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Italia in svendita. Se la legge finisce dove inizia la proprietà

Italia in svendita. Se la legge finisce dove inizia la proprietà

Tratto da: Adista Documenti n° 28 del 01/08/2015

DOC-2730. ROMA-ADISTA. Che la difesa del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della nazione - prevista dall'articolo 9 della Costituzione ma clamorosamente disattesa nell'arco dell'intera storia repubblicana - si configuri sempre più come una delle principali battaglie di civiltà nel nostro Paese, ne sono (quasi) tutti convinti, e il moltiplicarsi di prese di posizione, di denunce, di grida di allarme, di mobilitazioni ne offre la dimostrazione più evidente. Ma se, come sottolinea Marco Boschini su Comune-info (4/7), tra le premesse dei piani urbanistici dei Comuni italiani, «non ce n’è una che non faccia riferimento alla tutela del territorio», «alla sua messa in sicurezza», «al rispetto e alla cura», «alla prevenzione del dissesto idrogeologico e alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati esistenti», quando poi si leggono i numeri ci si accorge «che la traduzione nei fatti è un’altra cosa»: «In pratica tutti (diciamo molti) dichiarano di salvaguardare il territorio, ma intanto lo svendono, consentendo su di esso l’ennesima speculazione edilizia». C'è chi, però, ha scelto di agire, decidendo di applicare sul proprio territorio «quella Costituzione della Repubblica italiana che viene invece calpestata da coloro che hanno solennemente giurato di difenderla»: è il caso di “Mondeggi Bene Comune - Fattoria Senza Padroni”, l'esperienza di “custodia popolare” iniziata un anno fa in una tenuta abbandonata alle porte di Firenze (v. Adista Documenti n. 24/15) e oggi diventata una delle più interessanti sperimentazioni in termini di salvaguardia del territorio, attraverso un’agricoltura contadina a bassa meccanizzazione, sostenibile e naturale, e una gestione comunitaria della terra. Così, un ringraziamento «dal profondo del cuore a tutti coloro che, a Mondeggi, coltivano il futuro della democrazia italiana» è stato espresso dallo storico dell'arte Tomaso Montanari, in un intervento inviato ai partecipanti della tre giorni svoltasi, dal 26 al 28 giugno scorso, nella “fattoria senza padroni”, per tracciare un primo bilancio dell'esperienza un anno dopo il primo insediamento del presidio contadino. Vi proponiamo ampi stralci del suo intervento

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