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L’INDIGNAZIONE DI OGGI, IL SOSTEGNO DI IERI. STORIA DEL RAPPORTO CEI-POLVERINI

Tratto da: Adista Notizie n° 35 del 06/10/2012

36862. ROMA-ADISTA. Le parole del card. Angelo Bagnasco sulle vicende che hanno portato la Regione Lazio verso la crisi (v. notizia precedente) sono state lette da giornali e televisioni come il frutto della legittima indignazione della Chiesa di fronte allo spettacolo di una politica corrotta e in totale distonia con le attese di un Paese in profonda crisi etica, oltre che sociale ed economica. Peccato però che di questo “spettacolo”, specie quello che si è consumato alla Regione Lazio, la Chiesa non sia stata e non sia semplice spettatrice.

La gerarchia ecclesiastica è infatti stata tra le più accese sostenitrici della parabola del centrodestra, dal 1994 al 2011. E anche del successo di Polverini la Chiesa non è stata certamente spettatrice neutrale. Basti ricordare che il card. Camillo Ruini ricevette a casa sua, a pochi metri dai Musei vaticani, Silvio Berlusconi e Gianni Letta, il 20 gennaio 2010, per dare il via libera della Chiesa alla candidatura di Polverini in funzione anti-Bonino. O la smaccata dichiarazione di voto del direttore di Avvenire Marco Tarquinio che, sulle colonne del giornale dei vescovi, scriveva (27 febbraio 2010): «Niente e nessuno mi farà digerire uno schieramento che assegna un ruolo guida a una “laicista ideologica” del calibro e della storia di Emma Bonino. Come diceva, a diverso proposito, un mio laicissimo maestro di giornalismo e di coerenza: da che parte è andata quella signora lì? Ah, bene, io me ne vado di corsa da quest’altra…». Solo che da quell’altra c’erano Berlusconi, Storace, Buontempo. E, appunto, l’ex fascista Polverini. Alla cui candidatura giunse l’ancora più ufficiale benedizione del Vicariato. Una nota del vicario del papa per la diocesi di Roma, il card. Agostino Vallini, datata 14 marzo 2010, affermava infatti che non era possibile «equiparare qualunquisticamente tutti i progetti politici, perché non tutti incarnano i valori in cui crediamo. Né si possono concedere deleghe di rappresentanza politica a chi persegue altro progetto politico, che ci è estraneo e che non condividiamo». Quali fossero i «valori umani e civili», quali i «diritti irrinunciabili» che «i cittadini cristiani intendono sostenere con il proprio voto», il cardinal Vallini lo spiegava puntualmente subito dopo: «La libertà religiosa, la difesa della sacralità della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, le libertà fondamentali della persona, la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna, aperta alla maternità e paternità responsabile, la libertà educativa e di istruzione, il lavoro retribuito secondo giustizia, la cura della salute, l’apertura agli immigrati in un sistema di leggi che coniughi insieme accoglienza, legalità e sicurezza, la casa, la salvaguardia del creato».

Insomma, per la prima metà dell’elenco, tutti i punti qualificanti della campagna elettorale del centrodestra. Ma se il messaggio contenuto nella nota del Vicariato ai cattolici che ancora intendevano votare per Emma Bonino non fosse stato abbastanza chiaro, supplivano le “note a margine” del quotidiano dei vescovi Avvenire che, il 14 marzo 2010, nell’inserto diocesano RomaSette, spiegava i veri motivi che avevano spinto il card. Vallini a stendere la nota: «C’è infatti chi, singoli ma anche organi di stampa, se l’è presa con un presunto “silenzio” della Chiesa di fronte alla candidatura dai toni e dai programmi laicisti (e pure con la pretesa di parlare a nome dei cattolici) di Emma Bonino – mai nominata direttamente nel testo – alla guida del centrosinistra». Per non parlare del Foglio, quotidiano vicinissimo al card. Ruini, che appena due giorni dopo, il 16 marzo, riportava un’intervista proprio al predecessore del card. Vallini in Vicariato. Al quotidiano diretto da Giuliano Ferrara, Ruini dichiarava: «I cittadini che fanno riferimento all’etica cristiana, ma anche tutti coloro che vogliono salvaguardare le strutture portanti della nostra civiltà, hanno qui un preciso criterio per l’esercizio del diritto/dovere del voto. Dopo le tormentate vicende relative alla presentazione delle liste, è tempo infatti di concentrare l’attenzione sulle questioni di sostanza, innanzitutto quella della scelta delle persone che dovranno guidare le Regioni italiane».

Il clima di entusiasmo pro-Polverini che si respirava negli ambienti ecclesiastici in quel periodo spinse anche alcuni parroci, e un vescovo, a valicare decisamente il tradizionale, e puramente formale, atteggiamento di prudenza e “terzietà” della Chiesa sotto elezioni. Così, il vescovo di Rieti, mons. Delio Lucarelli, decise (9 gennaio 2010) di sponsorizzare personalmente l’apertura della campagna elettorale, nella provincia di Rieti, della candidata del PdL alla presidenza della Regione Lazio. Accompagnata da Maurizio Gasparri, Polverini fu infatti ricevuta in episcopio dal vescovo Lucarelli e da lui stesso accompagnata, dopo il colloquio, per una preghiera in cattedrale, rendendo così pubblico il sostegno ecclesiastico alla candidata presidente. Ad accompagnare Polverini in casa del vescovo e in cattedrale c’era anche don Valerio Shango, parroco congolese sostenitore dichiarato di Silvio Berlusconi del PdL, che si era pubblicamente vantato di aver fatto eleggere il candidato di centro-destra Giuseppe Emili a sindaco di Rieti. (valerio gigante)

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