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Referendum a Pisa sulla costruzione della moschea: il “no” del Comitato dei Garanti

Referendum a Pisa sulla costruzione della moschea: il “no” del Comitato dei Garanti

PISA-ADISTA. Niente referendum sulla costruzione della moschea nel quartiere Porta a Lucca di Pisa: il quesito promosso dal comitato “Il Popolo decide” è inammissibile. La decisione, di cui riferisce PisaToday (26/2) è stata presa a maggioranza dal Comitato comunale dei Garanti, l’organo eletto dal Consiglio comunale che decide sull'ammissibilità dei referendum rispetto alle norme statutarie e regolamentari ed ai principi generali dell’Ordinamento. Nel verbale della riunione si legge che «Il quesito referendario nasconde in realtà l'intenzione di impedire per motivi discriminatori la costruzione di un edificio di culto. Questa circostanza contrasta con i principi generali dell'Ordinamento», ed in particolare «con gli articoli 3 e 19 della Costituzione», e con due recenti sentenze della Corte Costituzionale (63/2016 e 67/2017).

Alla luce di queste due sentenze, «non si può non ribadire - si legge nel verbale del Comitato dei Garanti - che la costruzione di un edificio di culto integra un diritto fondamentale, espressione della liberta religiosa individuale e collettiva, protetta e garantita dalla Costituzione». Il Comitato dei Garanti osserva inoltre che «la comunità islamica di Pisa è membro dell''Unione delle comunità islamiche italiane che, il 1 febbraio 2017, ha siglato con il ministro dell'interno il “Patto nazionale per l'Islam Italiano"», con ciò impegnando i Comuni «a garantire idonee sedi di culto alle comunità islamiche».

Il Garanti aggiungono un’altra significativa affermazione: «Il quesito referendario – scrivono nel verbale – nasconde in realtà l'intenzione di impedire per motivi discriminatori la costruzione di un edificio di culto. Questa circostanza contrasta con i principi generali dell'Ordinamento» ed in particolare «con gli articoli 3 e 19 della Costituzione». In più, il «quesito proposto integra anche l'ipotesi di inammissibilità prevista dall'articolo 56 dello Statuto Comunale di Pisa in quanto è tale da generare equivoci sostanziali perché la sua formulazione non corrisponde alle effettive intenzioni dei proponenti». Convinzione acquisita quando, nei mesi scorsi, i Garanti avevano sentito in audizione i promotori della consultazione referendaria. Costoro avevano affermato che l'obiettivo del referendum «non era quello di ostacolare la costruzione di una moschea», ma solo quello di «favorire la partecipazione democratica» senza ulteriori finalità politiche. Se fosse stata questa la loro autentica intenzione, riassume il verbale, non sarebbero emerse le evidenze riscontrate dai Garanti, «tra cui articoli di giornale e materiale di propaganda», in contrasto con le affermazioni in audizione.

*Foto tratta da Wikimedia Commons immagine originale e licenza

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