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PARROCO UMBRO ALLA CANDIDATA PDL IN CERCA DI VOTI: IL VOSTRO PARTITO LONTANO DALL’ETICA CRISTIANA

Tratto da: Adista Notizie n° 7 del 23/02/2013

37056. ROMA-ADISTA. «È, questo, il nostro modo di impegnarci per testimoniare la nostra fede. La prego di voler accogliere questo piccolo pensiero, la nostra semplice brochure, come un modo per condividere l'impegno difficile per l'affermazione della Verità Cristiana nella nostra società e nel tempo che ci è dato di vivere». Era la vigilia delle elezioni politiche del 2006, e Sandro Bondi scriveva così, all’interno della lettera allegata all'opuscolo "I frutti e l'albero. Cinque anni di governo Berlusconi alla luce della dottrina sociale della Chiesa", inviato da Forza Italia ai 25 mila parroci italiani (v. Adista n. 19/06).

Una iniziativa in grande stile, quella, che suscitò però la reazione sdegnata di molti preti, tra cui il parroco di Antrosano, don Aldo Antonelli, che rispose con caratteri di fuoco alla missiva berlusconiana.

A distanza di 7 anni, sempre alla vigilia delle elezioni politiche, ci riprova la senatrice Ada Spadoni, imprenditrice nei settori agricolo ed edile ri-candidata al Senato per il Popolo della Libertà (a forte rischio di non farcela e sollecitata dallo stesso Berlusconi ad impegnarsi fino all’ultimo per conquistare il seggio, cruciale nei rapporti di forza post elettorali), che ha scritto l’8 febbraio scorso una lettera a tutti i preti dell’Umbria, «pastori del popolo cristiano», per sensibilizzarli sui temi etici, dalle «disposizioni sul “fine vita” (chi non ricorda il caso Englaro), alla legge sul matrimonio per le coppie omosessuali», dall’«adozione di bambini nelle stesse coppie omosessuali, alle problematiche sull’uso degli embrioni», fino «all’apertura all’aborto eugenetico (che, di fatto, si va già diffondendo)». La senatrice infatti, se ammette che, specie sulla politica economica, i suoi interlocutori potrebbero non condividere le scelte ed il programma del suo partito, sui temi etici il PdL incontra certamente il favore della Chiesa, perché «è stato sempre unito e coerente», oltre ad essere «composto da molti cattolici e da altri che si definiscono “laici adulti”, la cui formazione culturale e politica è in ogni caso improntata al rispetto di tutti i valori non negoziabili”». E se di politica economica si può discutere, sui temi etici nel prossimo Parlamento «non ci sarà possibilità di mediazione». Per questo, «è necessario che nel futuro Parlamento ci sia un numero di persone sufficienti a non far passare leggi contro la famiglia, l’uomo e la sua vita. Io – afferma Spadoni chiedendo il sostegno dei preti umbri – mi sono impegnata e mi impegnerò in questo senso».

A replicare alla senatrice è stato don Gianfranco Formenton, parroco di S. Angelo in Mercole e di S. Martino in Trignano (Spoleto). «Rivolgendosi ai “pastori del popolo cristiano” – scrive il prete umbro alla senatrice PdL – lei dovrebbe ricordare che tra i valori non negoziabili nella vita, nella vita cristiana e soprattutto in politica entrano tutta una serie di comportamenti di vita, di etica pubblica e di testimonianza sui quali non mi sembra che il partito di cui lei fa parte né gli alleati che si è scelto siano pienamente consapevoli».

«Sarebbe bello – affonda il parroco – stendere un velo pietoso su tutto ciò che riguarda il capo del suo partito sul quale non credo ci siano parole sufficienti per stigmatizzarne i comportamenti, le esternazioni, le attitudini pruriginose, le cafonerie, le volgarità verbali che costituiscono tutto il panorama di disvalori che tutti i pastori del popolo cristiano cercano di indicare come immorali agli adulti cristiani e dai quali cercano di preservare le nuove generazioni».

«Sarebbe bello – insiste – ma i pastori non possono farlo, perché lo spettacolo indecoroso del suo capo è stato anche una vera e propria “modificazione dei valori di fondo della nostra società” (come lei dice) operata anche grazie allo strapotere mediatico che ha realizzato una vera e propria rivoluzione (questa sì che gli è riuscita) secondo la quale oramai il relativismo morale, tanto condannato dalla Chiesa, è diventato realtà. Concordo con lei, su questo: “mediare significherebbe accettare”».

Ma il punto non è solo questo. Perché, aggiunge don Gianfranco rivolgendosi a Spadoni, «lei siederà nel Senato della Repubblica insieme a tutta una serie di personaggi che coltivano ideologie razziste, populiste, fasciste che sono assolutamente anti cristiane, anti evangeliche, anti umane. Mi consenta di dirle francamente che il Vangelo che i pastori annunciano al popolo cristiano non ha nulla a che vedere con ideologie che contrappongono gli uomini in base alle razze, alle etnie, alle latitudini, ai soldi… e, mi creda, mentre nel Vangelo non c’è una sola parola sulle unioni omosessuali, sul fine vita e sull’aborto… sulle discriminazioni, sul rifiuto della violenza e su una visione degli altri come fratelli e non come nemici, ci sono monumenti innalzati alla tolleranza, alla nonviolenza, all’accoglienza dello straniero, al rifiuto delle logiche della furbizia e del potere».

«Mi dispiace, gentile senatrice – chiude determinato il parroco umbro – ma non riterrò di fare qualcosa né per lei, né per il suo partito, né per i vostri alleati, anzi. Se qualcosa farò anche in queste elezioni, questo non sarà certo di suggerire alle pecorelle del mio gregge di votare per quelli che mi scrivono lettere esibendo presunte credenziali di cattolicità». (valerio gigante)

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