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"Io sono perché noi siamo. L'etica dell'ubuntu per ripensare la società

Tratto da: Adista Documenti n° 20 del 27/05/2017
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doc-2854. SÃO LEOPOLDO-ADISTA. Non viene solo dall'America Latina, o, meglio, dai popoli indigeni della Patria Grande, la proposta di uno stile di vita contrapposto all'attuale modello occidentale – fino alla sua versione estrema dell'American way of life – basato sulla libertà dell’individuo e sulla competizione: se negli anni passati è stato soprattutto il concetto indigeno di buen vivir (grazie alla sua incorporazione nella Costituzione boliviana e in quella ecuadoriana) a offrire un punto centrale di riferimento per ogni riflessione su una civiltà alternativa – opponendo al nostro devastante modello del “vivere meglio” la proposta di un’opzione di vita per tutti, di una buona qualità della vita per tutti i viventi in un rapporto di profonda armonia con la Pachamama, la Madre Terra, e secondo un modello di vita comunitaria (“se uno vince o perde, tutti vinciamo o perdiamo”) – un grande motivo ispiratore è dato anche dal concetto africano di ubuntu, con il suo richiamo alla dimensione di un legame solidale tra tutti gli esseri umani e non umani. Un concetto anch'esso estraneo alla nostra cultura individualista, esprimendo una visione in cui “una persona è tale attraverso altre persone”, ossia “io sono perché noi siamo e, poiché siamo, io sono” o, ancora, “io posso essere io solo attraverso te e con te”, in un legame permanente di tutti con tutti. Un pilastro, questo, della spiritualità, dell'etica e dell'antropologia africane, con il loro accento sulla forza vitale – quell'energia che circola all'interno della comunità che il muntu (essere umano) è chiamato a introiettare, rafforzare e trasmettere – e sulla fecondità, lo strumento attraverso cui si entra nella catena vitale che unisce il mondo visibile a quello invisibile, iniziando con i bambini, passando attraverso gli adulti, continuando con gli anziani e finendo con gli ancestrali, coloro che sono passati all'altra riva, da cui proteggono gli altri. 

Di seguito, in una nostra traduzione dal portoghese, ampi stralci dell'intervento del professore della Repubblica Democratica del Congo Jean-Bosco Kakozi Kashindi, dedicato all'ubuntu “come etica africana, umanista e inclusiva”, pubblicato nel n. 254 (2017) dei Quaderni Ihuideias dell'Unisinos (l’Università gesuita del Vale do Rio dos Sinos, a São Leopoldo, nel Rio Grande do Sul; www.ihu.unisinos.br).

* Foto per gentile concessione dell'autore

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