il lockdown con la partecipazione di uno straordinario cartello di gruppi, associazioni, reti sociali e uscito allo scoperto con un manifesto, dal titolo appunto “Uscire dall’economia del profitto, costruire la società della cura", sulla necessità di una radicale conversione ecologica della società (v. Adista Documenti n. 38/2020 e 2/21). Un percorso proseguito con l'elaborazione di un appello, consegnato in Parlamento il 22 dicembre scorso, relativo alle misure da realizzare «qui e ora» per uscire dalla fase di emergenza. Per poi proseguire con la costruzione di un piano nazionale di transizione verso la società della cura alternativo al Recovery Plan, presentato online il 6 marzo come risultato «di un grande lavoro collettivo a cui hanno partecipato molte centinaia di persone, impegnate per settimane in tredici tavoli tematici e in un grande gruppo di donne sull'approccio di genere»: il Recovery Planet, accompagnato dal documento "Una lettura critica femminista" prodotto dal gruppo di donne della convergenza Per la Società della Cura e dal documento del tavolo tematico "Ecologia e ambiente".

Qui, l’intervento di Marco Bersani (Attac, 23/2),

qui, quello di Elvio Fassone e

qui, il documento della Società della cura su "Ecologia e ambiente".  

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