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Il papa riceverà in Vaticano le vittime cilene di

Il papa riceverà in Vaticano le vittime cilene di "abuso di coscienza e di potere"

Tre vittime degli abusi sessuali, commessi dal prete cileno Fernando Karadima, papa Francesco le ha ricevute a Santa Marta a fine aprile (v. Adista Notizie n. 17/18), ma non intende trascurare le vittime di abusi anche di coscienza e di potere perpetrati dallo stesso sacerdote e la cui esistenza è emersa dal rapporto stilato da mons. Charles Scicluna dopo l’indagine compiuta in Cile in febbraio. È per questo che il pontefice ha invitato a Santa Marta per i giorni dall’1 al 3 giugno, informa il Bollettino della Sala Stampa vaticana (23/5), «cinque preti che sono stati vittime di abusi di potere, di coscienza e sessuali. Insieme a loro ci saranno anche due sacerdoti che hanno assistito le vittime nel loro percorso giuridico e spirituale, e due laici coinvolti in questa sofferenza». «Si conclude così – avverte il Bollettino – questa prima fase di incontri che il Santo Padre ha voluto avere con le vittime del sistema abusivo istaurato qualche decade fa» nella parrocchia “El Bosque” di Santiago del Cile. «Questi preti e laici rappresentano tutte le vittime degli abusi del clero in Cile ma non si esclude che vengano ripetute iniziative simili nel futuro».

Uno dei cinque preti che saranno ospitati dal papa, Samuel Fernández, intervistato da Tele13 Radio (24/5), si è dichiarato «vittima di abuso di potere». L’invito del Papa, ha detto, è «una grande occasione per rendere visibile la gravità dell’abuso di potere, la manipolazione della coscienza, perché effettivamente alcuni saranno stati oggetto di abusi sessuali, ma altri hanno patito abuso di potere e abuso di coscienza e non abuso sessuale». «Io mi sono sbagliato, ho partecipato alla vita della parrocchia El Bosque per molti anni, e anche quando son venute fuori le accuse  io ho difeso Karadima per mesi». «C’erano cose che vedevo ma senza dar loro un significato maggiore. Erano sotto gli occhi di tutti e molti le hanno viste. Segnali che si trattava di abuso sessuale ce n’erano, ma non ho saputo vedere». «All’età di 20 anni non mi rendevo conto della gravità di quello che vedevo», e poi vedeva solo «la punta dell’iceberg», «non davo una connotazione sessuale o di abuso a pacche sul sedere».

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