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Chi salva una vita...

Chi salva una vita...

Tratto da: Adista Notizie n° 30 del 07/09/2019

... ha salvato il mondo intero. Il significato comunemente affidato a questo versetto del Talmud consiste nel rivelare che ognuno di noi possiede un suo valore universale e che, di conseguenza, nella decisione di mettere in salvo un individuo si racchiude la volontà di liberare e difendere l’intera umanità dal processo di disumanizzazione, che è avvenuto e avviene ancora sotto i nostri occhi.

Per quanto possa sembrare strano questo detto del Talmud ci può aiutare a orientarci nella crisi politica in corso. Il Presidente Mattarella ha appena conferito l’incarico al prof. Conte di formare un nuovo governo sulla base di un accordo programmatico di lungo respiro fra il PD ed il Movimento 5S. Allo stato attuale sembra sventato il colpo di mano della Lega, che ritirando la fiducia al suo stesso governo, ha puntato ad elezioni anticipate per impadronirsi della maggioranza parlamentare e conferire i “pieni poteri” al suo capitano. Tuttavia la situazione è molto fluida ed esposta a contraccolpi. Contro la nascita del nuovo esecutivo hanno sparato ad alzo zero tutti i cannoni della destra e vi è stato chi ha invocato l’insurrezione popolare. È mancata solo la minaccia della marcia su Roma: forse perché non dispongono ancora dei manganelli necessari. Ma anche dal centro e da sinistra vi è stata un’alzata di scudi, con sottili disquisizioni sull’incoerenza politica e programmatica dei due principali attori politici. Se è facile predire che la vita di questo nuovo governo sarà piuttosto complicata e che il fallimento è dietro l’angolo, vi è una totale sottovalutazione dei valori in gioco e dell’urgenza di operare una svolta. È stata invocata la necessità di un governo di esplicita e dichiarata difesa della Costituzione che ripristini gli equilibri democratici; che garantisca e fortifichi la separazione dei poteri e l'autonomia della magistratura; che salvaguardi l’unità della Patria respingendo il progetto secessionista dell’autonomia differenziata; che rispetti i trattati e gli accordi internazionali, compresi quelli riguardanti i soccorsi in mare, e riprenda una dialettica corretta con le istituzioni comunitarie; che rimetta al centro dell'azione di governo il lavoro e la sua tutela e l’ambiente, che salvaguardi il bene pubblico dell’erario insidiato dall’idea della flat tax.

Ripristinare i meccanismi della democrazia costituzionale mortificati per troppo tempo non sarà facile, però, prima ancora della salute delle istituzioni, occorre occuparsi della nuda vita, per quanto le due cose siano collegate. Il 28 agosto la nave Mare Jonio della ONG italiana Mediterranea ha salvato dal naufragio circa cento persone tra cui 26 donne di cui almeno 8 incinte, 22 bambini di meno di 10 anni e almeno altri 6 minori. Con i suoi ultimi vagiti, questo governo non ha avuto vergogna di notificare alla “nave dei bambini”, il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane per impedire lo sbarco dei profughi. Fino all’ultimo si è voluto affermare il divieto di salvare la vita in mare: la morte come strumento della politica. Tutto questo quando le statistiche dell’ONU (fonte UNHCR) ci informano che nel 2019 il maggior flusso dei rifugiati è gravato sulla Grecia, con 31.265 arrivi contro i 4.823 arrivati in Italia, mentre 894 persone risultano morte o disperse nel Mediterraneo centrale dove sono impediti i soccorsi.

La politica costruisce la morte, la politica può ripristinare il rispetto della vita. Una politica che calpesta i principi ed i valori della democrazia mette a rischio la vita stessa.

Non c’è più tempo da perdere perché, come dice il Talmud: chi salva una vita ha salvato il mondo intero.  

Giudice presso la Corte di Cassazione, Domenico Gallo è impegnato nell’associazionismo e del movimento per la pace. È stato senatore della Repubblica per una legislatura ed è attivo nei comitati per la difesa della Costituzione. Saggista, collabora con quotidiani e riviste.

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