Nessun articolo nel carrello

Costituzione, ultima chiamata

Costituzione, ultima chiamata

Tratto da: Adista Notizie n° 15 del 23/04/2016

Lo scorso 12 aprile la Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo al ddl Boschi sulla riforma costituzionale, promossa dal governo Renzi. 361 i voti favorevoli , 7 quelli contrari, mentre Sinistra Italiana, Movimento 5 Stelle, Lega e Forza Italia hanno abbandonato l’Aula. E mentre il presidente del Consiglio canta vittoria, parla di «giornata storica» e di «trionfo della democrazia», il Paese si avvia alle consultazioni popolari di ottobre. Proponiamo, di seguito, una riflessione dei Comitati Dossetti per la Costituzione.


I Comitati Dossetti per la Costituzione prendono atto con dolore dell’abbandono dell’ordinamento costituzionale del ’48 per un nuovo assetto di potere di cui lo stesso presidente del Consiglio dichiara che dovrà in seguito verificarsi la validità.

Ancor più motivo di rammarico è la spaccatura del Parlamento e del Paese mediante la quale la riforma viene portata a termine, facendo venir meno, con la Costituzione del ’48, l’unica grande risorsa di unità ancora esistente, in un momento in cui tutto porta alla divisione nell’Italia della rottura tra le generazioni, in un’Europa ormai fatta a pezzi da muri di divisione e reti di sbarramento e nel Mediterraneo dove sono in atto sanguinosi e dilaganti conflitti.

Il dott. Matteo Renzi ha inteso mettere il cambiamento costituzionale dietro il riparo delle grandi figure di La Pira e Dossetti. Certamente «l’attesa della povera gente», di cui parlava La Pira, non era l’attesa che i poveri venissero esclusi dalle istituzioni rappresentative mediante sistemi elettorali miranti all’emarginazione, delle loro organizzazioni e delle loro forze politiche, in una società sempre più drammaticamente marcata dall’esclusione e con il dichiarato obiettivo di un potere a partito unico. E, quanto a Dossetti, negli anni ’50, lungi dal mettere in questione la Costituzione appena instaurata, diagnosticò una profonda crisi di civiltà che riguardava l’intero sistema mondiale nelle pari responsabilità dei due sottosistemi, capitalista e sovietico, prevedendo con lucidità il precipitare progressivo degli ordinamenti nella tragica situazione in cui oggi sono caduti. Il presidente del Consiglio ha ironizzato nella sua replica alla Camera sulla “Costituzione più bella del mondo” per giustificarne il superamento; che fosse una bella Costituzione è stato finora un parere unanime; si può dire piuttosto che non ce la meritavamo, se addirittura i principali promotori della svolta sono stati i due magistrati costituzionali che avevano il compito di garantirla. Ha cominciato il presidente Cossiga con il picconare e ha proseguito il presidente Napolitano che l’ha data da rottamare, come Renzi ha rivendicato a suo favore.

La vicenda italiana dimostra purtroppo che in questi cinquanta anni le società si sono imbarbarite sicché costituzioni come quelle che erano state pensate per le società, uscite dalla tragedia della Seconda Guerra mondiale, non sono più atte a reggere un corso storico dominato dal predominio della ricchezza, dell’esclusione e del denaro, come per prima aveva diagnosticato la Banca d’affari americana JP Morgan. Ma proprio questo scarto tra i valori e gli obiettivi della Costituzione e il suo inadempimento avrebbe dovuto consigliare di mantenerla almeno come un traguardo alto da mantenere, come un “non ancora” da raggiungere e come prova del fatto che società giuste con poteri democratici e pluralistici ad esse conformi sono state pensate e sono possibili. Questa è la ragione per cui nella battaglia referendaria si dovrà fare ogni sforzo perché la Costituzione di De Gasperi, Moro, Togliatti, Dossetti, La Pira, Lelio Basso, Calamandrei, Meuccio Ruini, non vada perduta. 

 * comitati spontanei nati nel 1994 per rispondere all’allarme lanciato da Giuseppe Dossetti circa i rischi che l’assetto costituzionale del nostro Paese stava correndo (https://comitatidossetti.wordpress.com)

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

50 anni e oltre

Adista è... ancora più Adista!

A partire dal 2018 Adista ha implementato la sua informazione online. Da allora, ogni giorno sul nostro sito vengono infatti pubblicate nuove notizie e adista.it è ormai diventato a tutti gli effetti un giornale online con tanti contenuti in più oltre alle notizie, ai documenti, agli approfondimenti presenti nelle edizioni cartacee.

Tutto questo... gratis e totalmente disponibile sia per i lettori della rivista che per i visitatori del sito.