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ODIO ANTICO

Tratto da: Adista Documenti n° 91 del 19/09/2009

Abbiamo realizzato una serie di iniziative in tutto il Paese e un accampamento a Brasilia in difesa della Riforma Agraria, conquistando importanti vittorie in relazione alla soluzione dei problemi dei lavoratori agricoli.

Le giornate di lotta hanno ottenuto dal governo federale misure assai importanti, per quanto si sia ancora lontani dalla realizzazione della Riforma Agraria e dal consolidamento di un nuovo modello agricolo. Malgrado ciò, tali giornate hanno dimostrato alla società e alla popolazione in generale che solo le organizzazioni popolari e la lotta sociale possono garantire le conquiste per i lavoratori e le lavoratrici.

La principale misura annunciata dal governo è l’aggior-namento degli indici di produttività, utilizzati come parametri legali per l’esproprio di terre per la Riforma Agraria. I ruralisti (la corrente dei latifondisti al Congresso, ndt), l’a-grobusiness e la classe dominante brasiliana hanno preso po-sizione contro la revisione degli indici, utilizzando i mezzi di comunicazione per esercitare una pressione sul governo affinché faccia marcia indietro. Facciamo attenzione. Se il governo verrà mano all’accordo, non resteremo in silenzio.

Queste conquiste hanno fatto infuriare quanti difendono solo i propri interessi, il proprio patrimonio e il proprio profitto, puntando ad accrescere lo sfruttamento dei lavoratori, della natura e delle risorse pubbliche. In questo contesto, diversi organi della stampa borghese ­ autentici portavoce degli interessi dei capitalisti nelle campagne ­ come la rivista Veja, Estadão, Correio Brazilienze, Zero Hora e la tv Bandeirantes - hanno cominciato ad attaccare il Movimento per bloccare le misure progressiste conquistate attraverso la lotta.

Non c’è alcuna novità nell’atteggiamento politico e ideologico di questi strumenti che sono parte della classe dominante e sostengono gli interessi del capitale finanziario, delle banche, dell’agrobusiness e del latifondo, voltando le spalle ai problemi strutturali della società e alle difficoltà del popolo brasiliano. Disperati, tentano di tirar fuori vecchi argomenti, come per esempio che il MST vivrebbe a carico del denaro pubblico. Senza contare che questi attacchi vengono proprio da imprese che vivono di pubblicità e di risorse pubbliche o che si sospetta abbiano ricavato vantaggi dalla partecipazione ad aste pubbliche del governo di São Paulo, come l’editrice Abril.

Di fronte a ciò, vorremmo chiarire ai nostri amici e alle nostre amiche, che ci appoggiano e ci sostengono, che non abbiamo mai ricevuto né utilizzato denaro pubblico per promuovere occupazioni di terra o proteste o marce. Tutte le nostre manifestazioni sono realizzate con il contributo delle famiglie accampate e insediate e grazie alla solidarietà di cittadini e organizzazioni della società civile. Siamo inoltre molto orgogliosi dell’appoggio di organismi internazionali che ci aiutano in progetti specifici, relativamente ai quali presentiamo dettagliati resoconti. D’altronde, tutte le risorse che vengono dall’estero passano per la Banca Centrale. Non abbiamo niente da nascondere.

In relazione alle organizzazioni che lavorano negli insediamenti della Riforma Agraria, che sono centinaia e lavorano in tutto il Paese, sosteniamo la legittimità degli accordi con i governi federali e statali e crediamo nella correttezza del lavoro realizzato. Questi enti sono debitamente abilitati dagli organismi pubblici, vengono controllati e subiscono anche persecuzioni politiche da parte del Tcu (Tribunale dei conti dell’Unione), controllato attualmente da affiliati del Psdb (Partito della Socialdemocrazia brasiliana) e Dem (Democratici, ex Pfl, Partito del Fronte Liberale). Sviluppano progetti di assistenza tecnica, alfabetizzazione di adulti, formazione, educazione e sanità in insediamenti rurali, servizi che sono un diritto degli insediati e un dovere dello Stato, secondo la Costituzione.

Non ci aspettavamo un altro tipo di comportamento da questi mezzi di comunicazione. Gli attacchi contro il MST sono antichi e sono sempre stati dettati da una pura manifestazione di odio dei settori più reazionari della classe dominante contro i lavoratori rurali che si organizzano e lottano per i propri diritti. Continueremo con le nostre mobilitazioni perché soltanto la pressione popolare può garantire il progresso della Riforma Agraria e il rispetto dei diritti dei lavoratori, indipendentemente dalla volontà della classe dominante e dei suoi mezzi di comunicazione.

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