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A quando una legge “costituzionale” sulla libertà religiosa? Un appello ai candidati alle politiche

A quando una legge “costituzionale” sulla libertà religiosa? Un appello ai candidati alle politiche

ROMA-ADISTA. «Per una legge “costituzionale” sulla libertà religiosa»: è questo l’appello degli evangelici italiani alle candidate e ai candidati alle elezioni politiche di domenica prossima. In questa campagna elettorale i temi della libertà religiosa e della laicità dello Stato «risultano ‘non pervenuti’”», ha sottolineato con rammarico il pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e della Commissione delle Chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS), in una nota dell’agenzia Nev. L’Italia non ha ancora nel suo ordinamento una legge sulla libertà religiosa, che è un diritto fondamentale codificato dalla Costituzione all’art. 19. «Fa ormai davvero specie – aggiunge il pastore Negro – notare come le poche e insufficienti disposizioni esistenti in materia, le cosiddette leggi sui ‘culti ammessi’, siano risalenti all’epoca fascista». E nella nostra società mltietnica, si osserva nella nota, sono strumenti giuridici «totalmente inadeguati».

Di fronte a questo quadro la Commissione delle Chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS), in vista delle elezioni del 4 marzo, lancia un appello alle forze politiche affinché «la prossima legislatura sia investita a tutti gli effetti del tema della libertà religiosa e di culto e si faccia carico di dare piena attuazione al dettato costituzionale in materia».

Ai candidati perciò gli evangelici chiedono garanzie relative al «diritto a luoghi di culto riconosciuti pubblicamente e visibili come ambienti sani di aggregazione e di integrazione nelle realtà territoriali; l’assistenza spirituale da parte di ministri di culto formati e riconosciuti come tali dallo Stato nelle carceri e nei luoghi di cura; la libertà di manifestazione della propria appartenenza ad una comunità religiosa nei luoghi di lavoro».

Qui di seguito il testo integrale dell’appello, datato 26 febbraio 2018, firmato dall’Ufficio di Presidenza CCERS:

Per una legge “costituzionale” sulla libertà religiosa

Appello della Commissione delle Chiese Evangeliche per i Rapporti con lo Stato ai candidati alle elezioni politiche del 4 marzo 2018

In vista delle elezioni del prossimo 4 marzo la Commissione Chiese Evangeliche per i Rapporti con lo Stato (CCERS) lancia un appello ai candidati e alle forze politiche affinché la prossima legislatura sia investita del tema della libertà religiosa e di culto e si faccia carico di dare piena attuazione al dettato costituzionale su questa delicata materia.

Considerando che quella religiosa e di coscienza va considerata una libertà primaria e irrinunciabile di ogni democrazia, la Commissione Chiese Evangeliche per i Rapporti con lo Stato auspica che il prossimo Parlamento possa affrontare questo tema in una prospettiva unitaria e politicamente trasversale, ancorata agli articoli costituzionali su questa delicata materia.

Ritenendo in ogni società multietnica e multiculturale il pluralismo religioso rivesta un ruolo centrale per favorire dinamiche positive di coesistenza, integrazione e coesione sociale, la CCERS afferma che la persistente vigenza nell’ordinamento dello Stato della cosiddetta Legislazione sui “culti ammessi” emanata in epoca fascista costituisce un’anomalia, solo in parte corretta dai ripetuti interventi succedutisi nel tempo da parte della Corte costituzionale.

Ricordando che di tale legislazione restano ancora in vigore varie disposizioni che condizionano la libera attività delle confessioni – talora riducendo il tema della libertà religiosa a questione di mero ordine pubblico – e che in anni recenti anche alcune legislazioni regionali hanno intaccato il concreto esercizio del diritto di libertà religiosa rendendo assai difficoltosa per molte comunità religiose la possibilità di aprire un luogo di culto idoneo, la CCERS ribadisce l’urgenza di una legge complessiva su questa materia che affronti, tra gli altri, i seguenti temi: la libertà di esprimere liberamente la propria appartenenza religiosa senza che questo produca discriminazione alcuna nei luoghi di lavoro, nelle scuole e in ogni altro spazio sociale o pubblico; il diritto delle confessioni religiose a disporre di luoghi di culto riconosciuti pubblicamente come ambienti positivi anche sul piano sociale e culturale; l’autorizzazione ai ministri di culto riconosciuti di celebrare matrimoni con effetti civili;  L’assistenza spirituale da parte di ministri di culto formati e riconosciuti come tali dallo Stato nelle carceri e nei luoghi di cura; il rispetto e la tutela delle norme alimentari e comportamentali delle varie confessioni in quanto non contrastino con la legge; l’accesso alla comunicazione sia attraverso media pubblici che privati; la possibilità di partecipare a progetti scolastici che abbiano collegamenti con le religioni, la loro storia e la loro presenza nello spazio pubblico.

Ritenendo che tale assetto di diritti possa essere raggiunto solo attraverso l’abrogazione della legislazione del ’29 e ’30 e l’emanazione di una legge generale in tema di libertà religiosa e di coscienza valevole per tutte le espressioni di fede, anche quelle che non siano nella condizione di stipulare un’intesa con lo Stato ai sensi dell’art. 8, terzo comma della Costituzione, la CCERS ribadisce che la libertà religiosa come riconosciuta dall’art. 19 della Costituzione è un diritto che riguarda tutti e come tale è esplicazione del principio supremo di uguaglianza di cui all’art. 3 della Costituzione stessa.

Auspicando che le forze politiche che saranno chiamate a confrontarsi nella prossima legislatura sappiano farsi carico del tema della libertà religiosa nello spirito della Costituzione e con uno sguarda alla novità del pluralismo confessionale che attraversa anche l’Italia, la CCERS raccomanda loro di cogliere l’opportunità e l’urgenza di una riforma legislativa necessaria ed attesa ormai da troppo tempo.

*Foto di exlex immagine originale e licenza

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