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BREVI ADISTA

Tratto da: Adista Notizie n° 35 del 06/10/2012

EL JADIDA-ADISTA. Cristianesimo record. Il cristianesimo è la prima religione dell'Africa: è quanto emerge dai nuovi dati presentati il 21 settembre scorso al congresso “Religione in un contesto globalizzato” organizzato all'Università di El Jadida, in Marocco, dal Cesnur (Centro Studi sulle Nuove Religioni), la rete internazionale di studiosi del pluralismo religioso diretta dal sociologo torinese Massimo Introvigne. Secondo i dati presentati al convegno - dove hanno preso la parola settanta oratori di diciotto Paesi e di tutti i continenti - i cristiani rappresentano il 46,53% della popolazione africana rispetto al 40,46% dei musulmani e all'11,8% degli aderenti alle religioni africane tradizionali.

CANBERRA-ADISTA. Pedofilia record. Dagli anni '30 ad oggi, almeno 620 bambini hanno subito abusi da parte del clero cattolico nello Stato australiano di Victoria. Sono state le stesse gerarchie cattoliche locali a rivelarlo, nel corso di un'audizione parlamentare. L'arcivescovo di Melbourne, Denis Hart, ha espresso vergogna e turbamento per gli abusi commessi dal clero, chiedendo scusa per la sofferenza causata ai bambini e alle loro famiglie.

MANAGUA-ADISTA. Niente più soldati alla Soa. Il presidente nicaraguense Daniel Ortega, ai primi di settembre, ha dichiarato a una delegazione dell'Osservatorio della Scuola delle Americhe, guidata dal sacerdote e difensore dei diritti umani Roy Bourgeois, e di Nicaragua Network (NicaNet) che il Nicaragua non invierà mai più i propri soldati alla famigerata Scuola delle Americhe (Soa). «La Soa è un simbolo di morte e di terrore. Per questo motivo abbiamo continuato a ridurre il numero dei soldati inviati. Lo scorso anno (2011) ne abbiamo mandati solo cinque e quest'anno nessuno», ha detto Ortega durante la riunione. «È il minimo che possiamo fare. Noi stessi siamo stati vittime di questa scuola», ha aggiunto.

BOIS-LE-DUC-ADISTA. Lungimiranza? «Ho l’impressione che la Chiesa cattolica romana escluda coloro che hanno opinioni diverse o modi di vita differenti. Io voglio accogliere tutti in seno alle nostre scuole». Con questa motivazione Jan Timmers, direttore del comitato di gestione delle scuole cattoliche della città olandese Bois-le-Duc, ha fatto sapere che la sua organizzazione non vuole più essere associata alla Chiesa cattolica. A suo parere non si tratta di una rottura con la Chiesa: «Sono dieci anni che non abbiamo contatti: non abbiamo dunque motivo di continuare a far parte del club» (La Croix, 24/9). Il comitato ha dunque proposto ai suoi aderenti di cancellare la menzione cattolica dai nomi degli istituti. Si tratta di una decisione poco lungimirante, è stato il commento di mons. Robertus Mutsaerts, vescovo ausiliare della diocesi.

ROMA-ADISTA. Il milite noto. In un comunicato stampa del 26/9, dal titolo “Difesa, dubbi etici e costi elevati”, la Tavola della Pace racconta di un convegno «blindato e senza contraddittorio» sulle missioni di pace, che si è tenuto alla Camera dei Deputati lo scorso 25 settembre. In quella occasione, «i vertici [militari] hanno sollecitato la riforma del settore chiedendo mano libera». «Ci sono molte cose che le vecchie gerarchie militari italiane non sopportano», chiarisce la Tavola della Pace: tra queste, «che il Parlamento “pretenda” di decidere come ristrutturare e riorganizzare le Forze armate». Ma, si legge ancora nel comunicato, «anche per loro, il problema più grande oggi è un altro e si chiama crisi economico-finanziaria. I soldi non ci sono più». Secondo la Tavola della Pace, persino Giampaolo Di Paola – ministro-ammiraglio del governo dell’austerità – avrebbe raggiunto questa “amara” conclusione. Il nodo però resta un altro, prosegue la Tavola: «Le tesi emerse nel corso del convegno ci debbono preoccupare non tanto per il contenuto quanto per la totale assenza di una riflessione critica sulle sfide internazionali che il nostro Paese è chiamato ad affrontare e sugli strumenti più appropriati per fronteggiarle. Un vuoto, che è innanzitutto politico, che ci deve allarmare perché lascia il nostro Paese privo di una visione e di un progetto in grado di affrontare il tempo lungo e difficile della crisi e del cambiamento che stiamo vivendo» (informazioni: www.perlapace.it).

HANNOVER-ADISTA. Nuovi approcci? 16 vescovi diocesani e 17 ausiliari, insieme a 300 delegati di associazioni cattoliche, si sono incontrati ad Hannover a metà settembre nel quadro del “Dialogo” tra clero e laici, voluto dalla Conferenza episcopale all’indomani dell’esplosione dello scandalo degli abusi. Un incontro che ha sorpreso per i toni nuovi e ha, forse, aperto nuove prospettive su temi ecclesiali caldi: «Anche se non può riconoscere le unioni omosessuali come istituzione, la Chiesa proibisce qualsiasi diffamazione e rifiuto di persone con predisposizione omosessuale», ha detto il conservatore mons. Franz-Josef Overbeck, vescovo di Essen, aggiungendo che gay e lesbiche sono benvenuti nella Chiesa. Stessi toni di apertura da parte del vescovo di Osnabrück Franz-Josef Bode, tra i più aperti in Germania: «L'esclusione generale e duratura dei divorziati risposati dai sacramenti – ha detto – appare a molti dentro la Chiesa come una conclusione intollerabile»; «Sentiamo la necessità di una nuova discussione, differenziata e approfondita, sulla dottrina sessuale della Chiesa».

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